LA VENDETTA DELLA MARINA - ELEZIONI IN BRASILE, LA SILVA VERSO L'APPOGGIO AL CONSERVATORE NEVES: L'IMPORTANTE È FAR PERDERE L’ODIATA RIVALE DILMA - DIETRO LA SVOLTA C’È L'EX PRESIDENTE CARDOSO, ESPONENTE DELLO STESSO PARTITO DI NEVES E FIDATO CONSIGLIERE POLITICO DI MARINA


Omero Ciai per “www.repubblica.it"

 

Marina Silva

Marina Silva con Aécio Neves al ballottaggio del 26 ottobre per battere Dilma. E' questa la scelta che si prospetta dopo il voto di domenica scorsa dall'esponente ambientalista esclusa a sorpresa dal secondo turno. Ieri sera l'esecutivo di "Rede", il gruppo politico fondato da Marina, ha votato il via libera per sostenere il candidato del partito socialdemocratico brasiliano (Psdb, centro destra) Aécio Neves.

 

Con il partito di Neves, Marina Silva sta trattando in queste ore alcune condizioni da inserire nel programma di governo prima di annunciare ufficialmente la sua indicazione di voto. Un'anticipazione delle sue mosse si intuisce dalla dichiarazione alla stampa di oggi: una scelta tra il "portare la croce" dell'appoggio a Neves e "finire all'inferno" con tutto il Brasile appoggiando la presidente uscente.

 

Rousseff Dilma triste

La Silva chiede una riforma politica che impedisca la rielezione presidenziale (un solo mandato di 4 anni), investimenti nell'istruzione per il tempo pieno nelle scuole, e una politica di sviluppo sostenibile che abbia come questione centrale la protezione della foresta amazzonica.

 

Una svolta, quella di Marina Silva, che era comunque attesa e per la quale ha lavorato nell'ombra l'ex presidente Fernando Henrique Cardoso, esponente dello stesso partito di Neves e fidato consigliere politico di Marina. La possibilità di estromettere il "Partito dei lavoratori" dal potere dopo 12 anni di governo (due mandati di Lula e uno di Dilma) sembra essere diventato il requisito primario dell'alleanza fra Marina e Aécio al di là delle differenze programmatiche e della loro storia personale.

 

AECIO NEVES

A spingere la Silva in questa direzione è stata anche la campagna molto dura scatenata contro di lei da Dilma (sua acerrima nemica negli anni che trascorsero insieme nei due governi di Lula) quando nei sondaggi sembrava essere l'avversario con più probabilità di passare al ballottaggio. Più difficile capire l'effetto che avrà sul risultato finale delle elezioni presidenziali. Quattro anni fa, nel 2010, Marina Silva, che aveva ottenuto il 19% dei voti al primo turno, evitò di stringere alleanze al ballottaggio e i suoi voti (più di venti milioni) si divisero equamente fra Dilma (che vinse) e José Serra.

Fernando enrique

 

La storia politica di Marina Silva si confonde con quella del Partito dei lavoratori (di Lula ieri e di Dilma oggi) che contribuì a fondare negli anni Ottanta quando in Brasile c'era la dittatura militare e lei militava al fianco di Chico Mendes nel sindacato dei siringueiros, i raccoglitori di caucciù dell'Amazzonia.

 

Chiamata da Lula al ministero dell'Ambiente nel 2002 vi rimase fino al 2008 quando si dimise proprio a causa degli scontri con Dilma Rousseff, che allora svolgeva le funzioni di capo di gabinetto, sui programmi di difesa dell'Amazzonia. Oggi la giustificazione della sua scelta è la necessità di un cambiamento di rotta per il Brasile in crisi economica.

 

"Un cambiamento" che, secondo Marina, si è già manifestato nelle urne visto che la somma dei suffragi raccolti da lei e Aécio è largamente superiore a quelli ottenuti da Dilma Rousseff. Anche la mappa politica del Brasile è cambiata. E' sempre più evidente la spaccatura in due del Paese fra il Nord e il Nord est più povero che vota per Dilma, e il Sud delle classi medie produttive che ha appoggiato i suoi avversari.

 

Romario