IL VERO VINCITORE DEL VERTICE NATO SI CHIAMA RECEP TAYYIP ERDOGAN – IL “DITTATORE DI CUI ABBIAMO BISOGNO” (COPYRIGHT DRAGHI), CON LA SUA PIROETTA SULL’INGRESSO DELLA SVEZIA NELL’ALLEANZA ATLANTICA, OTTIENE IN CAMBIO LO SBLOCCO ALLA VENDITA DEI JET F-16 E LA RIAPERTURA DEL NEGOZIATO PER L’INGRESSO NELL’UNIONE EUROPEA – MA PER IL “SULTANO” CI SONO ANCHE RAGIONI DI POLITICA INTERNA: HA VINTO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI, MA… - IL VIDEO DEFERENTE DI BIDEN

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Estratto dell’articolo di Paolo Garimberti per “la Repubblica”

 

jens stoltenberg recep tayyip erdogan

Per evitare di farsi cuocere nella padella di Vladimir Putin, le democrazie occidentali rischiano di cadere nella brace di Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco è stato il mattatore del vertice di Vilnius […] .

 

Erdogan ha tenuto la Nato in scacco per mesi opponendosi all’ingresso della Svezia, da lui accusata di ospitare «terroristi» (i rifugiati curdi), di avere un governo «demoniaco » per aver permesso che il Corano venisse bruciato nelle vie di Stoccolma. Non aveva usato mezzi termini: la Svezia non deve «scocciare » con la sua richiesta di entrare nell’Alleanza.

recep tayyip erdogan al vertice nato di vilnius

 

E poi lunedì è stato applaudito quando, con un piroetta spettacolare, ha dato il via libera all’adesione svedese […]. In cambio ha ottenuto che il governo di Stoccolma si impegnasse a fissare una “road map”, un percorso per la lotta al terrorismo: un impegno più formale che sostanziale, ma che vale una genuflessione davanti al sultano su un palcoscenico internazionale.

 

All’inizio dell’anno Erdogan aveva dichiarato che la Turchia era più vicina a Putin che a Washington. Dopo l’invasione dell’Ucraina aveva rafforzato i legami economici con Mosca e si era proposto più volte come l’unico interlocutore accettato da Putin.

jens stoltenberg recep tayyip erdogan

 

Ma la settimana scorsa, quando Zelensky è andato in visita ad Ankara, gli ha consegnato alcuni combattenti del battaglione Azov, catturati dai russi e trasferiti in Turchia in uno scambio di prigionieri con l’impegno di non rimpatriarli fino alla fine della guerra.

 

E ha anche manifestato a Zelensky il massimo sostegno per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Un doppio schiaffo a Putin, indebolito dalla marcia di Prigozhin e dei suoi mercenari della Wagner su Mosca e dalle voci che il suo controllo sulle stanze del Cremlino non sia più assoluto.

 

recep tayyip erdogan volodymr zelensky vertice nato di vilnius

Come premio di questa giravolta ha ottenuto, sempre a Vilnius, il via libera di Biden per l’acquisto dei caccia F-16, che il Congresso ha bloccato. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha detto che il presidente «è interessato a far avere questi F-16 alla Turchia » e si adopererà per garantire l’approvazione del Congresso. Secondo genuflessione al sultano in nome della “realpolitik”.

 

[…] Terzo punto della “shopping list” di Erdogan a Vilnius è stato il rilancio della candidatura della Turchia all’Unione europea. Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, gli ha promesso che il sì alla Svezia nella Nato avrebbe «creato un buon clima tra coloro che desiderano aiutarla» […]. Terza genuflessione al sultano nel grande teatro di Vilnius.

 

VERTICE NATO DI VILNIUS - SUNAK, ERDOGAN, BIDEN, MELONI, STOLTENBERG E ZELENSKY

La promessa di Michel non significa ovviamente la riapertura del negoziato per la Turchia nella Ue. Ma anche chi, come Giorgia Meloni, si è sempre dichiarato contrarissimo ha dovuto a Vilnius, nell’incontro bilaterale, rifugiarsi in un imbarazzato silenzio.

 

E ora c’è da aspettarsi che Ankara torni alla carica con Bruxelles per una serie di dossier che vanno dall’unione doganale alla liberalizzazione dei visti fino all’accordo sui migranti, che vale svariati miliardi di euro.

 

IL SOFAGATE VISTO DA OSHO

La conversione di Erdogan […] è probabilmente strumentale. La lunga crisi economica in cui si dibatte la Turchia, con un’inflazione galoppante e un deficit di 37,7 miliardi di dollari nei primi cinque mesi del 2023, impone a Erdogan di cercare investimenti internazionali.

 

La politica estera diventa un mezzo per raggiungere fini interni. Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali, ma ha bisogno del consenso per vincere anche quelle locali a novembre e riprendersi Istanbul, il cui sindaco, Ekrem Imamoglu, è considerato l’unico oppositore in grado di impensierirlo. Erdogan, peraltro, lo ha già fatto azzoppare con una serie di provvedimenti giudiziari. Come ha fatto Putin con Navalny. Almeno in questo lo zar e il sultano continuano ad andare a braccetto.

giorgia meloni e recep tayyip erdogan al vertice nato di vilnius
Giorgia Meloni Recep Tayyip Erdogan a VILNIUS per VERTICE NATO