“NON RIESCO A NON ESSERE D’ACCORDO CON LA CAPITANA CAROLA RACKETE. FOSSI STATO SALVINI, MI SAREI FATTO PORTARE FINO ALLA SEA WATCH E LE AVREI INDICATO LA STRADA FINO AL PORTO DI LAMPEDUSA, DICENDOLE CHE NOI ITALIANI SIAMO MEGLIO DEGLI OLANDESI CHE DEI 40 DISGRAZIATI NON NE VOGLIONO SAPERE, RAZZA DI BASTARDI CHE ERASMO DA ROTTERDAM SI STA RIVOLTANDO NELLA TOMBA. GRAZIE, CAPITANA, DELLA SUA OSTINAZIONE. UNA CHE PARLA CINQUE LINGUE LO SA CHE IL MONDO È UN TUTT’UNO, E NOI DI QUEL MONDO FACCIAMO PARTE…”
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, è tutta la mattina che leggo gli articoli di chi scrive di Carola-Antigone a cominciare dall’autorevole Domenico Quirico che voi avete messo in pagina, dal fiammeggiante come di consueto Giuliano Ferrara a un magnifico articolo di Massimo Fini sul “Fatto”. Sì o no la Capitana ha fatto bene a violare leggi e confini pur di mettere a riposo 40 poveri disgraziati che da oltre due settimane rullavano sulle onde del Mediterraneo?
Sì o no, per dirla con Quirico, quello di Carola è “il narcisismo fanatico della sua misericordia”? Sì o no in quell’atto finale del suo attracco a Lampedusa, lei ha messo in pericolo la vita di quei funzionari italiani che su una motovedetta (perché questo era l’ordine ciarlatanesco che veniva del ministero degli Interni) hanno cercato di ostare con il proprio corpo all’arrivo dei 40 poveri disgraziati divenuti la carne da cannone di tutta intera la politica politicante del nostro governo?
Condivido in toto gli argomenti addotti da Quirico, come sempre un maestro negli argomenti di cui si occupa. E con tutto questo non riesco a non essere d’accordo con la capitana Carola, con la sua decisione di andare fino al molo di Lampedusa e attraccare. Attraccare, in modo che scendano giù quei 40 poveri disgraziati sulla cui pelle stiamo ricamando le ragioni del pro e del contro di tutta questa tragedia.
Perché di una tragedia si tratta, e a parte la farsa di chi tuona che la Sea Watch andrebbe “affondata” e lo fa per raccattare qualche voto in più per quando si siederà al tavolo dei vincitori e per quanto ciarlatani.
Quei 40 poveri disgraziati. Di loro mi sono occupata e dei 21 membri del mio equipaggio, ha detto la Capitana. E difatti io fossi stato Salvini e avessi le sue idee, avrei fatto quanto segue. Mi sarei fatto portare da una motovedetta fino alla Sea Watch e le avrei indicato la strada fino al porto di Lampedusa, dicendole che noi italiani siamo meglio degli olandesi che dei 40 disgraziati non ne vogliono sapere, razza di bastardi che Erasmo da Rotterdam si sta rivoltando nella tomba.
Che noi italiani un quinto di quei 40 poveri disgraziati li prendiamo e gli altri li facciamo arrivare ai Paesi che si sono dichiarati pronti a riceverli. Prontissimi, e perciò non c’è bisogno di attracchi audaci e di motovedette che rischiano di essere distrutte. Che tutto è molto semplice, che la legge del mare che vale da secoli vale ancora oggi. Chi è in pericolo, deve essere messo al riparo, punto e basta; i discorsi seguiranno. Avesse fatto così, Salvini avrebbe fatto bingo senza smettere per un secondo di essere “sovranista”, dato che ci tiene tanto e anche se non significa nulla
E dunque. Grazie capitana, della sua ostinazione. Grazie Italia della tua intelligenza e generosità, e anche se questa volta l’Antigone che va oltre il dettato delle leggi è una ragazza olandese. Una che fa parte delle élites bianche e occidentali del nostro tempo, una delle migliori razze mai esistite al mondo. (Io ne faccio parte.) Una che nell’aver torto ha avuto perfettamente ragione (Massimo Fini dixit). Una che parla cinque lingue e che lo sa che il mondo è un tutt’uno, e noi di quel mondo facciamo parte. Non dell’una o dell’altra fazione ciarlatanesca.