LA VERSIONE DI MUGHINI – VEDENDO “GENERATION WAR” SU RAI3, SALTA AGLI OCCHI UNA SIMILITUDINE TRA L’INFERNO IN TERRA CHE VEDE OGGI SIRIANI, LIBICI, PAKISTANI, IN FUGA DALLA FURIA ISLAMICA E L’INFERNO CHE NEGLI ULTIMI MESI DELLA GUERRA VISSERO LE POPOLAZIONI TEDESCHE IN FUGA DAI SOLDATI DELL’ARMATA ROSSA


Giampiero Mughini a Dagospia

 

MUGHINI

Caro Dago, applausi a Rai3 che ha appena inaugurato una sequenza di film tedeschi in prima serata (ciascuno spalmato su due puntate) su quel che accadde alla Germania e alla gente tedesca negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale. E’ appena passato (venerdì e sabato scorsi) il secondo e assai notevole di questi film, “Generation War”, che mi sembrano preziosi per noi abituati a vedere film sulla Seconda guerra mondiale in cui a incarnare i tedeschi sono solo ufficiali delle SS che sbraitano ordini di morte.

 

wwii

Tra luglio del 1944 e maggio del 1945 l’inferno che la Germania nazi voleva appioppare al mondo rimbalzò in Germania fino a installarsi in ogni sua città, in ogni sua famiglia, su ogni suo soldato combattente, sulla sua popolazione civile e fino a rasentarne la distruzione di una sua gran parte. L’inferno in terra.

 

un miglialio di soldati tedeschi marciano per arrendersi agli alletati

Dal primo dei due film in particolare mi è venuta l’angosciosa impressione come di una similitudine tra l’inferno in terra che vede oggi protagonisti siriani, libici, pakistani, cittadini del Mahli o dello Yemen in fuga dalla furia islamica (un inferno che è parte integrante del mondo di oggi), e l’inferno che negli ultimi mesi della guerra vissero le popolazioni tedesche cha abitavano nel cuore dell’Europa e che tentarono di fuggire prima che nelle loro città arrivassero i soldati dell’Armata rossa.

 

Una fiumana di gente - uomini, donne, bambini, vecchi - in fuga per le strade dove talvolta arrivano in picchiata e mitragliano gli aerei russi. Così come sono milioni i siriani che fuggono dall’orrore di una guerra civile che ha già provocato 250mila morti, furono 30 milioni gli europei che alla fine della guerra avevano perduto le loro case e i loro luoghi abituali di vita. Tedeschi la gran parte, e i tedeschi che vivevano nella Germania occupata dai russi e i tedeschi della ex Cecoslovacchia o della chiazza tedesca della Polonia.

truppe ungheresi si arrendono a garmisch bavaria

 

Furono più di sei milioni i civili tedeschi che dalla Prussia e dalla Pomerania si misero in marcia alla disperata, esattamente nelle condizioni in cui oggi si mettono in marcia i profughi siriani che da Budapest vogliono giungere a piedi a Vienna. Furono due milioni le donne tedesche stuprate da soldati dell’Armata rossa aizzati da proclami che maledicevano il popolo tedesco in quanto tale, incanagliti dalle condizioni belluine di una guerra che durava da oltre quattro anni e che non avevano dimenticato quel che avevano fatto i nazi quando irruppero in Urss.

tre ss tedesche morte

 

In “Generation War” c’è l’episodio dei soldati russi che entrano in un ospedale militare tedesco dov’erano rimasti i feriti intrasportabili e li uccidono a freddo a uno a uno. E poi, ce lo ha ricordato lo scrittore tedesco (antinazi) W. G. Sebald in un suo magnifico libro recentemente tradotto in italiano, c’è che erano stati 600mila i civili tedeschi uccisi dalle incursione aeree degli alleati che non distinguevano tra obiettivi civili e obiettivi militari: l’importante era spezzare il morale di un popolo che continuava a stare dalla parte di Hitler, del folle che li aveva spinti in quell’inferno.

 

soldati americani settacciano un paese dopo la battaglia
soldati tedeschi morti dopo irruzione della settima armata nella line siegfried

Su tutto questa apocalisse c’è ormai una documentazione imponente, anche se non particolarmente diffusa in Italia, dov’è esistito sino all’altro ieri un muro di omertà ideologica a difesa dell’onore dell’Armata Rossa e dei suoi terribili sacrifici. Un piccolo ricordo personale. Nel 1987 lavoravo ancora all’“Europeo” quando l’editore milanese Mursia pubblicò un bel libro di Marco Picone Chiodo, E malediranno l’ora in cui partorirono, in cui erano documentati al dettaglio gli orrori di cui sopra.

 

Mi pare fosse il primo libro italiano a puntare l’obiettivo su una tale tragedia. Mi ci buttai a pesce e scrissi un articolo per l’“Europeo”, giornale da cui sarei andato via qualche mese dopo. Il capo servizio cultura, alle cui pagine l’articolo era destinato, era un comunista pop. Pop o no, quell’articolo non lo pubblicò mai. 1987, l’altro ieri, quando ancora durava l’omertà per i cosiddetti “liberatori” sovietici.

 

 

 

 

resti di un pilota tedesco precipitato 15 marzo 1945
carro armato americano a rohrwiller in francia 4 febbraio 1945
battaglia a wingen sur moder
citta distrutta
citta liberata appunto di palmer dietro la cartolina
corpi di soldati tedeschi in germania
corpi di soldati tedeschi
danni di un bombardamento
distruzione di un bunker nazista con tnt
fante americano morto saarbrucken germania
forte danneggiato dai carri armati americani
freiburg im breisgau bombardata
howitzer tedeschi distrutti dalla settima armata americana
ingneri americani fanno esplodere un ponte in germania
irruzione in una casa di bobenthal
la tomba di un soldato americano nella foresta
le truppe americane entrano in citta
mitragliere tedesco morto
prigionieri esercito tedesco e gestapo in marcia a strasburgo
prigionieri tedeschi e americani scavano insieme le fosse di un cimitero
resa delle truppe tedesche a landeck austria
resti di carri armati tedeschi e americani sul fronte occidentale
rovine di una citta