VESPA NON PUNGE LA MELONI - MEZZ'ORA DI INTERVISTA NATALIZIA A "PORTA A PORTA" PER DONNA GIORGIA, SENZA LA DOMANDA PIÙ ATTESA: QUELLA SUL GRAN CASINO DELLA MANOVRA E SUI RITARDI CAUSATI DALLA MAGGIORANZA – "L’ESPRESSO": "VESPA HA SANCITO LA TRASFORMAZIONE MEDIATICA DELLA MELONI COL SUO BOLLINO DI QUALITÀ CONVENZIONALE. PURE GRILLO, NEL MOMENTO DI MAGGIORE ESPANSIONE DEI CINQUE STELLE, FU MAGISTRALMENTE NEUTRALIZZATO DA VESPA. ACCOMODATOSI SULLA POLTRONA BIANCA, DIVENNE UN POLITICO QUALUNQUE…"

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Carlo Tecce per www.espresso.repubblica.it

 

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Auguri a Giorgia Meloni che ieri sera si è laureata a pieni voti all’università della tv col rettore Bruno Vespa nell’aula magna di Porta a Porta. La presidente del Consiglio, per una mezz’ora abbondante, ha discusso la tesi dinanzi al rettore in un’atmosfera classica, non troppo austera, marcatamente natalizia.

 

A sinistra un bel presepe in stile Carlo III rivisitato con mangiatoia a più livelli avvolta da cielo stellato tipo “Sottovoce” di Gigi Marzullo e adagiato su drappo dai colori ucraini, a destra un albero aitante decorato con dovizia di palline assiso su pacchi regalo capaci di contenere un’intera batteria di pentola, al centro in alto la scritta «Giorgia Meloni e il futuro dell’Italia».

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Alla prova finale, la candidata presidente del Consiglio, probabilmente già conscia dell’egregio risultato, si è presentata con statistiche, percentuali, grafici, numeri, foglietti, «Dublino» per dire convenzione europea di Dublino, «Mes» per dire fondo salva-Stati con un meccanismo (va ammesso) penalizzante, «confronti» per dire vertici internazionali in formato continentale o mondiale.

 

Per voi lettori, a tarda ora, l’Espresso ha esaminato lo speciale di “Porta a Porta” un attimo prima di cedere a Morfeo e questa mattina vi propone, vi riversa, cosa ha trattenuto la memoria del fluviale intervento di Meloni: collezione di angeli, immigrati regolari mortificati dai migranti irregolari, soldi agli scafisti, a monte, a valle, bambino con l’acqua sporca, tutta un’erba un fascio, eravamo verdi con le squame, poi ci hanno visto rosa, firmare col sangue, è molto complicato.

VESPA MELONI

 

Meloni ha affrontato i temi di attualità con sporadiche interruzioni di Vespa: energia cioè bollette, reddito di cittadinanza, immigrazione, pagamenti digitali, sostegno all’Ucraina.

 

Il 22 gennaio 2023 Porta a Porta festeggia i 27 anni di servizio. È l’istituzione più longeva della seconda Repubblica anche se Vespa proviene dalla prima Repubblica. Sin dalla stagione di Romano Prodi e Silvio Berlusconi, nessun presidente del Consiglio – tranne Mario Draghi – si è sottratto all’investitura formale di Porta a Porta.

 

Meloni è un ospite abituale, ma ieri era la presidente del Consiglio e Vespa ne ha sancito la trasformazione mediatica col suo bollino di qualità convenzionale. Pure lo scapigliato Beppe Grillo, nel momento di maggiore espansione dei Cinque Stelle, fu spinto ad andarci e fu magistralmente neutralizzato da Vespa. Accomodatosi sulla poltrona bianca, divenne un politico qualunque.

 

Meloni ha ripetuto a “Porta a Porta” ciò che viene diffuso ogni giorno dal governo con i retroscena, i telegiornali, i quotidiani, ma ieri c’era l’attesa del grande evento perché Vespa è maestro cerimoniere dei grandi eventi.

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I cosiddetti critici televisivi usano come parametri di valutazione la pubblicità, gli ascolti lordi e persino Twitter, che per carità sono utili svaghi, ma per la Rai valgono il nulla, per un’azienda che ha dei ricavi più o meno fissi da canone (una tassa) per oltre il 70 per cento.

 

Rassegnati a invecchiare assieme ma più velocemente di Vespa, possiamo affermare che la sua forza è essere fuori dal tempo ma in uno spazio preciso, la Rai, che è una sorta di parco archeologico nel quale ogni presidente del Consiglio o ministro della Repubblica o carica di qualche grado dello Stato ci ha lasciato una traccia.

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Allora il telespettatore attento si ritrova il conduttore/giornalista/regista/autore che risale all’epoca di Craxi, quello che era gradito a Andreotti, un reperto del folgorante debutto di Berlusconi, un’impronta del passaggio dei tecnici Monti o Draghi o addirittura qualche cimelio di Numa Pompilio. E comunque Vespa andava in classe col fratello maggiore di Numa Pompilio.

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