VIA COL VENETO! TOSI CHIAMA A RACCOLTA I SUOI PER CORRERE ALLE REGIONALI - LA DISCESA IN CAMPO DOVREBBE ESSERE UFFICIALIZZATA DOMANI - UNICO OBIETTIVO: FAR PERDERE ZAIA E CONSEGNARE IL VENETO ALLA MORETTI


Marco Bonet e Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

flavio tos e cecile kyenge

Aveva detto di volersi prendere «48 ore per decidere». Un paio di giorni per riprendersi dalla botta d’essere stato «cancellato» dalla storia della Lega. Ora Flavio Tosi pare aver sciolto le sue riserve: si candiderà alla presidenza del Veneto contro «l’acerrimo amico» di una vita, Luca Zaia. La discesa in campo dovrebbe essere ufficializzata domani, durante un evento organizzato in tutta fretta dalla sua fondazione, «Ricostruiamo il Paese», all’auditorium della Fiera di Verona. Ingresso libero, hashtag già lanciato in Rete (#SiamoConTosi), orario per nulla casuale: le 11.30.

 

FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI

Negli stessi minuti, infatti, approderà in Veneto il segretario federale Matteo Salvini, impegnato in un tour nel Padovano e nel Vicentino al fianco del governatore uscente. Una cosa è certa: i tre non si incroceranno. «Da 1 a 1.000 con Salvini sono arrabbiato 1.001 — ha ribadito ieri Tosi —. Provo per lui una profonda disistima, se lo incontrassi e mi tendesse la mano, lo ignorerei».

 

Gli uomini più vicini al sindaco di Verona non confermano né smentiscono (lasciano intendere: «Ci stupiremmo se Flavio non annunciasse nulla…») ma i tempi stringono e non si tratta soltanto di allestire una squadra, c’è pure la macchina del fund raising da mettere in moto in fretta. Che Tosi abbia deciso di accelerare sulla via dello scontro con Zaia, sospinto da alcune liste civiche e libero dai simboli di partito, lo dimostra anche il vertice fissato per oggi con i parlamentari che gli sono rimasti accanto, pronti ad abbandonare i gruppi della Lega alla Camera e al Senato.

 

FLAVIO TOSI DOPO LA RIELEZIONE A SINDACO DI VERONA

La più determinata è la sua compagna, la senatrice Patrizia Bisinella: «Qui non si tratta tanto di seguire Tosi ma di rivendicare il diritto del Veneto a decidere il suo destino, coerenti con la nostra storia. Ricordo che all’origine dello scontro con Salvini e Zaia, che ne hanno approfittato per liberarsi di un pericoloso competitor, non c’era un capriccio di Tosi ma una deliberazione del massimo organo veneto del partito».

 

FLAVIO TOSI

Con lei, avrebbero un piede fuori dal gruppo anche Emanuela Munerato (la senatrice-operaia che ieri ha fatto sapere d’essere stata colpita dal fuoco di Sant’Antonio «per il dolore della scissione») e Raffaela Bellot mentre alla Camera sono dati con le valigie gli onorevoli Matteo Bragantini e Roberto Caon, che pure prende tempo: «È una questione di coscienza, mi confronterò con la mia squadra perché, checché ne dica Salvini, noi non siamo approdati a Roma solo perché siamo “amici di Tosi”. Io e Flavio a malapena ci parlavamo nel 2013».

 

Il terzo dei tre deputati in uscita, Emanuele Prataviera, non avrebbe ancora deciso. L’esodo avrebbe comunque effetti diversi nelle due Camere: a Palazzo Madama il gruppo leghista conserverebbe infatti i numeri per sopravvivere mentre a Montecitorio scenderebbe sotto la fatidica «quota 20» e dovrebbe chiedere una specifica autorizzazione all’Ufficio di presidenza.

SALVINI - TOSI - ZAIA 4c4cb9f2

 

La guerra, insomma, è alle porte. Il consiglio federale tornerà a riunirsi oggi in via Bellerio per mettere a punto l’operazione «300 gazebo in 300 piazze» a sostegno di Zaia e anche Roberto Maroni, che fu il mentore di Tosi, non ha dubbi: «Ci attrezzeremo per far vincere Luca, l’ho chiamato e gli ho detto che sono disponibile ad appoggiarlo quando e come vuole». Il sindaco non gradirà ma può consolarsi con l’endorsement inaspettato di Massimo Cacciari: «Tosi può essere un elemento preziosissimo nella formazione del nuovo centro moderato. Renzi gli farebbe i ponti d’oro».