VIDEO! ALL’USCITA DALL’AUDIZIONE DEL COPASIR SULL’EVASIONE DELLA SPIA RUSSA ARTEM USS SI VEDONO SALIRE IN MACCHINA GIORGIA MELONI CON LA POTENTISSIMA SEGRETARIA PERSONALE PATRIZIA SCURTI, ELISABETTA BELLONI E ALFREDO MANTOVANO DIREZIONE PALAZZO CHIGI. CHE STA A SOLI 300 METRI DA LÌ! – IL DAGOREPORT: LA RESPONSABILITÀ DELL’INCREDIBILE FUGA DELLA SPIA RUSSA? “REPUBBLICA” DA’ LA COLPA ALLA MAGISTRATURA MILANESE CHE POTREBBE ESSERE STATA NEGLIGENTE SULLA VIGILANZA. MA IL CAPO DEL DIS, BELLONI, CON UNA GUERRA IN CORSO E UNA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE DELL’INTELLIGENCE USA, NON PUÒ NON OCCUPARSENE - MELONI: "NON E' STATA COLPA DEL GOVERNO MA DI UN ALTRO ORGANO DELLO STATO" (QUALE?)
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1. COPASIR, OLTRE DUE ORE DI AUDIZIONE PER LA PREMIER MELONI
(askanews) - La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha lasciato palazzo San Macuto al termine dell'audizione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), durata oltre due ore. All' audizione hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi Alfredo Mantovano e la Direttrice generale del Dis Elisabetta Belloni. Meloni sta rientrando a Palazzo Chigi per incontrare per un saluto il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno Nechirvan Barzani.Poi, alle 19, la premier incontrerà il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton
2. COPASIR: MELONI SU EVASIONE USS, NON COLPA GOVERNO
(AGI) - "Non e' stata colpa del Governo, ma di un altro organo dello Stato". Lo avrebbe affermato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Copasir sull'evasione di Artem Uss, l'uomo di affari russo che era ai domiciliari a Basiglio. La linea di Meloni e' stata riferita da diversi esponenti del Copasir.
Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, Uss e' riuscito a lasciare l'Italia in poche ore in macchina il 22 marzo, cambiando piu' auto e con documenti falsi, attraverso il confine triestino ed e' entrato in Slovenia. Da li' e' arrivato in Serbia, da dove avrebbe preso un volo per la Russia. Investigatori e inquirenti hanno appurato che il 40enne, figlio del governatore di una regione siberiana molto vicino a Putin, sarebbe stato aiutato nell'evasione da un gruppo operativo composto da meno di dieci persone, pare 6 o 7 in tutto, dell'Est Europa, alcune gia' indagate e altre da identificare.
La procura sta indagando pure su un "secondo livello", probabilmente uomini dei servizi segreti russi, che avrebbero organizzato il blitz. Primi indagati nell'inchiesta sull'evasione di Artem Uss, l'uomo d'affari russo evaso dai domiciliari a Basiglio, il 22 marzo, il giorno dopo che la Corte d'Appello aveva dato il via libera alla sua estradizione negli Usa. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, Uss e' riuscito a lasciare l'Italia in poche ore in macchina, cambiando piu' auto e con documenti falsi, attraverso il confine triestino ed e' entrato in Slovenia.
Da li' e' arrivato in Serbia, da dove avrebbe preso un volo per la Russia. Investigatori e inquirenti hanno appurato che il 40enne, figlio del governatore di una regione siberiana molto vicino a Putin, sarebbe stato aiutato nell'evasione da un gruppo operativo composto da meno di dieci persone, pare 6 o 7 in tutto, dell'Est Europa, alcune gia' indagate e altre da identificare. La procura sta indagando pure su un "secondo livello", probabilmente uomini dei servizi segreti russi, che avrebbero organizzato il blitz.
"Sono in Russia! In questi ultimi giorni specialmente difficili persone forti e affidabili mi sono state vicine. Grazie a loro!", aveva fatto sapere lo stesso Uss il 4 aprile scorso dalla Russia. E suo padre, Alexander Uss, in un video non piu' disponibile a causa delle polemiche suscitate in Russia, ha espresso la sua riconoscenza nei confronti di Vladimir Putin. "Ci sono molte versioni su come sia andata, ma non faro' commenti. Sono solo contento che mio figlio Artem sia tornato a casa. E per questo ringrazio Vladimir Putin: non e' solo il nostro presidente, e' soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso"
Il Pd ha attaccato duramente il Governo sull'evasione di Uss. Il responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, aveva affermato nei giorni scorsi: "Sul caso Artem Uss il silenzio del Governo era inquietante, ora e' intollerabile. Oggi il padre ringrazia Putin e 'amici' stranieri per l'evasione milanese.
Il Pd depositera' un'interrogazione. Spieghino cosa e' successo. Ne va della credibilita' internazionale dell'Italia". Lia Quartapelle aveva aggiunto: "Il governo deve chiarire: come e' possibile che una persona su cui pendevano 12 capi di accusa gravi (da riciclaggio a traffici internazionali) in attesa di estradizione evada senza che ci sia impegno a fare piena luce su cosa e' accaduto?". Enrico Borghi, uno dei rappresentanti del Pd al Copasir, tiene la bocca cucita con i cronisti all'uscita da palazzo San Macuto:
"Io non parlo sul Copasir. Potete seguirmi anche per un chilometro". Giovanni Donzelli (Fdi) e' categorico: "Non parlo". Ettore Rosato (Italia viva) si limita ad affermare: "La relazione di Giorgia Meloni e' stata soddisfacente e ha riguardato tutto l'universo mondo". Licia Ronzulli, rappresentante di Forza Italia al Copasir, afferma: "Io non parlo. La notte voglio dormire tranquilla". Claudio Borghi (Lega), uscito insieme a Donzelli, sceglie la linea di non fare alcuna dichiarazione.
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