VIOLANTE 1 A VIOLANTE 2: “DIAMO PIÙ FIDUCIA AGLI IMPRENDITORI ANZICHÉ SORVEGLIARLI” – L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA, OGGI AL VERTICE DELLA FONDAZIONE LEONARDO (CHE HA SEDE NELLO STESSO PALAZZO DI BERLUSCONI) PROPONE DI RIVEDERE LA LEGISLAZIONE SUGLI APPALTI “PENSATA E SCRITTA NON PER DISCIPLINARE IL SETTORE, MA PER CONTROLLARLO”. IL CAPOGRUPPO DELLA LEGA IN SENATO ROMEO APPREZZA…
-Luciano Violante per il Corriere della Sera
«Si programmano interventi per la ripresa della produzione. Si studiano le modalità per permettere ai singoli settori produttivi di operare nella salvaguardia della salute. Si progetta di immettere grandi quantità di danaro nell' economia. Vogliamo che le cose vadano nel migliore dei modi possibili. Ma questi interventi avranno un successo limitato se non si cancelleranno le leggi e le prassi amministrative fondate sul sospetto e sulla sfiducia nei confronti del cittadino comune e dell' imprenditore. La mafia e la corruzione vanno combattute senza rilassatezza e lo stiamo facendo. Ma è sbagliato adottare prassi e approvare leggi che dovrebbero governare le attività dei cittadini e degli imprenditori come se si trattasse sempre e comunque di soggetti socialmente pericolosi.
La legislazione sugli appalti, ad esempio soffre di questo vizio di origine; fu pensata e scritta non per disciplinare il settore, ma per controllarlo. In quelle leggi l' imprenditore è considerato un soggetto socialmente pericoloso da sorvegliare passo dopo passo e da punire appena possibile; un' opera o una prestazione di servizio sono considerate un' occasione di ladrocinio e di corruttela. Sono leggi basate sul sospetto che non producono opere, ma sorveglianze. Mafia e corruzione vanno duramente combattute, ma l' eccesso di sorveglianza si abbatte solo sulle persone oneste. Nessun Paese può rinascere e progredire nel sospetto, nella sorveglianza e nella sfiducia. Gli italiani hanno dimostrato concretamente rispetto e fiducia nei confronti del governo. Ora il governo deve dimostrare concretamente rispetto e fiducia nei confronti dei cittadini».
*Presidente della Fondazione Leonardo.
ROMEO
Amelia Cartia per https://fondazioneleonardo-cdm.com/it/news/il-senso-della-fiducia-romeo-la-ricostruzione-cammina-sulle-gambe-degli-imprenditori/
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, ha già manifestato in un intervento in Aula il suo apprezzamento per la ricetta post pandemia proposta da Luciano Violante, presidente di Fondazione Leonardo. Ovvero: fiducia dei cittadini nei confronti del governo, e fiducia del governo nei confronti dei cittadini.
“Ho trovato interessante - spiega il senatore - la visione di Luciano Violante relativa al tema della ripresa economica e della ricostruzione post pandemia. Mi sono ritrovato nell’idea che lo Stato sembri guardare con sospetto chi fa impresa. La ricostruzione cammina sulle gambe degli imprenditori e anche noi della Lega siamo convinti che sia necessaria maggiore fiducia affinché il nostro Paese si riprenda, possa ricominciare a correre e riconquistare così l’importanza che ha sempre avuto e che merita. Dobbiamo per questo affidarci al genio e all’estro dell’essere italiani, al fianco di chi ha idee e di chiunque sappia metterle in pratica e rischiare”.
Come si traduce in pratica questa idea di ripartenza?
“Con una fiducia da parte delle istituzioni nei confronti di chi fa impresa. Non è il momento di complicare con la burocrazia: è piuttosto il momento di abbassare le tasse e cambiare il sistema normativo in modo da eliminare gli ostacoli per chi può fare impresa.
La pubblica amministrazione deve semplificare, indicare delle strade - ovviamente lecite, non serve sottolinearlo - per andar più veloci, non per rallentare. Il primo passo dovrebbe essere poter andare in deroga al codice degli appalti, seguendo direttive europee, ma fare anche delle leggi semplici e limpide, un testo unico per le imprese, che l’imprenditore debba rispettare, senza perdersi in mille autorizzazioni preventive.
Naturalmente sì sono necessarie le verifiche ma la sfiducia e il sospetto non possono essere la condizione di base. È una questione di approccio culturale: lo Stato dà delle regole di base, e si fida che l’imprenditore le rispetterà. La domanda è: l’Italia è pronta per questo salto culturale? Io penso che la politica possa trovare delle mediazioni. Molti imprenditori ci segnalano che è inutile erogare dei prestiti se poi manca il mercato. Per restituire tranquillità occorre introdurre una flat tax, concedere agli imprenditori un rinvio della tassazione, che dà respiro nel breve e ripaga nel lungo periodo. Anziché limitarsi agli incentivi e ai prestiti, una parte dei 55 miliardi previsti per la ripartenza potrebbe essere investita in questo tipo di attestazione di fiducia”.