VISCO INFERNO PER RENZI: ''SENZA IL QUANTITATIVE EASING, L'ITALIA NON USCIVA DALLA RECESSIONE FINO AL 2017''. OVVERO: LE SPACCONATE DEL PREMIER CAZZARO NON SERVONO A NIENTE, CONTA SOLO L'INIEZIONE DI SOLDI GRATIS BY DRAGHI. CHE MINACCIA LA FINE DELL'EUROPA PER SMUOVERE I TEDESCHI SU GARANZIE COMUNI E UNIONE BANCARIA - IL TERZO SALVATAGGIO DELLA GRECIA È GIÀ UN FALLIMENTO. TORNA LA GREXIT?


 

Ugo Bertone per “Libero quotidiano

 

ignazio visco

«Le prospettive per l' economia mondiale sono circondate da incertezza. Dobbiamo fronteggiare persistenti forze disinflazionistiche. Si pongono interrogativi riguardo alla direzione in cui andrà l' Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi shock. In questo, il nostro impegno a onorare il mandato conferitoci continuerà a rappresentare un' ancora di fiducia per i cittadini d' Europa».

 

Mario Draghi chiude così la prefazione al rapporto annuale della Bce, sottolineando l' intreccio sempre più pericoloso tra l' emergenza geopolitica, il malessere dell' economia e la fragilità della casa comune europea.

 

ignazio visco mario draghi

Olanda, Grecia, brexit. Le parole di Draghi cadono a poche ore dall' ultimo segnale di sfiducia dei cittadini europei verso la Ue. Gli elettori olandesi hanno bocciato con un secco no (64% contro il 36%) l' accordo per l' adesione dell' Ucraina alla comunità di Bruxelles. Le conseguenze pratiche? Probabilmente nessuna, perché il referendum solo consultivo ha richiamato alle urne solo il 32% degli olandesi. Ma questo, semmai, è un segnale di crisi ancor più grave: che senso ha chiamare gli elettori a voti privi di conseguenze pratiche, come era già capitato, nei Paesi Bassi come in Francia, in occasione del voto sul trattato di Lisbona?

salvatore rossi ignazio visco

 

L' infortunio segue di poco l' ennesima commedia greca: il terzo piano di salvataggio di Atene non sta in piedi. Il governo fatica ad imporre nuovi tagli e la Germania non intende trattare una riduzione del debito ellenico. Senza una soluzione rapida non è da escludere il fallimento della Grecia in estate. Il no di ieri degli olandesi indica una tendenza che sta prendendo piede in tutta Europa, Regno Unito compreso. Potrebbe sopravvivere la Ue al Brexit? Per qualche tempo sì, più per inerzia che per volontà propria. Anche perché la decomposizione sarà accelerata dalle tensioni ai confini e ai tanti possibili «nuovi shock» di cui ha parlato il presidente della Bce.

 

tsipras copia

Torna a salire lo spread. È in questa cornice che vanno giudicati i nuovi segnali di malessere finanziario che attraversano l' Europa.

 

Nonostante l' iniezione di liquidità sui mercati torna a salire lo spread a vantaggio dei titoli tedeschi, che ormai rendono meno dello 0,1% a dieci anni. Il calo dei tassi, ha sottolineato ieri il vice di Draghi, il portoghese Victor Constancio, mette a rischio la redditività delle banche, problema a suo dire più grave delle sofferenze degli istituti di credito. Ma, ad aggravare il quadro contribuisce il no tedesco ad una garanzia comune sui bilanci bancari che complica la raccolta dei capitali necessari per rafforzare il patrimonio degli istituti italiani.

 

vitor constancio

«Se necessario, faremo di più». «Ma la Bce non intende arrendersi a una inflazione troppo bassa, anche di fronte a forze deflazionistiche globali» ha sottolineato Draghi, fermo nel difendere il Quantitative Easing senza cui «l' inflazione sarebbe stata negativa nel 2015, più bassa di oltre lo 0,5% nel 2016 e inferiore dello 0,5% nel 2017.

 

Il programma di acquisti di asset aumenterà il Pil dell' Eurozona dell' 1,5% nel periodo tra il 2015 e il 2018». Pesante il giudizio sul governo Renzi da parte di Ignazio Visco (Bankitalia): senza Qe «l' Italia sarebbe uscita dalla recessione solo nel 2017 e l' inflazione sarebbe rimasta negativa per l' intero triennio». Il capo economista della Bce, Peter Praet, ha rincarato la dose: «Se ulteriori shock avversi dovessero materializzarsi, le nostre misure potrebbero essere ricalibrate una volta di più».

 

QUANTITATIVE EASING DRAGHI

Il bilancio del 2015, ha concluso Draghi, non è negativo. Anzi, «abbiamo visto un rafforzamento della fiducia. La domanda interna ha sostituito quella estera come motore della crescita. La dinamica del credito ha iniziato a recuperare. L' occupazione ha continuato a salire. Infine i timori di deflazione sono stati del tutto eliminati».

 

Tutto vero, ma la Bce dà sempre più l' impressione di essere l' ultimo pilastro di una costruzione in degrado cui nessuno vuol metter mano. «Altre politiche devono agire». Altrimenti l' estate rischia di essere rovente.