IN VISTA DELLE REGIONALI IL CENTRODESTRA SI INTERROGA: MEGLIO PERDERE 3-0 O INCASSARE TRE SCONFITTE PER 1-0? – IN AUTUNNO SI VOTA IN EMILIA-ROMAGNA, LIGURIA E UMBRIA. TRE REGIONI NELLE QUALI IL CENTROSINISTRA SEMBRA DESTINATO A VINCERE – IL GOVERNO VUOLE ACCORPARE I TRE VOTI IN UN'ELECTION DAY IL 17 E 18 NOVEMBRE. MA IN QUEI GIORNI LA FINANZIARIA SARÀ NEL PIENO DELLA DISCUSSIONE. E IN FDI A QUALCUNO È VENUTO IL DUBBIO CHE NON SIA UNA GRANDE IDEA...
-Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
L’ultima parola ancora non è stata pronunciata. Sull’election day per le Regionali d’autunno c’era chi si attendeva la decisione definitiva dall’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, mercoledì scorso, ma così non è stato. Eppure, nel centrodestra ne sono tutti arciconvinti e accettano scommesse: in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria si andrà a votare il 17 e 18 novembre.
L’idea sembrava già definitivamente acquisita, fino a quando tra alleati (a partire da Fratelli d’Italia) è venuto qualche dubbio: in quei giorni la finanziaria sarà nel pieno della discussione. E tutti sanno bene che non sarà affatto facile condurre in porto la legge di Bilancio. Se le elezioni fossero in date diverse, le discussioni pre-elettorali potrebbero in qualche misura essere condizionate dalle prevedibili polemiche sulla futura manovra.
Ma appunto, alla fine tutti ne sono convinti. Il 17 e 18 novembre l’Emilia-Romagna ha già fissato l’appuntamento con le urne. Per contro, il presidente facente funzione della Liguria, Alessandro Piana, ha già indetto le elezioni per il 27 e 28 di ottobre. Ma il governo con un decreto potrebbe decidere appunto di accorpare tutti gli appuntamenti. Mentre l’Umbria una data ancora non l’ha fissata.
Il fatto è che per il centrodestra la tornata elettorale entrante non è semplice. C’è l’Emilia-Romagna che resta la «roccaforte rossa» di sempre. Qui, il centrodestra ha anche la candidata: Elena Ugolini è la rettrice delle scuole Malpighi di Bologna, vicinissima a Comunione e liberazione e già sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti. Ma se la dovrà vedere con il politicamente assai agguerrito sindaco di Ravenna Michele de Pascale (Pd).
E poi c’è l’Umbria, a sua volta «roccaforte rossa» fino a quando la leghista Donatella Tesei – con Matteo Salvini oltre il 30% – non l’ha espugnata. Ma la navigazione della presidente con la sua maggioranza non è stata sempre serena: per rimanere allo scorso 31 luglio, la Lega si è ritrovata in Aula senza alleati ed è mancato il numero legale. […]
E infine c’è la Liguria. In cui il presidente uscente Giovanni Toti è stato agli arresti domiciliari per tre mesi e avrà la prima udienza del processo il 5 novembre, al centro geometrico della campagna elettorale, un paio di settimane prima dell’apertura delle urne. Qui, ancora manca il candidato da opporre all’ex ministro pd Andrea Orlando.
Nella maggioranza di governo non se lo nasconde nessuno, il rischio di uno slam del centrosinistra è alto. E così, un leghista pone la domanda in questo modo: «Meglio un tre a zero secco oppure due, o addirittura tre, uno a zero?».