LA VITA DA FILM DI RYAN ROUTH, IL COSTRUTTORE DI CASE 58ENNE CHE HA PROVATO AD ACCOPPARE TRUMP E VOLEVA "RADERE AL SUOLO MOSCA" - NEL 2002 SI BARRICÒ IN UN PALAZZO NEGLI USA, TIRANDO FUORI UN MITRAGLIATORE - DOPO L'INVASIONE RUSSA, ROUTH VOLO' A KIEV, VOLEVA ARRUOLARSI NELLA BRIGATA INTERNAZIONALE PORTANDO A COMBATTERE GLI EX MILITARI AFGHANI ADDESTRATI DAGLI AMERICANI (NE HA CONTATTATI ALCUNI IN PAKISTAN TRAMITE UN EX MARINE) - TENTO' DI CONTATTARE BOB GELDOF ED ELTON JOHN PER ORGANIZZARE UN CONCERTO PRO-UCRAINA - LE SCUSE AL POPOLO IRANIANO E IL SUO TENTATIVO DI COMPRARE IN EUROPA TANK E AEREI DA FORNIRE A KIEV...

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ROUTH, IL VOTO PER DONALD I VIAGGI A KIEV E I VISTI AFGHANI “MORTE A PUTIN E AI DITTATORI”

https://www.repubblica.it/esteri/2024/09/17/news/ryan_routh_chi_e_attentatore_trump-423504121/

Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per "La Repubblica"

 

RYAN ROUTH

Un po’ Capitan America, un po’ Dottor Stranamore ma sempre con la convinzione che la democrazia vada imposta con la violenza. Azioni e scritti di Ryan Wesley Routh, l’attentatore di Donald Trump, sono un catalogo manicheista di lotta armata, dove il Bene deve sconfiggere il Male a costo «di radere al suolo Mosca», invocando che all’Ucraina venissero fornite testate atomiche per realizzare questa missione purificatrice. Non esiste il grigio, ci sono solo «il bianco e il nero» e ovviamente decide lui chi è nel giusto, leader e popoli inclusi.

 

[...] Più difficile fare luce sul passato del cecchino fai-da-te, che da un quarto di secolo appare denso di arresti senza mai una condanna penale o una detenzione. Nel 2002, quando la polizia lo ha fermato in auto a un semaforo, si è barricato per tre ore in un palazzo tirando fuori “un’arma di distruzione di massa” ossia un mitragliatore fully automatic: uno dei pochi fucili che persino negli Usa sono considerati pericolosi.

 

RYAN ROUTH - 2

E ci sarebbero pure altri precedenti per esplosivi e moschetti, tutti finiti senza pene. Un’immunità che è destinata ad alimentare le congetture dei complottisti, già pronti a interpretare e dividersi su ogni dettaglio della biografia di Routh a partire dal fatto che nel 2016 avrebbe votato Trump per poi detestarlo e trasformarsi in fan di Biden&Harris.

 

[...] Dopo l’invasione russa, il costruttore di “casette low cost al servizio dei più deboli” parte dalle Hawaii per Kiev e cerca in tutti i modi di ottenere visibilità. Indossa una t-shirt e una bandana a stelle e strisce; issa una tenda sulla piazza principale e presenzia a ogni evento: viene ripreso in lacrime durante una manifestazione delle mogli dei soldati della Azov, brigata che non è un modello di valori democratici. ù

 

Nell’aprile 2022 il giornalista Sebastian Leber del Tagesspiegel ci mette poco a comprendere di avere davanti una persona disturbata: «Bisogna cancellare Mosca dalle mappe prima che Putin distrugga Kiev – gli dice -. E se nessuno ha il coraggio di farlo, io sono pronto a premere il grilletto». Vuole «lottare e morire» ma è sintomatico che non riesca ad arruolarsi nella Legione Internazionale che combatte al fianco degli ucraini: nel giro di qualche mese i rappresentanti ufficiali dell’organizzazione pubblicano sui social avvisi che mettono in guardia sui piani spericolati di Routh. Il più ardito arriva fino al New York Times: ingaggiare gli ex militari afghani addestrati dagli americani ed espatriati per fuggire ai talebani.

 

trump

Tramite un ex marines ne contatta alcuni che si trovano in Pakistan o in Iran e spiega di volerli portare in Europa con passaporti falsi o corrompendo le autorità locali.

 

Quando l’operazione si dimostra velletaria, indossa giacca e cravatta e gira l’Europa in cerca di aerei e tank per le forze ucraine ma non chiude un contratto. Torna a casa, squattrinato e demoralizzato, per ampliare le campagne in nome di «diritti, libertà e democrazia»: si offre come scudo umano a Taiwan e chiede di mobilitarsi per il popolo cinese. Tenta pure di contattare Bob Geldof e Elton John per spronarli a lanciare un concerto in stile “Live Aid” in appoggio agli ucraini.

 

Ma non è un pacifista. Nel suo libro “La guerra che l’Ucraina non può vincere” è ossessivo nell’apologia del tirannicidio: «Tutti riflettiamo sul perché i nostri cervelloni non abbiano semplicemente ucciso Hitler prima e ora sul perché non abbiamo preso l’iniziativa di ammazzare Putin per chiudere questo conflitto ». Addirittura chiede scusa al popolo iraniano per le sanzioni decise da Trump: «Sentitevi liberi di assassinarlo ed eliminare pure me per quell’errore ( ndr il fatto di averlo votato) e per avere smantellato l’accordo sul nucleare. [...]

 

ARMI, ARRESTI E PROCLAMI DALLE HAWAII ALL’UCRAINA LA VITA DI RYAN ROUTH, CHE ODIA L’EX PRESIDENTE

 

Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

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In uniforme carceraria e manette, è apparso ieri in tribunale in Florida il 58enne Ryan Wesley Routh, sospettato in quello che sembrerebbe un tentativo di assassinare Donald Trump nel suo campo da golf. I primi capi di imputazione riguardano il possesso illegale di un’arma nonostante i precedenti penali. Le altre accuse arriveranno nell’udienza del 23 settembre.

 

In poche ore si sa già tanto di Routh, anche perché era attivissimo online: dai 500 post su X, da altri su Facebook, LinkedIn e da un suo libro emerge il profilo di un uomo di mezza età colmo di indignazione. Proprietario di una piccola impresa edile, dalla North Carolina si era trasferito alle Hawaii e raccontava di costruire case per i senza fissa dimora. Si diceva «pronto a combattere e morire» per l’Ucraina.

 

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[...] L’Ucraina Routh era stato intervistato dal New York Times e da altri media, poiché si era recato a Kiev nell’estate 2022 per combattere come foreign fighter . Falliti i suoi piani per via dell’età e della mancanza di esperienza militare, aveva deciso di farsi portavoce per l’Ucraina, partecipando a manifestazioni, recandosi al Congresso di Washington e attraverso i social. Quando un altro foreign fighter americano lo aveva criticato su Facebook, Routh aveva dichiarato che «bisognava sparargli».

 

Le forze armate di Kiev hanno preso le distanze, dichiarando che non ha mai combattuto con loro ma che contattava spesso la Legione internazionale dell’Ucraina per proporre «idee senza senso e deliranti». Proponeva di reclutare soldati afghani che lottarono contro i talebani per portarli in Ucraina, in alcuni casi illegalmente dal Pakistan e dall’Iran, a combattere contro la Russia.

 

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In un post, chiese a Musk di vendergli un missile per «montarvi sopra una testata da usare contro il bunker di Putin sul Mar Nero ed eliminarlo definitivamente. Per favore puoi dirmi il prezzo?».

 

[...] Nel libro scrive: «Sono stanco di sentirmi chiedere se sono democratico o repubblicano, rifiuto di essere inserito in queste categorie». Dal 2019 al 2020 ha fatto 19 donazioni per un totale di 140 dollari a candidati democratici nelle primarie (Tulsi Gabbard, Elizabeth Warren, Andrew Yang). Nel 2024 ha espresso il suo sostegno per Joe Biden e Kamala Harris, mentre al contempo incoraggiava i rivali di Trump nelle primarie repubblicane. [...]

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