LA VITTORIA MUTILATA DELLA MELONI – DOPO 50 ANNI IL CENTRODESTRA CONQUISTA LE MARCHE GRAZIE AL DEPUTATO DI FRATELLI D’ITALIA ACQUAROLI – I DEM SI MANGIANO LE MANI E ACCUSANO: “SE I 5STELLE AVESSERO FATTO L'ALLEANZA, AVREMMO VINTO” - IL PARTITO DI “GGGIORGIA” AVANZA OVUNQUE. MA LA SCONFITTA DI FITTO IN PUGLIA PESA SUGLI EQUILIBRI DEL CENTRODESTRA. LA SFIDA CON SALVINI PER LA LEADERSHIP: ORA IL CONFRONTO SARA’ SULLA LEGGE ELETTORALE E LA GESTIONE DEL RECOVERY FUND…
-Lorenzo De Cicco per il Messaggero
Toccò all' inizio al centro-sinistra organico della Prima repubblica, in formazione classica Dc-socialisti-repubblicani-socialdemocratici. Poi alla ditta Pds-Ds-Pd. Di fatto, dal primo agosto 1970, cinquant' anni fa, quando nacquero politicamente le Regioni con tanto di giunte, presidenti e assemblee locali, le Marche non hanno mai avuto un presidente di destra. Al più un democristiano, ma appunto in versione centro-sinistra (col trattino).
Da ieri invece, la svolta: il centrosinistra (senza trattino) collassa col rammarico che forse un soccorso grillino, quell' alleanza col M5S caldeggiata dai dem ma affondata dai niet stellati, avrebbe potuto evitare una disfatta, almeno nelle proporzioni, che i sondaggi tratteggiavano da giorni: stravince Francesco Acquaroli, classe 1974, deputato di Fratelli d' Italia, appoggiato da tutto il centrodestra. Acquaroli conquista il 49,1% (1.525 sezioni scrutinate su 1.576), staccatissimo il candidato del centrosinistra, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, al 37,3%. Terzo, il grillino Gian Mario Mercorelli, all' 8,6%.
LE REAZIONI «Grande rammarico, se i 5Stelle avessero fatto l' alleanza, avremmo vinto», ha scritto di getto, «aspettando i dati ufficiali», il sindaco Pd di Pesaro, Matteo Ricci.
«Molto rammarico», anche per Laura Boldrini. «Con il M5S probabilmente avremmo vinto», ha detto Debora Serracchiani, vicepresidente dem. I numeri dicono che in realtà, anche sommando Pd e stellati, l' avrebbe spuntata, di poco, il centrodestra. Senza contare che con la calcolatrice della politica non sempre due schieramenti che corrono separati, uniti otterrebbero lo stesso bottino di voti. Ma tanto basta ai dem per provare almeno ad attenuare il colpo, il manrovescio della disfatta in una regione rossa per eccellenza. Del resto lo era pure l' Umbria, passata meno di un anno fa alla leghista Tesei.
FdI si gode la vittoria, parla di «successo storico». E certamente lo è. «Trionfo Marche - scrive la leader Giorgia Meloni - Grazie ad Acquaroli e a Fratelli d' Italia un' altra roccaforte della sinistra sarà amministrata dal centrodestra. Siamo l' unico partito che cresce in tutte le regioni al voto». E arrivando ad Ancona, l' ex ministra aggiunge: «FdI è la guida fondamentale del centrodestra». «Si percepiva una gran voglia di cambiamento», aggiunge il neo-governatore.
IL TRACOLLO GRILLINO Per il Pd è poca cosa consolarsi con la prima piazza tra i partiti: è al 25,1%. Cresce un po' rispetto alle politiche del 2018 e alle europee dell' anno scorso, ma alle regionali del 2015 era al 35%. Allungo record per FdI che si avvicina con il 18,7% (dal 5,8% di un anno fa) alla Lega di Salvini. Che migliora la performance rispetto alle politiche (dal 17 sale al 22,4%), ma perde molti consensi rispetto alle europee (38%), a vantaggio del partito di Meloni. Alle regionali di cinque anni fa, in ogni caso, il partito di Salvini era al 13%. Il M5S, che alle regionali del 2015 era al 18%, grosso modo lo stesso risultato delle europee, si ritrova al 7,1%.
Pensare che alle politiche del 2018, i Cinquestelle erano il primo partito della regione, al 35%. E la svolta a destra delle Marche non è stato un voto per pochi, l' affluenza è cresciuta dal 53 al 59,7%.
LE ACCUSE NEL PD Nato a Macerata 46 anni fa, Acquaroli è stato sindaco della sua città, Potenza Picena, 15.878 abitanti, consigliere regionale, tentò la scalata alla presidenza delle Marche nel 2015, ma senza chance in partenza, dato che il centrodestra all' epoca correva diviso: Lega e FdI da una parte, Forza Italia e centristi dall' altra. Nel 2018, l' elezione a Montecitorio. Qualche polemica, il 28 ottobre scorso, quando partecipò ad Acquasanta Terme a una cena organizzata da un politico locale per celebrare la Marcia su Roma. La replica: «Non avevo visto il menù», piuttosto esplicito per i richiami al Ventennio.
«Hanno pesato le divisioni del Pd», ha commentato il governatore uscente, Luca Ceriscioli. «Abbiamo pagato il non saper controbattere ai jingle negativi sulla gestione del terremoto e dell' emergenza sanitaria. E il fallimento della nostra banca (Banca Marche, ndr)», è il commento dello sconfitto Mangialardi. «È stata premiata la discontinuità». Il mancato accordo con il M5S?
«Narcisismo e protagonismo locale» fra i grillini, dice il primo candidato governatore della sinistra marchigiana che dovrà accomodarsi sui banchi dell' opposizione.