IL VOTO DI DOMENICA IN GERMANIA SCONQUASSERÀ GLI EQUILIBRI DI ANNI - L’UNICA CERTEZZA È CHE I GRANDI PARTITI TRADIZIONALI SEMBRANO FINITI: LA CDU-CSU E LA SPD GALLEGGIANO AL 20% MENTRE I PARTITI MINORI, DAI GRÜNEN AI LIBERALI, GUADAGNANO TERRENO - QUESTO SIGNIFICA CHE, PER LA PRIMA VOLTA, PER AVERE LA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, SARANNO NECESSARI TRE PARTITI - GLI ESPERTI PARLANO DI FINE DELLA LA DEMOCRAZIA DEI CANCELLIERI E…
-Flaminia Bussotti per "il Messaggero"
A cinque minuti dalla mezzanotte la Germania sembra realizzare di non avere più la mamma: Mutti, la cancelliera venuta dall'Est che ha accompagnato, preso per mano e tranquillizzato i tedeschi per quasi un ventennio. Al voto domenica prossima, per la prima volta dalla sua prima elezione nel 2005, Angela Merkel, non si presenta più. Il suo è stato un lungo addio, cominciato tre anni fa, a ottobre 2018, con l'annuncio di separare le cariche che ricopriva di capo del partito, l'unione cristiano democratica Cdu, e la cancelleria, e di non volersi ricandidare per un quinto mandato alle politiche nel 2021, quelle di domenica, e di rimanere cancelliera fino allo scadere di questo quarto mandato. Ma la presa di coscienza che la sua era è finita è avvenuta per i tedeschi poco alla volta, quasi non volessero rendersene conto.
I SONDAGGI Se per assurdo la cancelliera decidesse di rimettersi in corsa ora, i sondaggi le assegnano una vittoria sicura: stravincerebbe perché è lei, non la Cdu-Csu, che i tedeschi hanno sempre votato finora, anche quelli che avevano sempre votato per altri partiti, i socialdemocratici (Spd) o i Verdi. Adesso il quadro è di totale sconvolgimento dei rapporti di forza, con molte incognite, grande incertezza, e candidati di seconda scelta, inadeguati a seguire le sue orme.
Di sicuro, sulla base dei sondaggi, ci sono alcuni dati che non fanno che confermare la novità e volatilità della situazione. I grandi partiti tradizionali (Volksparteien) sembrano finiti: la Cdu-Csu e la Spd, che nei loro tempi migliori vantavano consensi fra il 40% e il 30%, languiscono ora chi più chi meno attorno al 20%.
I partiti minori guadagnano invece terreno, a cominciare dai Grünen che solo un paio di mesi fa erano arrivati fino al 28% (per poi subito dopo sgonfiarsi, ora sono sul 15%-17%), ma anche i liberali (Fpd), accreditati all'11%-12%. Questo significa che sono finiti anche i tempi in cui uno solo dei due grandi partiti (in prevalenza la Cdu-Csu) riusciva a formare una coalizione di governo a due con un solo alleato. Adesso, per la prima volta, per avere la maggioranza in Parlamento, saranno necessari tre partiti. Gli esperti parlano di fine della Kanzlerdemokratie, la democrazia dei cancellieri. Le possibilità questa volta sono cinque ma quelle probabili due.
In corsa per la cancelleria sono tre candidati, e secondo August Winkler, lo storico più noto della nazione, in gioco stavolta non è il carisma. Armin Laschet (60), leader Cdu e governatore del Nord-Reno-Vestfalia, subentrato alla guida del partito alla dimissionaria Annegret Kramp-Karrenbauer, succeduta a sua volta a dicembre 2018 alla Merkel. Olaf Scholz (63), vicecancelliere e ministro delle finanze, politico di lungo corso, promessa Spd con Gerhard Schröder, ascritto all'ala moderata. Nel giro di pochi mesi, dal 15% in cui stagnava la Spd, data da tutti per spacciata, è risalita ora fino al 25%, 26% ed è su Scholz cancelliere che scommettono i bookmaker.
Dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Schröder sarebbe il quarto cancelliere socialdemocratico e il nono in tutto dopo cinque a guida Cdu (Merkel era l'ottava). Terza in corsa è la copresidente dei Grünen, Annalena Baerbock (40), lanciata come un razzo all'inizio (donna, giovane, preparata e spigliata), tanto che si parlava di lei come la prossima cancelliera con consensi arrivati in aprile a scavalcare la Cdu-Csu fino al 28%, adesso il suo hype si è sgonfiato: colpa di una serie di errori (ritardi nel versamento delle quote di partito, curriculum abbellito, libro plagiato e scopiazzato in oltre 100 punti), la sua immagine è ammaccata. I Verdi restano però punto fermo di una prossima coalizione di governo e si contendono coi i liberali la funzione di kingplayer.
GLI SCENARI Sul tavolo le seguenti opzioni a seconda dei risultati elettorali: Semaforo (dai colori dei partiti), Spd, Verdi e Liberali (gialli) con cancelliere Scholz. Giamaica, fra Cdu-Csu (nero), Verdi e Liberali con cancelliere Laschet. Rosso-Verde-Rosso (Spd, Verdi e Linke, sinistra). Coalizione Germania (Cdu-Csu, Spd e Verdi) oppure, ma improbabile, una riedizione della Grande Coalizione fra Cdu-Csu e Spd, o viceversa, (anche se l'Unione non accetterebbe di fare il junior e la Spd ne ha abbastanza di fare la spalla alla Cdu-Csu). Le più probabili sono Semaforo e Giamaica ma non si escludono altri colpi di scena.