AL VOTO PER LE REGIONALI GLI ITALIANI HANNO PREFERITO IL TELEVOTO DI SANREMO – COME SI SPEGA IL CROLLO DELL'AFFLUENZA IN LOMBARDIA E LAZIO? IL POLITOLOGO D'ALIMONTE: “SI SA DA MESI CHE VINCERÀ IL CENTRODESTRA E SCATTA UN MECCANISMO DI ASTENSIONE” – PREGLIASCO (YOUTREND): “GLI ELETTORI PERCEPISCONO DI AVER VOTATO DI RECENTE PER LE POLITICHE E NON TORNANO ALLE URNE CON FACILITÀ” – IN GIRO PER I SEGGI DI ROMA: “IN SETTIMANA ERAVAMO TUTTI SU SANREMO, SABATO SERA CI SIAMO RICORDATI DELLE REGIONALI. ORA CHI VOTO, MENGONI?

-


1. «LE GENTE PENSA SOLO A SANREMO, QUESTA POLITICA NON INTERESSA PIÙ»

Estatto dell'articolo di Camilla Palladino per il “Corriere della Sera – ed. Roma”

 

ALESSIO D'AMATO AL SEGGIO PER LE REGIONALI DEL LAZIO

In attesa delle partite nel nuovo stadio della Roma, a Pietralata questa domenica si è votato. Pochi gli elettori fuori dal cancello della scuola Perlasca in via Gemmellaro. [...] È faticoso? «Zero – risponde secca Giulia - Se non per orari e paga: 120 euro in 3 giorni». […]

 

Nel seggio c’è la presidente Stefania Parlato, 40 anni «Per ora hanno votato in pochi». «Il 7,8%» precisa Gianmarco, scrutatore e studente di Economia. «Anche trovare giovani per i seggi è stato arduo: ci sono le sessioni di esami» aggiunge la collega Elena, studente di Comunicazione, che tra un voto e l’altro, per vincere la noia recupera sul telefono le esibizioni di Sanremo: «È finito alle 3 di notte, la gente ancora dorme» ironizza Stefania. Il festival ha fatto breccia, dalla periferia al Centro.

FRANCESCO ROCCA AL SEGGIO PER LE REGIONALI DEL LAZIO

 

«In settimana eravamo tutti su Sanremo, sabato sera ci siamo ricordati delle regionali. Ora chi voto, Mengoni?» sorride nella scuola Umberto I, in via Boezio, quartiere Prati, Carlotta Cannucciari, giovane designer accompagnata dal compagno 30enne Marco: «Votare è un dovere. Molti coetanei ci tengono, ma c’è chi non vota per distrazione oppure per scelta». […]

 

2. OPINIONI A CONFRONTO "CON CANDIDATI INCOLORI SCATTA LA SINDROME DELL'ASTENSIONISMO"

Estratto dell'articolo di Carlo Bertini per “La Stampa”

 

È vero che già alle politiche il principale protagonista (dopo la prima premier donna) è stato il crollo dell'affluenza, è vero che il trend si ripete ormai da anni. Ma è pur vero che in altre epoche ci furono dei tracolli, come in Emilia Romagna, dove nel 2014 dopo le dimissioni di Vasco Errani votarono il 37 e passa per cento degli elettori, con un calo di 30 punti rispetto alle regionali del 2010, poi recuperato nel 2020.

 

GIOVANNI DIAMANTI

«Ma questo è un dato bassissimo - nota l'analista esperto di comunicazione politica, Giovanni Diamanti - un dato che in un'elezione con la fine già annunciata, può dare qualche sorpresa in più: con un'affluenza più bassa è difficile che quanto previsto nei sondaggi, avvenga allo stesso modo. Il centrodestra è nettamente favorito, se c'è qualche incognita in più dovuta al bacino dei votanti, è il centrosinistra che può provare a sperare». […]

 

Dunque il dato iniziale è che sotto un profilo strettamente tecnico, «l'affluenza molto bassa rende i sondaggi più suscettibili a variazioni. E la speranza del centrosinistra è che si rafforzi l'affluenza nelle città». Tre, secondo Diamanti, le ragioni del calo di partecipazione: «una campagna elettorale poco visibile mediaticamente, elezioni che scaldano poco il cuore, candidati governatori meno rilevanti dei candidati sindaci».

 

LORENZO PREGLIASCO

[…] per Lorenzo Pregliasco di You Trend […] anche qui il motivo è da ricercare nel «disinteresse notevole per questa campagna, che si lega al fatto che gli elettori percepiscono di aver votato recentemente per le politiche e non tornano una seconda volta con facilità». Ma c'è di più, quella delle regionali poco partecipate «è una tendenza sistemica, le persone faticano a capire in che modo il loro voto incida. E alle regionali in genere l'affluenza è più bassa che alle altre elezioni». […]

 

Anche il politologo e docente della Luiss, Roberto D'Alimonte, non si scompone più di tanto: «Dobbiamo aspettare il dato finale, domenica è stata una bella giornata in Lazio e Lombardia e tanta gente è andata in giro».

 

Prof Roberto D'Alimonte

L'elemento portante di questa disaffezione per D'Alimonte è determinato dalla scarsa competizione messa in campo dagli schieramenti: «Perché questo voto è così scontato da mesi, si sa che vincerà il centrodestra e scatta un meccanismo di astensione, quasi automatica e inerziale, una sorta di sindrome da astensionismo, dovuta anche al fatto che i candidati hanno poco appeal, non sono molto trascinanti e ormai nelle elezioni, la figura del leader è importante [...]».

LETIZIA MORATTI AL SEGGIO PER LE REGIONALI DELLA LOMBARDIA
ATTILIO FONTANA AL SEGGIO PER LE REGIONALI DELLA LOMBARDIA