VOX POPULI – IN SPAGNA IL RE FELIPE VI HA AFFIDATO L’INCARICO DI FORMARE UN NUOVO GOVERNO AD ALBERTO NUNEZ FEIJOO: IL LEADER DEI POPOLARI DOVRÀ CERCARE DI FORMARE UNA MAGGIORANZA INSIEME AI NEO-FASCI DI VOX (ALLEATI DI GIORGIA MELONI), MA I NUMERI NON CI SONO. QUELLA DEL SOVRANO È UNA SCELTA DOVUTA (IL PP È IL PRIMO PARTITO), MA IL PREMIER USCENTE SANCHEZ SCALPITA: “C’È SOLO UNA MAGGIORANZA POSSIBILE, QUELLA PROGRESSISTA GUIDATA DAL PARTITO SOCIALISTA”
-Estratto dell’articolo di Matteo Carnieletto per “il Giornale”
Alla fine, re Felipe VI ha deciso. E ha affidato ad Alberto Alberto Núñez Feijóo, presidente del Partito popolare spagnolo, l’incarico di formare un nuovo governo. Come ha notato El Pais, per la prima volta Felipe VI si è trovato di fronte a due aspiranti primi ministri che, alle urne, avevano ottenuto risultati simili.
[…] il leader socialista Pedro Sanchez si era detto convinto di raccogliere il sostegno parlamentare necessario per rilanciare un governo progressista: «C’è solo una maggioranza parlamentare possibile, una maggioranza progressista guidata dal partito socialista. Non c'è altra alternativa […]».
[…] Feijóo […] ha accettato l’incarico, affermando: «Ringrazio Sua Maestà per la sua decisione di candidarmi alla Presidenza del Governo. Daremo voce agli oltre undici milioni di cittadini che vogliono cambiamento, stabilità e moderazione con un governo che difenda l’uguaglianza di tutti gli spagnoli».
La decisione del re non sorprende. In Spagna, infatti, è ormai consuetudine che il mandato venga affidato al leader del partito che ha ottenuto più voti. E così è stato anche questa volta. […]
Ora, il leader del Partito popolare si trova davanti a uno scenario non facile. Ha infatti il compito di provare a formare un nuovo governo con Vox, Coalición Canaria e Upn. I numeri però non sono a suo favore. Il partito popolare, infatti, può fare affidamento su 137 seggi; Vox su 33; Coalición Canaria e Upn, uno a testa. Totale: 172.
Quattro seggi in meno rispetto a quelli necessari per ottenere la maggioranza assoluta alle Corti e poter così andare al governo. Un ruolo fondamentale potrebbero averlo i baschi moderati del Pnv, che possono contare su cinque seggi, e che potrebbero sostenere Feijóo, anche se durante le consultazioni avevano affermato di non apprezzare l'ipotesi di una nomina lampo e, nelle scorse settimane, avevano deciso di dare i loro voti ai socialisti per eleggere Francina Armengol come presidente del Congresso.
Feijóo si trova ora a fare i conti soprattutto con Vox. Già nella mattinata di ieri, infatti, il leader popolare aveva chiamato Santiago Abascal sottolineando come i due partiti fossero uniti da «un rapporto di normalità democratica», un riferimento alle ultime diatribe, e condividessero l’obiettivo di «proteggere la nazione e difendere la costituzione».
Del resto, vedere insieme popolari ed esponenti di Vox non è una novità visto che governano già diverse comunità autonome e municipi. Una vittoria per Abascal, visto che più volte aveva chiesto a Feijóo di valorizzare la loro alleanza a livello locale.
[…] Sanchez però ancora spera che l’operazione dei popolari possa trasformarsi in una débâcle. A quel punto, dovranno essere i socialisti a provare a formare un nuovo governo, partendo però da 152 seggi, visto che i catalani di Erc e Junts e i partiti EH Bildu e BNG non hanno partecipato all'incontro con il capo dello Stato. Tra le tante incognite politiche, l’unica certezza è che la Spagna, oggi, è un Paese profondamente diviso. E che chiunque andrà al potere dovrà tenerne conto.