VUOI VEDERE CHE SU APPLE AVREMO L’IRLANDEXIT? DUBLINO FA RICORSO CONTRO L’UE PER LA DECISIONE DI BRUXELLES DI STANGARE IL GRUPPO DI CUPERTINO - IL GOVERNO NON VUOLE FARSI PAGARE DA APPLE I 18 MILIARDI DI TASSE ARRETRATE: TEME DI VEDER FUGGIRE TUTTE LE MULTINAZIONALI SE NON FA DUMPING FISCALE


Marco Bresolin per “la Stampa”

 

APPLE E LA BANDIERA D IRLANDA

L' alleanza con Apple resta solida, la sfida a Bruxelles è lanciata. Il governo irlandese ha deciso: farà ricorso contro la decisione della Commissione europea, che ha imposto alla multinazionale Usa il pagamento di imposte arretrate per 13 miliardi di euro (più 4,8 miliardi di interessi). Si tratta di soldi che finirebbero nelle casse di Dublino, motivo per cui non è difficile immaginare quanto il Paese oggi sia spaccato in due: continuare a braccetto con l' azienda della Mela e sfidare l' Ue o incassare quasi 18 miliardi di euro?

 

PETIZIONI E PROTESTE

PROTESTE PER LE POCHE TASSE PAGATE DA APPLE

Sulla questione nemmeno il governo è compatto. Ma ieri, ha assicurato un portavoce dell' esecutivo, il voto per il ricorso è stato unanime. Sarà ora il Parlamento a dare il via libera definitivo, mercoledì prossimo. E non sono esclusi contraccolpi politici, visto che l' Irlanda si regge su un governo di minoranza. Le pressioni dell' opinione pubblica sono fortissime: ieri è stata presentata alla Camera una petizione firmata da 10 mila cittadini che hanno coniato lo slogan "Take the Tax". Tra di loro c'era anche una manifestante vestita da Biancaneve, giusto per ricordare che non sempre una mela al giorno lev a il medico di torno.

 

LE TASSE DI APPLE E GOOGLE

Ma il governo va avanti, nonostante alcuni analisti abbiano stimato che quei soldi avrebbero potuto cambiare la storia del Paese. Secondo Seamus Coffey, economista allo University College Cork, l'impatto sul Pil irlandese delle imposte "dovute" da Apple (secondo i calcoli dell' indagine Ue) sarebbe stato significativo. Addirittura avrebbe portato a un tasso di crescita annuo tra il 6% e l' 8%, il che avrebbe evitato l' austerity del piano di salvataggio europeo che ha permesso al Paese di rialzarsi dopo la crisi finanziaria.

 

UN CASO SENZA PRECEDENTI

APPLE

Gli esiti del ricorso, annunciato anche da Apple, sono assolutamente imprevedibili. Si tratta di un caso senza precedenti ed è difficile trovare qualche esperto giurista che si sbilanci. Nell' ufficio di Margrethe Vestager sono più che determinati: "Difenderemo la nostra decisione davanti alla giustizia" fanno sapere dopo l' annuncio di Dublino. E la stessa commissaria alla Concorrenza è convinta di aver confezionato un pacchetto inattaccabile: "L' inchiesta è durata tre anni proprio per avere basi solide. Il caso è stato strutturato in modo da superare il vaglio della Corte".

 

Ieri mattina era tornata sull' argomento durante un convegno sulla fiscalità nella sua Copenaghen, annunciando che altre aziende potrebbero rischiare la stessa sorte di Apple.

MARGRETE VESTAGER

Dalla Commissione, solitamente restia a commentare le semplici dichiarazioni altrui, è arrivata anche una piccata risposta all' ex commissario Neelie Kroes, che nel primo esecutivo Barroso si occupava proprio di Concorrenza.

 

L' olandese, che ora lavora con Uber, ha scritto sul Guardian che l' Ue sbaglia ad utilizzare la leva degli aiuti di Stato per intervenire sulle questioni fiscali. "Ci rendiamo conto che può essere impegnativo conciliare il ruolo di ex commissario con la tentazione di esprimere pubblicamente il punto di vista di chi sta nella Silicon Valley" ha replicato un portavoce della Commissione. Certo la questione va al di là dei rapporti tra Ue e Dublino.

 

piercarlo padoan margrethe vestager

Dalla Casa Bianca fanno sapere che Barack Obama porterà il tema dell' elusione fiscale al G20. Per il Presidente americano la questione (non quella specifica di Apple, ma in generale) va affrontata e coordinata a livello globale. Trattandosi di un tema tecnico, certamente non c' è da aspettarsi chissà quale decisione dal vertice mondiale.

Però il caso è destinato a segnare una svolta nei rapporti tra il capitalismo delle grandi multinazionali e le regole fiscali dei Paesi in cui fanno profitti.