VUOTI PERICOLOSI – LA LINEA DI OBAMA CON LA COREA DEL NORD È QUELLA DI IGNORARE TOTALMENTE IL REGIME – PYONGYANG NE APPROFITTA E PROVOCA DI CONTINUO


Da "il Foglio"

KIM JONG UN VISITA UNO STABILIMENBTO CHE PRODUCE FUNGHI

 

Il volto di Matthew Miller tradiva un misto di preoccupazione e rassegnazione, domenica scorsa, mentre veniva condannato dalla Corte suprema della Corea del nord a sei anni di lavori forzati. Non è chiaro perché Miller, 25 anni, californiano, una volta arrivato in Corea del nord il 10 aprile scorso abbia strappato i suoi documenti di soggiorno e abbia chiesto asilo politico a Pyongyang.

 

BARACK OBAMA

Sembra che volesse “rivelare segreti militari per cacciare gli Stati Uniti dalla Corea del sud”, ma in Corea del nord – paese che fa della segretezza un dovere fondamentale – hanno pensato che fosse una spia, e che volesse infiltrarsi nelle prigioni di stato per poi spifferare tutto in occidente. Eppure nell’ultimo anno il regime di Kim Jong-un ha incentivato molto il turismo nel suo paese.

 

Non è difficile partire con alcune agenzie di viaggi che operano in Corea del nord, basta imparare a memoria alcune regole (non si fanno foto senza autorizzazione, non si lasciano Bibbie nei ristoranti). Gli ultimi tre turisti a essere stati arrestati sono cittadini americani (con Miller ci sono Kenneth Bae e Jeffrey Edward Fowle, entrambi detenuti per aver fatto propaganda cristiana), segno che Kim Jong-un ha qualcosa da dire all’America.

DENNIS RODMAN IN COREA DEL NORD

 

La politica di Barack Obama, sin dal suo arrivo alla Casa Bianca, è quella di ignorare completamente il regime. Ma a quanto pare è una strategia che non paga. E non c’è da stupirsi se Kim Jong-un organizza cene istituzionali con la star dell’Nba Dennis Rodman e gli hipster produttori di Vice e della Hbo, se preferisce parlare con Razzi e Salvini. Nel vuoto strategico della Casa Bianca, Pyongyang trova sempre il modo di provocare l’America.

matteo salvini
Antonio Razzi