LA WEBCRAZIA LIQUIDA DEI GRILLINI ALLA PROVA DEL POTERE SOLIDO


1. LA WEBCRAZIA DEI GRILLINI ALLA PROVA
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

La scritta messa all’ingresso del ristorante dove si è tenuta la festa dei grillini a Bologna

Tecnologia e politica, la ricetta per uscire dall'impasse. E dalle polemiche di questi giorni. I Cinque Stelle si dividono su come evitare nuove «trappole» - come le ha chiamate Beppe Grillo - dell'Aula. Le votazioni a maggioranza hanno creato qualche malessere, che si esplicita anche in alcune perplessità sui metodi finora utilizzati. Un parlamentare sbotta: «Non è possibile che dopo ogni votazione ci sia una minoranza che tenti di capovolgerne l'esito. Ormai è la terza volta».

Questioni di democrazia (interna), presenti in ogni gruppo in Parlamento ma che tra gli eletti del Movimento hanno dato vita a una discussione più radicale sulla gestione di discussioni e votazioni. Già prima della giornata di sabato era emersa la volontà di trasmettere in streaming le riunioni dei parlamentari.

Così è stato fatto ieri per la Camera (dopo una parte a porte chiuse), con qualche esito imprevisto: «Mi avvisano da casa che ho sbagliato un congiuntivo. Mi spiace, faccio ammenda, domani prevista fustigazione a mensa», interviene in diretta il moderatore Alessandro Di Battista. Domenica si era riunito per la prima volta un gruppo di lavoro ad hoc per stabilire con quali modalità trasmettere le riunioni.

I GRILLINI DEBUTTANO A MONTECITORIO

«A giorni» - come sostengono fonti vicine ai Cinque Stelle - dovrebbe essere pronta e attiva la piattaforma promossa e creata dallo staff di Gianroberto Casaleggio. Dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni, la chiave di volta dell'esperienza parlamentare dei Cinque Stelle, lo strumento in grado di garantire l'interazione tra la base degli attivisti e gli eletti a Roma.

E non solo. Potrebbe già diventare fondamentale nei prossimi giorni. Il caso dei senatori dissidenti e del loro eventuale allontanamento dai Cinque Stelle fa dibattere. Anche perché ci sono regole precise, contenute nel «Codice di comportamento», firmato da tutti gli eletti. «I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno, per palesi violazioni del Codice di comportamento, proporre l'espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza - si legge -. L'espulsione dovrà essere ratificata da una votazione online sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza».

APRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLO

Lo stesso capogruppo al Senato Vito Crimi, intervistato da La7, dichiara: «Cosa farei oggi se avessi votato per Grasso? Non lo so, probabilmente cercherei di spiegare ma probabilmente rimetterei alla rete la decisione se mi deve essere data una seconda possibilità o meno».

Un caso nel caso. Loro, gli attivisti, quelli che dovrebbero votare e usare la piattaforma dibattono. E non solo dei senatori dissidenti. Ieri parecchi sono stati i commenti sulla scelta dei responsabili per la comunicazione. E non tutti positivi. Come Francesco De Paoli, che scrive alla deputata Paola Nugnes: «Ma questi due affiliati del blog di Grillo li ha scelti qualcuno?

Non è questo forse un modo per tenervi un po' più a bada?». C'è anche però chi vede la mossa con fare benevolo. Mauro Iotti sul blog del leader è pragmatico: «Bisognava avere una congiunzione tra Grillo-Casaleggio e i neoparlamentari» per «non ripetere quella votazione infelice».

Beppe Grillo

Intanto, mentre la base discute e si mettono a punto le strategie tecnologiche, i parlamentari si stanno preparando a lanciare la loro offensiva contro sprechi e abusi della politica. Già nei prossimi giorni dovrebbero essere lanciate le prime denunce-battaglie di questa nuova legislatura. Dopo la baruffa (interna), i Cinque Stelle si preparano allo scontro con il mondo dei palazzi della politica.

2- GRILLINI SENZA CAPO
Andrea Scanzi per Fatto Quotidiano

Beppe Grillo lo sta scoprendo ogni giorno, e come lui Gianroberto Casaleggio. Più ancora, i deputati e senatori 5 Stelle. Fare politica in Parlamento senza i leader accanto, o "megafoni" che siano, non è per niente facile. Soprattutto per chi non ha esperienza. Le sirene ammalianti sono continue e prima o poi qualcuno cede. Lo scenario è del tutto inedito. Il Movimento 5 Stelle è già dentro Comuni e Regioni, ma Camera e Senato sono contesti ben più insidiosi.

Beppe Grillo

Se poi la legislatura è sdrucciola, e al Senato mancano i numeri per governare, ogni mossa diviene decisiva. Inevitabile che, al primo voto importante, ci sia stata una spaccatura (puntualmente ingigantita dai media, ma comunque esistente). Comprensibile la decisione dei 5 Stelle siciliani di votare Grasso, non tanto per stima nel "forte raffreddore" (citando Grillo) quanto per terrore dinnanzi a un'ulteriore "peste bubbonica".

Meno comprensibile, o comunque sgradevole, il post di Grillo sabato sera. Così istintivo e bilioso da necessitare un successivo post (ieri) più conciliante. Stessa sostanza, diversa forma. Dal minaccioso "trarre le conseguenze" al paterno "cascarci in buona fede". Anche Grillo sta comprendendo che il contenitore rischia di contare più del contenuto. Da una parte i sogni di democrazia diretta, il web, la trasparenza.

Dall'altra la realtà: gli incontri in Transatlantico, le scelte concrete da prendere, le responsabilità a cui non si è abituati. Terrorizzato all'idea di una Pandemia Scilipotica ("Almeno 10-15 mi tradiranno"), Grillo tenta disperatamente di serrare i ranghi. Prestando il fianco alle accuse eterne di fascismo. La discussione alla Commissione Industria di sabato, al Senato, è stata emblematica.

Beppe Grillo

Il M5S raccoglie istanze e personalità diverse. Non nasce coeso ed è - a dispetto di quel che sostengono i soloni - più allergico di tutti gli altri ai diktat dall'alto. Per Scelta Civica è naturale non votare pilatescamente (situazionisti, in fondo, si nasce). Per i droidi del Pdl è facile credere che Ruby sia davvero la nipote di Mubarak.

E il motto "fedeli alla linea" rimane un must a sinistra. Non così per il M5S: dentro c'è la destra e la sinistra, il No-Tav e l'idealista, il vegano e i pasdaran. Da qui le urla e i pianti di sabato pomeriggio. Segno di vitalità e passione, che possono però diventare difetti se uniti alla inesperienza e alla mancanza (fisica) di figure carismatiche a cui aggrapparsi.

Vito Crimi è bravo, ma non è Beppe Grillo. Infatti cambia spesso versioni: una al sabato sera ("L'importante era che non vincesse Schifani") e una alla domenica ("Ha ragione Grillo"). Il comico è Genova, il guru a Milano: il parlamentare 5 Stelle è solo. Ed è qui che si inseriscono i rischi di scollamento, di dispersione: di implosione.

BOLDRINI e Vendola

Il M5S è una truppa un po' utopica e un po' ingenua, un po' manichea e un po' sognatrice, che combatte ogni giorno con la propria natura eterogenea (pregio e difetto) e con concetti reputati fino a ieri alieni: pragmatismo, realpolitik, "menopeggismo". Qualsiasi decisione prenderà, scontenterà i massimalisti ("Hanno tradito") e la Casta che sgomita per addebitargli colpe proprie ("Sono irresponsabili"). Il successo alle elezioni ha fatto sì che i parlamentari pentastellati fossero quasi "troppi".

Molti di loro hanno visto Grillo e Casaleggio per la prima o seconda volta dopo le elezioni, durante il raduno in hotel: neanche li conoscono. Non sono pronti, devono crescere in fretta e sono soli, con il loro Codice di Comportamento sottoscritto ma forse non assimiliato fino in fondo (o magari non condiviso).

Nel dubbio infinito tra esigere la rivoluzione hic et nunc, o piuttosto scendere a patti con la contingenza dell'emergenza storica, il 5 Stelle può affidarsi unicamente ai post di Grillo e agli sms di Casaleggio. Tutto il resto è solitudine. Dura è la vita del soldato alla guerra senza il generale a fianco, che ti doni forza quando sei in trincea. Mentre il bombardamento è quasi sempre ad alzo zero.