XI JINPING NON AVRÀ BISOGNO DI UNA GUERRA PER PRENDERSI TAIWAN – L’OPPOSIZIONE DI TAIPEI, DIALOGANTE CON LA CINA, HA TROVATO L’ACCORDO PER UNA CANDIDATURA UNITARIA, CHE METTEREBBE ALL’ANGOLO GLI INDIPENDENTISTI DELLA PRESIDENTE, TSAI ING-WEN. A GUIDARE LE TRATTATIVE È IL FILO-CINESE MA YING-JEOU, CHE NEL 2015 HA INCONTRATO IL LEADER DI PECHINO – INTANTO, GLI AMERICANI CONTINUANO AD ARMARE L’ISOLA DI FORMOSA, E AD ADDESTRARE SOLDATI E PILOTI PER I NUOVI F-16 IN ARRIVO…
-1. SVOLTA A TAIWAN, CANDIDATO FILO-PECHINO SFIDA LA MAGGIORANZA INDIPENDENTISTA
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
C'è uno scoglio, o meglio un'isola, che più di tutto rende improbabile una vera distensione tra Stati Uniti e Cina: Taiwan. Ieri, […] a poche ore dal summit di San Francisco tra Joe Biden e Xi Jinping, proprio da Taipei è arrivata una notizia che potrebbe rappresentare un assist per il presidente cinese.
La sin qui frammentata opposizione, dialogante con Pechino, ha annunciato un accordo per una candidatura unitaria alle presidenziali di gennaio. Una svolta che ribalta completamente gli scenari, che fin qui vedevano favorito il Partito progressista democratico al potere dal 2016, il più inviso a Xi.
Dopo settimane di pressing, l'ex sindaco di Taipei Ko Wen-je ha ceduto al pressing del Kuomintang (KMT), il partito che fu di Chiang Kai-shek. Non è ancora chiaro se il candidato sarà lo stesso Ko, che sin qui si era proposto come una "terza via" […], oppure Hou Yu-ih del KMT. A decidere sarà un complesso meccanismo basato su sondaggi d'opinione ma il favorito sembra Ko, apprezzato dall'elettorato più giovane a caccia di cambiamento dopo anni di salari stagnanti.
La figura cruciale […] è Ma Ying-jeou, che incontrando Xi nel 2015 è diventato il primo e unico leader di Taipei a incontrarne uno di Pechino. È lui ad aver ospitato l'incontro decisivo tra i due partiti dell'opposizione, sarà sempre lui ad annunciare il candidato unitario sabato prossimo.
A meno di nuove rotture […] o di un'improbabile rimonta del nuovo terzo incomodo, il patron della Foxconn Terry Gou, il ticket d'opposizione appare favorito per la vittoria. Ciò non significherebbe che Taiwan sarebbe pronta all'unificazione o ad accettare il modello "un paese, due sistemi" naufragato a Hong Kong, ma di certo ci sarebbe un profondo ribilanciamento dei rapporti con Pechino e Washington.
Xi avrebbe la garanzia che Taipei non procede verso una dichiarazione d'indipendenza formale e sarebbe con ogni probabilità disposta a rilanciare accordi commerciali e infrastrutturali. […]
2. TAIPEI, SEGNALI RASSICURANTI PER PECHINO MA DAGLI USA PIÙ ARMI E F-16
Estratto dell’articolo di Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
Taiwan resta in cima ai pensieri di Xi Jinping, che al solito pretende dagli americani la riaffermazione del principio «Esiste una sola Cina, governata da Pechino». Un’ossessione accompagnata da prove di guerra (centinaia di incursioni aeree e navali).
Joe Biden più volte ha detto che in caso di invasione gli Stati Uniti non resterebbero a guardare, ma impiegherebbero la loro forza militare per difendere l’isola democratica. Ogni volta che il presidente ha parlato di intervento armato […], i funzionari della Casa Bianca si sono affrettati a correggerlo, dicendo che niente è cambiato nell’atteggiamento americano. Un gioco delle parti che rientra nella storica «ambiguità strategica».
Tutte le simulazioni degli istituti strategici prevedono che in caso di guerra le flotte aeree e navali americane e cinesi subirebbero perdite devastanti, con decine di migliaia di caduti. Per inciso: all’economia globalizzata il conflitto Usa-Cina costerebbe tre trilioni di dollari, ricordano gli analisti.
Con queste premesse, il dossier Taiwan è stato portato al vertice di San Francisco. Ma ci sono tre novità tattiche notevoli. Il leader cinese prima di partire ha detto che vorrebbe rilanciare i rapporti economici con l’isola, ha prospettato «uno sviluppo integrato in tutti i campi», lasciando da parte per una volta la retorica bellicosa.
Certo, ha ripetuto che l’obiettivo è la «riunificazione per il bene della nazione cinese», ma ha ridato spazio al dialogo. E da Taipei sono arrivati due segnali degni di nota. Ieri i due principali partiti d’opposizione di Taiwan […] hanno annunciato l’intesa per unire le forze e presentare un candidato di coalizione alle elezioni presidenziali […].
[…] Il secondo segnale viene dal governo. Wellington Koo, il consigliere per la sicurezza nazionale taiwanese ha spiegato alla stampa internazionale che gli Stati Uniti stanno accelerando lo sforzo per accrescere la capacità difensiva dell’isola. «Non stanno solo discutendo la materia, ma agendo», ha detto Koo che ha parlato in particolare di addestramento di truppe e fornitura di armi per combattere una guerra asimmetrica.
È noto che ci sono istruttori militari americani nell’isola, ma per la prima volta Taipei dichiara che l’addestramento fornito dai consiglieri riguarda interi battaglioni delle forze di terra, oltre che piloti per i nuovi F-16 promessi dagli Usa. La dichiarazione di Koo serve a rafforzare il deterrente taiwanese, scoraggiando un attacco cinese, ma è stato un colpo battuto sul tavolo di San Francisco.