ZELENSKY PORTA A CASA ARIA FRITTA - NON C'È STATA UNA CHIARA PROMESSA DI FORNITURA DI AEREI DA COMBATTIMENTO DA PARTE DEI LEADER UE - IL PREMIER POLACCO MATEUSZ MORAWIECKI HA SPRONATO GLI ALTRI LEADER: “DOBBIAMO FARE DI PIÙ. MA AGIRE NEL QUADRO DELLA NATO. E IL PRIMO PASSO DEVONO FARLO I PAESI CHE HANNO PIÙ JET O CHE HANNO JET PIÙ MODERNI”. VALE A DIRE FRANCIA E GERMANIA - ZELENSKY VUOLE CHE I NEGOZIATI DI ADESIONE DELL’UCRAINA ALL’UE INIZINO ENTRO LA FINE DEL 2023. MA È UNA DECISIONE CHE RICHIEDE L'UNANIMITÀ CHE ANCORA NON C'È…
-1 - EUROFIGHTER O MIRAGE? COSA POTREBBE PORTARE A CASA
Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Zelensky, in missione in Europa per ottenere equipaggiamenti, ha detto: non posso tornare a casa a mani vuote. E una risposta — in parte «segreta» — l’ha ricevuta. Alla fine potrebbe ottenere caccia e armi a lungo raggio. Ci sono questioni che però, ha spiegato il suo capo dello staff, sono risolvibili, o «sono state risolte». Cosa gli daranno? Da settimane gli esperti sfogliano il catalogo bellico, ricordando sempre tre fattori: devono essere disponibili, esportabili e la fornitura non deve intaccare la sicurezza nazionale. Si è parlato a lungo degli F16 in dotazione alle aviazioni Nato, dei sistemi Atacms con un raggio d’azione di 300 chilometri e il grande agitarsi di Macron ha portato fuori dagli hangar i caccia Mirage 2000C.
Parigi ne ha «in deposito» alcune decine (li hanno dismessi un anno fa), possono usare bombe a guida laser e dunque rivestire un ruolo nel supporto alle operazioni a terra, sono «macchine» sperimentate con qualche limitazione nei radar. A fine gennaio, quando la Casa Bianca diceva no all’invio dei suoi caccia, era stato ipotizzato il ricorso all’aereo francese e l’Eliseo sembrava pronto a soddisfare le richieste di Kiev. […]
[…] sul dossier caccia gli Usa, dopo aver opposto resistenze, hanno lasciato una mezza porta aperta, la Gran Bretagna ha compiuto un passo annunciando ieri il training di piloti.
Tuttavia oggi ha frenato dicendo che è consapevole dei rischi di escalation […]
2 - L'UE APRE ALLA FORNITURA DI JET "MA SERVE IL VIA LIBERA NATO"
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
[…] l'ambiguità che ha accompagnato la visita di Zelensky a Bruxelles sulla questione della fornitura di aerei da combattimento. Da parte dei leader Ue non c'è stata una chiusura netta, come nelle scorse settimane. E questo è già indubbiamente un passo avanti. Ma non c'è stata nemmeno una chiara promessa come dalla parte del governo britannico. […] «[…] dobbiamo fare di più» ha spronato i colleghi Mateusz Morawiecki, che con gli altri leader dei Paesi baltici si è detto favorevole all'invio di jet. Ma a una condizione: «Dobbiamo agire nel quadro della Nato. E il primo passo devono farlo i Paesi che hanno più jet o che hanno jet più moderni». Vale a dire Francia e Germania.
[…] Mark Rutte […] ha invitato i colleghi alla cautela «perché nessuno di noi vuole uno scontro tra la Russia e la Nato». Sui jet, riassume una fonte Ue informata sulle discussioni, «i leader hanno tenuto un'ambiguità costruttiva». […] La questione è stata poi affrontata in quattro mini-riunioni con altrettanti gruppi di 6-7 Paesi. Ma la vera strategia era stata definita mercoledì sera a Parigi con Emmanuel Macron e Olaf Scholz. […] ha spiegato Zelensky: abbiamo preso decisioni concrete che non posso annunciare pubblicamente».
Secondo fonti diplomatiche europee, si è deciso che al momento bisogna accelerare e incrementare il più possibile la consegna dei carri armati e al tempo stesso fare passi avanti sui missili a lungo raggio, lasciando sullo sfondo l'ipotesi dei jet. Per la quale, però, non ci sarebbero ancora impegni concreti. Zelensky ha poi insistito sull'altra sua grande richiesta: vuole che i negoziati di adesione inizino entro la fine dell'anno. L'Ucraina ha ottenuto nel giugno scorso lo status di candidato, ma ora vuole che il dossier faccia dei passi avanti concreti. «Ci serve per motivare il nostro esercito […] per dirgli per cosa stiamo combattendo. I negoziati devono iniziare quest'anno e quando dico quest'anno intendo 2023, venti-ventitré. Capito Charles?». […] Ma è una decisione che richiede l'unanimità.
E al momento non tutti i leader sono d'accordo, come ha rimarcato l'olandese Mark Rutte. Sono favorevoli i baltici, come Gitanas Nauseda, che ha chiesto alla Commissione di dare il suo parere favorevole già entro ottobre. Oppure l'Irlanda di Leo Varadkar, secondo il quale «è possibile avviare i negoziati anche se parte del territorio ucraino è occupato da un altro Paese, basta guardare a Cipro». L'unanimità, però, ancora non c'è. […]