ZIO VLAD ELOGIA TRUMP E PRENDE A SCHIAFFI OBAMA: ''ROOSVELT SI RIVOLTA NELLA TOMBA, LUI HA UNITO L’AMERICA, BARAK L’HA DIVISA'' – SHOW DI PUTIN NELLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO:“NON C’È NULLA DI INUSUALE NELLA SCELTA DI TRUMP DI RAFFORZARE L’ARSENALE NUCLEARE. LO VOGLIO FARE ANCH’IO”
Congratulazioni a Trump, bacchettate ai democratici. E un convinto auto-elogio per l’evacuazione di Aleppo, «l’azione umanitaria più importante dell’era moderna». Il presidente russo Vladimir Putin, nella consueta conferenza stampa di fine anno, ha detto la sua con grande libertà sui temi geopolitici del momento, dalla Siria all’Ucraina, toccando anche la sfida più calda degli ultimi giorni: l’escalation (per ora solo verbale) sul riarmo nucleare fra Mosca e Washington.
Si preannuncia un rapporto teso fra i due Paesi in futuro? Tutt’altro. Putin «spera di discutere con Trump della normalizzazione delle relazioni Usa-Russia» ed è pronto ad «andare negli Stati Uniti se il presidente eletto lo inviterà».
«ROOSEVELT SI RIVOLTA NELLA TOMBA»
«Roosevelt si sarebbe rivoltato nella tomba: ha unito la nazione durante la Seconda guerra mondiale, l’amministrazione attuale invece divide il Paese»: è durissimo il commento di Vladimir Putin alla presidenza di Barack Obama e al Partito democratico.
Il leader russo respinge vigorosamente l’accusa di aver «manipolato» il voto presidenziale in Usa con operazioni di hackeraggio e contrattacca denunciando il comportamento «vergognoso» dei democratici, perché «bisognerebbe saper perdere con grazia». «Ho sempre detto che la parte perdente cerca i colpevoli altrove, avrebbero fatto meglio a cercare i problemi in loro stessi».
Mano tesa, invece, a Donald Trump: Putin ha auspicato rapporti «costruttivi e pratici» con gli Usa e ha affermato che il futuro presidente ha saputo interpretare bene gli umori della società americana. E non c’è «nulla di inusuale» nella sua volontà di rafforzare l’arsenale nucleare, decisione peraltro annunciata anche dallo stesso Putin nei giorni scorsi.
«UMANITARI AD ALEPPO»
Il leader russo ha sottolineato che i presidenti di Turchia e Iran hanno avuto un ruolo «prioritario» nella liberazione di Aleppo e che questo formato è «aperto ad altre nazioni». Il passaggio suggestivo «è estendere la tregua a tutto il Paese».
I RAPPORTI CON LA TURCHIA
L’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, non danneggia i rapporti tra Mosca e Ankara, che pure ha definito l’omicidio «un attacco alle relazioni russo-turche».
E QUELLI CON L’UCRAINA
«Sono sicuro che prima o poi ci sarà una normalizzazione delle relazioni fra Russia e Ucraina», ha detto il leader del Cremlino, che ha lanciato l’idea di una scambio «generale» fra i prigionieri ucraini in Russia e quelli russi in Ucraina. Poi si è lamentato per la «bassa efficacia» del «formato Normandia» (Francia, Germania, Russia e Ucraina) ma ha riconosciuto che al momento non c’è altra opzione per risolvere la crisi ucraina.
L’ECONOMIA IN (LENTA) RIPRESA
Il Pil della Russia si contrarrà dello 0,5%-0,6% nel 2016, è la previsione di Putin, secondo cui però l’economia russa sta mostrando «una buona dinamica» negli ultimi mesi e il miglioramento rispetto al -3,7% del 2015 è sensibile. «Siamo fiduciosi per i prossimi mesi, torneremo alla crescita», ha detto.
NIENTE DOPING DI STATO
Putin respinge le accuse della Wada (l’agenzia antidoping mondiale) secondo cui la Russia avrebbe avuto per anni un sistema di doping di Stato che coinvolgeva funzionari del ministero dello Sport e i servizi segreti. «In Russia non è mai stato creato, è semplicemente impossibile, e noi faremo di tutto affinché non ci sia mai nessun sistema statale di doping e di sostegno al doping», ha affermato Putin durante la conferenza stampa di fine anno.
Allo stesso tempo ha ammesso che il problema del doping in Russia esiste, ma «come in qualsiasi altro Paese». Il capo del Cremlino ha poi puntato il dito contro la Wada denunciando che «c’è una certa componente politica in tutte queste cose» e «bisogna pulire lo sport, come anche la cultura, da qualsiasi politicizzazione».