ALL YOU NEED IS KLOPP: “IL CHELSEA? TUTTI SAPEVANO DA DOVE VENIVANO I SOLDI DI ABRAMOVICH. SAPEVAMO DA DOVE VENISSE QUEL DENARO MA LO ABBIAMO ACCETTATO. SOLO CHE ORA NON CI VA BENE E COPRIAMO TUTTO CON LE SANZIONI. L’ERRORE È NOSTRO, NON DEL CHELSEA. QUEL CHE È SUCCESSO NEL MONDO NON DIPENDE DA CHI LAVORA PER I BLUES. SOLO UN UOMO IN PRIMO LUOGO È RESPONSABILE PER TUTTO QUESTO ED È VLADIMIR PUTIN”
-Salvatore Riggio per corriere.it
«Quello che ha fatto il governo è giusto, ma mi dispiace per Thomas Tuchel, che conosco bene, i giocatori del Chelsea e tutti quelli lavorano per il club». Sono le parole di Jurgen Klopp, tecnico del Liverpool e connazionale dell’allenatore dei Blues, parlando delle sanzioni del governo britannico contro Roman Abramovich, il magnate russo proprietario del club londinese, a causa dell’invasione russa in Ucraina.
«Quel che è successo nel mondo non dipende da Tuchel, i giocatori o chi lavora per il Chelsea. Solo un uomo in primo luogo è responsabile per tutto questo ed è Vladimir Putin», ha continuato Klopp. E ancora: «Non conosco il ruolo di Roman Abramovich in tutto questo, ma forse ha qualche legame. Quel che ha fatto il governo britannico è giusto, è stato onesto al 100%. Certo, non è il massimo per chi è al Chelsea. O per i tifosi, lo capisco. Ma scusate è importato a qualcuno quando Abramovich ha acquistato il Chelsea? I tifosi si sono preoccupati? Sapevamo da dove venissero quei soldi ma lo abbiamo accettato. Solo che ora non ci va bene e copriamo tutto con le sanzioni. L’errore è nostro, non del Chelsea.
Ora dovremmo pensare di più», ha concluso Klopp. Facendo riferimento allo sbarco in Premier, nel 2003, di Abramovich. Un avvento, quello del magnate russo Oltremanica, che scombinò il mercato e non solo. E all’epoca, pur sapendo della sua presunta amicizia con Putin, la Football Association non fece nulla, permettendo l’acquisto del Chelsea. Adesso, con l’invasione in Ucraina, le cose sono cambiate. Le sanzioni hanno colpito anche i beni di Abramovich, società compresa. Che dopo il 31 maggio – al momento la deroga speciale della Federazione britannica è fino a quel giorno – rischia di scomparire, in caso di mancata cessione.