UN ALTRO SILURO DELLA "GAZZETTA" DI CAIRO A LOTITO – RICICCIA IL CASO ZARATE: ANCHE LA PROCURA DI ROMA HA AVVIATO UN'INCHIESTA - SI INDAGA SUI PAGAMENTI AL GIOCATORE. LE IPOTESI DI REATO SONO EVASIONE FISCALE E FALSE ATTESTAZIONI IN BILANCIO – “LOTITO CI PROMISE 20 MILIONI DI STIPENDIO IN CINQUE ANNI. SOLO CHE DA BILANCIO L' INGAGGIO RISULTAVA DI 7 MILIONI, GLI ALTRI 13 SAREBBERO ARRIVATI SOTTO FORMA DI…”

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Elisabetta Esposito e Valerio Piccioni per la Gazzetta dello Sport

 

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Il caso Zarate-Lazio non è ancora concluso. A indagare sui pagamenti del club biancoceleste all' attaccante argentino, oltre alla Consob che era intervenuta perché la società biancoceleste è quotata in Borsa, c' è ora anche la Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un fascicolo per fare chiarezza su quanto accaduto.

 

Le ipotesi di reato sono evasione fiscale e false attestazioni in bilancio, al momento a carico di ignoti. Il pm Silvia Sereni e il procuratore aggiunto Stefano Pesci hanno incaricato delle indagini il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, che sta continuando a raccogliere informazioni, tra cui quelle che emergono dagli atti ricevuti dalla Procura federale che ha archiviato la propria inchiesta il 6 novembre.

 

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Al momento l' unico ascoltato, il 12 ottobre come persona informata sui fatti, è Luis Ruzzi, il consulente del giocatore che a maggio aveva denunciato i presunti illeciti compiuti dal presidente Lotito nel pagare il giocatore tra il 2009 e il 2013 alla trasmissione di Italia 1 Le Iene : «Lotito ci promise 20 milioni di stipendio in cinque anni. Solo che da bilancio l' ingaggio risultava di 7 milioni, gli altri 13 sarebbero arrivati sotto forma di commissioni che la Lazio avrebbe versato alla Pluriel, una società londinese di Riccardo Petrucchi, e da questa sarebbero poi stati girati ad una società uruguaiana intestata al fratello di Zarate», Sergio, titolare della Moisen.

 

Questo sistema di pagamento, confermato in trasmissione dallo stesso attaccante, avrebbe funzionato per i primi due anni di contratto (2009/10 e 2010/11), interrompendosi nella stagione successiva quando Zarate venne mandato in prestito all' Inter. Ma nella stagione 2012/13, stando a quanto rivendicato da agente e giocatore anche in una raccomandata inviata alla Lazio l' 8 novembre 2019, Zarate avrebbe percepito soltanto la parte di ingaggio fissata dal suo contratto (1,3 milioni), ma mancherebbero i 3 milioni che sarebbero dovuti entrare nelle casse della Moisen dalla Pluriel (mentre il quinto Mauro sciolse il rapporto e si trasferì al Velez Sarsfield).

 

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L' attaccante, nella stessa raccomandata (in cui si precisava pure che «la presente vale anche a interrompere eventuali termini di prescrizione»), accusa il club di aver beneficiato di «un indebito vantaggio fiscale» per il «mancato versamento delle ritenute e dei contributi». Materia su cui adesso sta lavorando la Procura di Roma.

 

 

Davanti a tutto questo Lotito non è rimasto a guardare e dopo il servizio de Le Iene ha fatto partire una controdenuncia per estorsione contro Ruzzi, ora in mano al pm Antonella Nespola che ha affidato le indagini alla Guardia di Finanza. «Lo stipendio di Zarate era di 7 milioni netti in 5 anni - spiega l' avvocato della Lazio Gian Michele Gentile -, il compenso alla Pluriel si giustifica perché al momento dell' acquisto del giocatore ci ha fatto risparmiare 15 milioni grazie a una clausola rescissoria di 20.

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Sono due rapporti diversi. Con Zarate abbiamo chiuso il contenzioso nel dicembre 2018, riconoscendogli parte di arretrati e bonus, e al termine di un' altra causa abbiamo anche pagato 3,2 milioni alla Pluriel, segno che le due cose non erano legate».

Di certo, come dimostrano i bilanci della società biancoceleste, i 20 milioni dalle casse della Lazio sono usciti.

 

E questo è anche il motivo per cui la Procura federale ha optato per l' archiviazione: l' indagine ha infatti accertato l' avvenuto integrale pagamento degli importi dovuti a Zarate e alla Pluriel per l' attività di mediazione nel trasferimento del calciatore, pur rendendosi conto che su alcune di queste attività esistano ancora contenziosi civili pendenti, non di competenza della giustizia sportiva.

 

Per profili legati ad eventuali violazioni della normativa penale in materia tributaria, quelle appunto ipotizzate da Ruzzi, la competenza è della Procura della Repubblica, a cui è stato infatti fornito l' intero fascicolo, che comprende tra le altre cose le audizioni delle persone coinvolte, compreso Sergio Zarate.

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Se dal lavoro della Guardia di Finanza e del pm Sereni dovessero emergere nuovi elementi, la Procura federale potrebbe tornare a valutare il caso per la terza volta (la prima era stata nel 2012, dopo le accuse di Di Canio sulle maxi commissioni di Zarate e si concluse con l' inibizione di Lotito per due mesi).

 

In particolare se venisse accertato il reato di falso in bilancio, su cui vigila la Covisoc per garantire le iscrizioni al campionato, la Procura Figc sarebbe chiamata ad aprire un nuovo fascicolo e a coinvolgere proprio la Covisoc per accertamenti. Una lunga storia che però non è ancora finita.

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