ANCELOTTI E GUARDIOLA: DUE ALLENATORI NEL PALLONE? - LE SCONFITTE IN CHAMPIONS LEAGUE DI REAL MADRID E MANCHESTER CITY CERTIFICANO IL PERIODO COMPLICATO DELLE DUE SQUADRE - GLI SPAGNOLI, STRAPAZZATI DA MILAN E DAL BARCELLONA NEL CLASICO, NON RIESCONO A FAR CONVIVERE I LORO FENOMENI. MENTRE GLI INGLESI, CHE NON PERDEVANO TRE PARTITE DI FILA DAL 2018, SOFFRONO L'ASSENZA DEL NEO-PALLONE D'ORO RODRI...
-Estratto dell'articolo di Massimiliano Nerozzi per il "Corriere della Sera"
Peggior notte, solo Kamala Harris: Real-Milan 1-3, Sporting Lisbona-City 4-1, Liverpool-Bayer Leverkusen 4-0 non sono solo tre sconfitte, ma uno spintone alla storia (Carlo Ancelotti e Pep Guardiola) e un dispetto alla nouvelle vague (Xabi Alonso). […]
Dura trovare crolli altrettanto rumorosi e, quindi, simbolici, per la varietà degli sconfitti. Da una parte, la bellezza che salverà il mondo (e annienterà gli avversari) di Pep; dall’altra il calcio da «Preferisco la Coppa» di Carletto: anche se poi, alla fine della fine, i risultati sono sempre la bussola che orienta i giudizi.
Occhio, non è uno sparo nel buio: il Real aveva alle spalle il disastro del Clasico (0-4) e il City non perdeva tre partite filate dall’aprile 2018. […] Poi, per carità, Guardiola aveva assenze da lista d’attesa dell’Asl — Stones, Ruben Dias, Rodri, Bobb e Grealish — ma anche una rosa da «Mille e una notte» (tranne quella di martedì).
Non bastasse, l’andamento del duello di Lisbona è stato da calma prima della tempesta, con il vantaggio di Foden, prima della grandinata. «Non posso dire molto dopo un 4-1, ma non mi arrendo», ha bofonchiato Pep, al gong. Last but not least , sull’altra panchina c’era Ruben Amorin, da lunedì su quella del Manchester United: quando si dice portarsi il nemico in casa.
Dopodiché, piano con gli epitaffi: Pep è Pep, e Carletto ha un medagliere da hall of fame.
[…] Due talmente enormi, nell’allenare e nel vincere, da aver fatto scuola: Ancelotti, in questi tempi di parossismi, è finito etichettato come esponente del «corto muso», seppur deluxe; Guardiola ha ispirato decine di vocazioni, riuscite e meno, fino a farsi slogan da social («Facciamo gioco»).
In questa notte degli incubi, una sorta di Halloween postdatata, è uscito spaurito dalla Champions pure il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, uno che era tornato nella «sua» Liverpool toccando lo stemma del club sotto al tunnel che porta al campo, tutto commosso. Come lo era, novanta minuti più tardi, la gente di Anfield, avendo visto sbriciolare la squadra tedesca, con una ripresa devastante. […] «Cercherò di separare la buona prestazione dal dolore per il risultato», ha detto alla fine il tecnico spagnolo. Da schiacciasassi della scorsa stagione a schiacciato: coraggio, vista la compagnia.