ARRIVA "MAI DIRE NOI" IL LIBRO CELEBRAZIONE DELLA GIALAPPA'S BAND - "IL MONDIALE IN QATAR UN CASO CLAMOROSO DI SPORT WASHING. E CON TUTTI I SOLDI CHE HANNO I QATARINI NON SONO RIUSCITI A METTERE IN PIEDI UNA SQUADRA DECENTE. SONO STATE UNO SCANDALO ANCHE LE INQUADRATURE EVITATE O LE CENSURE IMPOSTE - CENSURE A MEDIASET? UNA CANZONE DI DE LUIGI SU PREVITI, NERI MARCORE' CHE FACEVA GASPARRI E DE LUIGI IN VERSIONE MARIO GIORDANO. BERLUSCONI SI POTEVA PRENDERE IN GIRO, QUELLI CHE GLI STAVANO VICINO NO..."

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Adriana Marmiroli per “la Stampa”

 

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Nati in radio come commentatori sportivi surreali, Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto, per tutti la Gialappa' s Band, hanno inventato uno stile, fatto la storia della tv e lanciato decine di comici. Il loro primo amore, le cronache pallonare, non l'hanno mai scordato, solo trasferito su Dazn («Coca Cola Super Match») e Twitch (i Mondiali). Giunti ai 40 anni di carriera hanno messo la propria storia nero su bianco: in Mai dire noi (Mondadori Electa), libro a tre voci con il giornalista Andrea Amato.

 

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 Perché ora?

GG: «Prima non abbiamo avuto tempo, troppo lavoro».

MS: «Il direttore generale di Mondadori Electa, Stefano Peccatori, è tornato alla carica nel momento giusto: dopo "Le Iene" eravamo disoccupati».

 

Cosa pensate del Mondiale appena concluso?

CT: «Un non nuovo ma clamoroso caso di sport washing. Era stata eclatante anche l'assegnazione alla Russia, ma almeno i russi hanno una tradizione calcistica».

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MS: «Il Qatar con tutti i soldi che ha investito, non è neppure riuscito a mettere in piedi una squadra decente. Erano inguardabili».

GG: «Anche il cambio di calendario è stato scandaloso. Ma gli "scambi di favori" purtroppo sono dietro l'angolo quando si mettono in piedi eventi che muovono interessi economici così potenti. In Qatar è solo stato tutto più alla luce del sole».

CT: «Per fortuna ora c'è il Parlamento europeo...» (risate)

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E sul fronte dei diritti civili?

CT: «Sono state uno scandalo anche le inquadrature evitate o le censure imposte: la Germania che si tappa la bocca non inquadrata, la fascia e la scarpa arcobaleno proibita. Però alla fine abbiamo visto la nazionale iraniana che non cantava. E i cartelli delle donne iraniane in lacrime a sostegno di quelle che manifestavano in patria. La censura si perpetua dai tempi del pugno guantato di Smith e Carlos a Città del Messico» .

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CT: «E così alla fine tutti ne hanno parlato. Dimostra che potente cassa di risonanza siano questi eventi. Di quei guanti neri ancora si parla».

GG: «Nel nostro piccolo ne sappiamo qualcosa: a Sanremo fu il putiferio quando invitammo a indossare qualcosa di arcobaleno. E parliamo dell'Italia democratica e laica del nuovo millennio» .

 

Altre memorabili censure?

MS: «Una canzone di De Luigi su Previti. Neri Marcorè/Gasparri con De Luigi/Mario Giordano. Uno sketch innocuo sulle sorelle Carlucci, ma una si candidava. Quando Berlusconi scese in campo ci fu qualche nervosismo in più a Mediaset: l'assurdo era che lui si poteva prendere in giro, ma quelli che gli stavano vicino no».

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CT: «Bebo Storti ai Mondiali di sci in Sierra Nevada in fuga dalla polizia spagnola per essersi unito all'unico rappresentante della delegazione senegalese truccato da Alfio Muschio, personaggio di "Mai dire gol", un bergamasco reso nero da un sortilegio. Pare che gli svedesi che venivano subito dopo fossero stati sul punto di tingersi di nero la faccia pureloro. Fu il nostro momento di massima notorietà: ne parlarono le maggiori testate al mondo».

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Ora cosa vi aspetta?

 GG: «Continuiamo con Dazn. Uno speciale con Hunziker. Un nuovo programma ad aprile».

MS: «Ma non è la reunion di "Mai dire gol" che tutti ci chiedono e che Pier Silvio (Berlusconi, ndr) ha annunciato più volte: per la primavera non riusciremmo mai riunire i comici, troppo impegnati».