BRASILE-ARGENTINA È UN INFERNO: BOTTE, SCONTRI SULLE TRIBUNE, CARICHE DELLA POLIZIA: AL MARACANÀ DI RIO DE JANEIRO LA PARTITA INIZIA CON 27 MINUTI DI RITARDO A CAUSA DEGLI INCIDENTI. MESSI RITIRA LA SQUADRA DAL CAMPO. IL PORTIERE ARGENTINO EMILIANO MARTINEZ INTERVIENE CONTRO LA POLIZIA E PROVA PURE A STRAPPARE UN MANGANELLO A UN AGENTE, MA VIENE FERMATO - IL CAOS È SCOPPIATO AL MOMENTO DELL'INNO ARGENTINO COI FISCHI ASSORDANTI DELLO STADIO – ALLA FINE VINCE LA "SELECCION" COL GOL DI OTAMENDI, IL CT SCALONI PENSA ALL'ADDIO – VIDEO
-Horrible scenes in the stands prior to Brazil vs Argentina. pic.twitter.com/ZluK2yQI4b
— Alexi Lalas (@AlexiLalas) November 22, 2023
Mauricio Cannone per gazzetta.it – Estratti
In una serata di violenze dentro e fuori dal campo, l’Argentina compie l’impresa: infligge al Brasile la prima sconfitta in casa in tutta la storia delle Qualificazioni Mondiali. Finisce 1-0, con un gol del difensore Otamendi alla ripresa. E Lionel Scaloni, ct campione del mondo, ha rivelato in conferenza stampa che potrebbe lasciare la guida della Selección. “Questa squadra necessita qualcuno che abbia tutte le energie possibili. Ci penserò”, ha detto il tecnico argentino.
La gara inizia con quasi mezz’ora di ritardo a causa di scontri tra le due tifoserie e tra agenti di sicurezza e gli ultra argentini. Messi, da capitano albiceleste, ritira la squadra dal campo e torna negli spogliatoi fino al ritorno della calma.
GUERRA
Il caos è scoppiato al momento degli inni nazionali. Quello degli ospiti è fischiatissimo dal pubblico brasiliano. E le due tifoserie non sono isolate come accade di solito in partite di club al Maracanã. Le risse scoppiano nel settore sud dello stadio in cui si trovano circa tremila argentini (in totale c’erano 68.138). L’Argentina lascia il terreno di gioco per vedere ciò che succede avvicinandosi alle tribune. Si corre, ci si picchia, volano i seggiolini dello stadio. Le forze dell’ordine prendono dei tifosi a manganellate. Emiliano Martínez, portiere argentino, prova pure a strappare un manganello da un poliziotto, ma viene fermato. L’Argentina decide di rientrare nello spogliatoio. Sembra che sia finita qui, ma la situazione si normalizza. Si allestisce un cordone di agenti di sicurezza per isolare i tifosi ospiti da quelli di casa. Otto persone vengono arrestate. E la Cbf ora si attende che arrivino squalifiche.
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TESTA VINCENTE— Raphinha e lo stesso Martinelli già avevano sprecato buone occasioni all’inizio del secondo tempo per i verdeoro quando Otamendi colpisce di testa dopo angolo piazzato da Lo Celso superando il portiere brasiliano Alisson, ex Roma: gol-partita al 17’ della ripresa. I brasiliani non sanno più reagire. Gli argentini sono più esperti e difendono risultato.
Messi, un po’ in ombra, viene sostituito al 32’st da Di María, quando entra pure Lautaro Martínez al posto di Álvarez in attacco. Al 25’ st erano entrati anche il romanista Paredes e il viola Nicolás González. “Loro hanno vinto solo per una palla e ce l’hanno fatta” è il commento di Carlos Augusto, titolare sulla fascia sinistra. Il Brasile finisce la gara in 10: Joelinton, entrato al 26’ st viene espulso dieci minuti dopo per aggressione a De Paul. Altro record amaro per la Seleção: è la terza sconfitta di fila alle Qualificazioni Mondiali.
PROTESTE DI MESSI— Alla fine Messi ha criticato le carenze organizzative, sottolineando le violenze contro gli argentini in Brasile: “Questa squadra continua a fare la storia. Una grande vittoria al Maracanã, anche se sarà segnata dalla repressione contro gli argentini ancora una volta in Brasile. Questo non può essere tollerato, è una follia e deve finire subito!” ha scritto l’8 volte volte Pallone d’oro su Instagram.