IL CALCIO ITALIANO RICOMINCIA A FARE LA COSA CHE GLI RIESCE MEGLIO: LA RISSA – LA FEDERCALCIO IMPONE L’INDICE DI LIQUIDITA’ ALLO 0,5, LA LEGA SERIE A NON CI STA E VOTA CONTRO – IL PRESIDENTE CASINI PERPLESSO: “TEMPI E MODI SBAGLIATI”. MA GRAVINA, GRANDE SPONSOR DELLA MISURA CHE HA MANDATO SU TUTTE LE FURIE LOTITO, ATTACCA: “BASTA CON LO STATUS QUO. IL MIO UNICO OBIETTIVO E’…”
-Monica Colombo per il “Corriere della Sera”
Gabriele Gravina tira dritto e perseguendo l'obiettivo di un calcio sostenibile, nonostante la ferma opposizione della Lega di A, introduce i valori degli indici di liquidità per l'ammissione al campionato. Sarà 0,7 il parametro di riferimento per la Lega di B (che si astiene nel processo di approvazione della delibera) e di 0,5 per la serie A che in consiglio federale esprime voto contrario.
La discussione, come è facile intuire, era iniziata tra gli imbarazzi dopo che, in prossimità della riunione il presidente Lorenzo Casini aveva inviato una lettera in federazione per chiedere che una norma così stringente e vincolante per le casse già esangui dei club, dopo il Covid, fosse introdotta non nell'immediato ma nell'estate del 2023.
Oppure fosse ridotto allo 0,4 tenendo conto del valore storico della rosa. Le richieste sono state considerate irricevibili dal presidente federale. «Non è una questione di contrapposizione, il mio unico obiettivo è l'evoluzione del calcio italiano» osserva Gravina. «Non possiamo invocare il cambiamento del calcio e poi adoperarci in ogni modo per conservare lo status quo. Non è accettabile».
I toni in particolare si sono alzati quando si è fatto riferimento all'ultimo passaggio della lettera di Casini che non escludeva azioni di responsabilità civile nei confronti del consiglio federale, in caso di approvazione dell'indice con il valore dello 0,5. In serata il presidente della Lega della serie A, Lorenzo Casini, con una nota non nasconde le perplessità, «non per l'utilità dell'indicatore in sé ma per i tempi e i modi con cui è stato reintrodotto come requisito di ammissione». Spiega infatti che «l'iscrizione è a fine maggio ma l'indice fotografa la situazione al 31 marzo». Casini contesta perciò che «la regola abbia efficacia retroattiva e obbliga eventuali squadre a immettere liquidità senza poter ricorrere al mercato e in un contesto ancora sotto gli effetti della pandemia. Per il futuro le squadre di A devono sapere con congruo anticipo regole e condizioni per iscriversi al campionato».
Capitolo Decreto Crescita: dopo che il senatore Nannicini aveva proposto il mantenimento dei vantaggi fiscali solo per gli ingaggi superiori ai due milioni, Gravina commenta: «Ho una posizione più estremista, sono per la soppressione totale del decreto». Una affermazione che crea maggiore tensione, per niente utile, in particolare se si pensa che alle società ristori non ne sono arrivati.