CAMPIONATO IN QUARANTENA - DALLO SCUDETTO ALLE RETROCESSIONI, ECCO COSA POTREBBE ACCADERE. C’E’ L’IPOTESI DI NON ASSEGNARE IL TITOLO – SENZA IL RINVIO DI EURO 2020 SAREBBE DIFFICILE, SE NON IMPOSSIBILE, FINIRE IL CAMPIONATO. A MENO CHE NON SI DECIDA DI FARLO FINIRE IN AGOSTO E DI POSTICIPARE L'INIZIO DEL PROSSIMO - PER L’UEFA, CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE VANNO AVANTI, TRA STADI APERTI E CHIUSI...
Saranno rinviati altri due turni (l’ultimo weekend di marzo era prevista la sosta per le amichevoli della Nazionale, anche quelle a fortissimo rischio). Oggi si proverà a disegnare un piano per la ripresa dopo il 3 aprile.
2. Promozioni, retrocessioni, scudetto. Cosa cambia?
È un tema su cui c’è una sorta di vuoto normativo. Nel consiglio federale di oggi si potrebbe affrontare il tema. La prospettiva di una classifica definitiva all’ultima giornata completa non convince tutti. C’è l’ipotesi di non assegnare il titolo.
3. Champions ed Europeo: qual è oggi la situazione?
Per l’Uefa, Champions ed Europa League vanno avanti, tra stadi aperti e chiusi. In caso si può ricorrere a gare in campo neutro. Decidono naturalmente i governi. Per l’Euro 2020 è ancora presto, ma si dice che l’Italia potrebbe chiedere un rinvio all’Uefa.
4. I giocatori possono comunque allenarsi?
Sì, potranno allenarsi in attesa. Perché il nuovo Dpcm di ieri sera non toglierà agli "atleti professionisti" la possibilità di andare avanti con l’attività ovviamente senza competizioni (tranne quelle europee a porte chiuse).
5. Che cosa accade ai diritti tv del calcio?
Al momento non ci sono risposte sulla situazione dei diritti tv dopo le stop alle prossime tre giornate. Ma lunedì 16 si terrà l’assemblea di Lega (in videoconferenza) sui diritti 2021-24: sarà l’occasione per parlarne.
Il campionato di calcio si ferma, così come tutti i tornei di squadra. E lo stop durerà fino alla mezzanotte del 3 aprile, al netto di nuovi provvedimenti governativi nel caso l’emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese dovesse richiederlo. Niente Serie A e, in campo, ecco tutta una catena di ipotesi su come, e se, riprenderà il cammino.
Primo: il 3 aprile viene confermato il nuovo via libera e, a porte aperte, la Serie A torna sotto i riflettori il 4 e 5. Il calendario subirebbe quindi delle modifiche rispetto a quello attuale, così come la data dell’ultima giornata, fissata al momento per il 24 di maggio.
Secondo: ricominciando la Serie A il 4 e 5 aprile, occorrerebbe almeno una settimana in più per terminare il campionato.
Terzo: la finestra supplementare potrebbe portare fino a domenica 31 maggio, con una giornata il 20 maggio e un’altra a fine mese. In questo caso, il ct azzurro Roberto Mancini avrebbe a disposizione i suoi ragazzi per l’Europeo solo il primo di giugno, a dodici giorni dall’esordio dell’Italia contro la Turchia all’Olimpico di Roma.
Quarto: il 4 e 5 di aprile non si potrà tornare in campo nel caso l’emergenza sanitaria coinvolgesse in modo molto più invasivo tutta Europa o almeno una parte importante del continente. A quel punto il destino di Euro 2020 finirebbe in fortissima discussione, con l’Uefa costretta a interrogarsi se non sia il caso di far slittare o rinviare l’evento: entrambe le soluzioni permetterebbero ai campionati nazionali di terminare i rispettivi percorsi durante il mese di giugno e luglio.
Quinto: se il 4 e 5 di aprile non si potesse tornare in campo per il persistere delle gravi condizioni sanitarie in Italia, la via d’uscita potrebbe essere un salto triplo in avanti, con il campionato 2019-2020 fatto concludere ad agosto e quello successivo messo in agenda con una partenza ritardata. Lo sport azzurro si è fermato. Il calcio vuole ripartire da un punto fermo: si farà di tutto per dare una fine alla stagione interrotta per ora fino al 3 aprile.
E lo scudetto? Non c’è una norma che preveda come, e se, assegnarlo alla luce di una situazione mai accaduta. E non c’è una norma che permetta di districarsi anche riguardo il destino di chi è in bilico tra retrocessione e salvezza in fondo alla classifica. Il tutto diventerebbe materia di provvedimenti speciali presi dal presidente della Federcalcio, sentito il Consiglio federale e, c’è da scommetterci, l’immancabile commissione di saggi.