UNA CARTA SEGRETA NELL’AFFARE MANDRAGORA METTE LA JUVE ANCORA PIU’ NEI GUAI NELL’INCHIESTA SULLE PLUSVALENZE - LA PROCURA DI TORINO INDAGA SU ACCORDI FUORI BILANCIO CON UDINESE E ATALANTA – PER "REPUBBLICA" (GIORNALE DEGLI ELKANN) I PM SOSPETTANO CHE I CLUB FOSSERO UTILIZZATI DALLA JUVE COME BANCHE PER FAR QUADRARE I CONTI. NEL MIRINO LA CESSIONE DI MANDRAGORA ALL’UDINESE DEL 2018 PER 20 MILIONI, CON POSSIBILITÀ DI RIACQUISTO UN ANNO DOPO. LE ALTRE SCRITTURE NON DEPOSITATE IN LEGA, RIGUARDANO DEBITI CON L’ATALANTA PER 14,5 MILIONI DI EURO NON MESSI A BILANCIO...
(ANSA) Paulo Dybala era stato il primo, il 24 marzo del 2022, ad essere convocato dai magistrati di Torino che indagavano sulle plusvalenze della Juventus, il giorno dopo le perquisizioni dei finanzieri. All'epoca indossava ancora la maglia dei bianconeri, anche se il suo addio era nell'aria. Ieri l'attaccante della Roma è stato nuovamente sentito, questa volta nella Capitale, non dal pool reati economici coordinato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio, che conduce l'indagine 'Prisma' sui bilanci juventini, ma dalla guardia di finanza arrivata dal capoluogo piemontese.
L'argentino è stato sentito per oltre un'ora e mezza, nonostante l'inchiesta sia chiusa e l'udienza preliminare sia stata fissata per il prossimo 27 marzo, per alcuni atti integrativi. Nel frattempo il pool legale della Juventus sta ultimando il ricorso al Collegio di garanzia del Coni, che deve presentare entro l'1 marzo, contro la sentenza della Corte d'appello della Figc. Il presidente di quest'ultima Mario Luigi Torsello, in una conferenza all'Università del Salento, ha parlato dell'importanza della tempestività e della speditezza, "coessenziali alla giustizia sportiva in quanto i processi devono essere veloci e immediati".
(…) Anche se al momento non c'è nessuna conferma non è da escludere che Dybala non sia l'unico ad essere riascoltato dagli inquirenti prima dell'udienza del 27 marzo. Ciò potrebbe avvenire in relazione agli atti integrativi, ammessi dal codice di procedura penale fino al giorno dell'udienza davanti al gup, che si andranno ad aggiungere al fascicolo di 14mila pagine che danno forma al quadro accusatorio dei magistrati Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello, e che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di dodici ex dirigenti della Juventus, tra i quali Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici.
LA CARTA MANDRAGORA
La Procura di Torino studia le carte di accordi mai depositati in Lega tra Juventus, Atalanta e Udinese. Nel mirino, in particolare, la cessione di Mandragora all’Udinese nel 2018, per 20 milioni, con possibilità di riacquisto un anno dopo. Il sospetto degli inquirenti è che questi club fungessero da banca per far quadrare i conti della Juventus. Lo scrive Repubblica.
“Accordi segreti, non depositati in Lega, non solo sulle manovre stipendi, ma anche dietro alle cessioni dei calciatori ad altri club, utilizzati un po’ come fossero “banche” per far quadrare i conti della Juventus. È questo il sospetto della procura di Torino che sta continuando ad ascoltare testimoni a un mese dall’udienza preliminare fissata per il 27 marzo”.
Si tratta di un nuovo filone di accertamenti sulle plusvalenze nell’inchiesta Prisma. Elementi che, scrive il quotidiano, potranno portare a contestazioni suppletive al momento del processo.
“I pm hanno voluto scavare su alcuni rapporti di partnership, tra cui quelli con l’Udinese per 26 milioni di euro. Per i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello ci sarebbero delle “side letter” sottoscritte solo dalla Juventus dietro ai famosi “impegni morali” di cui parlò l’ex ds Paratici. Nel mirino è finita così la “girandola” di Rolando Mandragora: il centrocampista a luglio 2018, dopo due anni alla Juve, era stato acquistato per 20 milioni dall’Udinese, fruttando una plusvalenza di 13,7 milioni.
Il 23 giugno il calciatore si era infortunato a un ginocchio, e il 3 ottobre era stato ricomprato a un prezzo di 10 milioni più 6 di bonus dalla Juve, che lo aveva lasciato però in prestito al club friulano. Per riprenderlo la Juve aveva esercitato poi un’opzione di riacquisto, la cosiddetta “recompra”, norma che permette di inserire a bilancio la plusvalenza. La procura sospetta però che si trattasse di un obbligo di riacquisto mascherato dalla Juventus, che avrebbe dovuto riacquistarlo a 26 milioni, e che non sarebbe quindi nemmeno stato del tutto onorato”.
In procura sono stati ascoltati come testimoni Mandragora e suo padre, che gli fa da agente e ieri anche il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia, che Repubblica ricorda essere stato presente alla famosa cena con Gravina organizzata da Andrea Agnelli.
“I pm venerdì scorso hanno anche cercato conferme da Maurizio Lombardo, dirigente della Roma che, nel passato alla Juventus, si era occupato dei contratti di cessione dei calciatori”.
Le altre scritture non depositate in Lega, riguardano debiti con l’Atalanta per 14,5 milioni di euro non messi a bilancio.
“Tra le prove, una scrittura tra Percassi e Paratici del 3 settembre 2020. E gli impegni di riacquisto non federali, secondo gli investigatori, avrebbero riguardato i calciatori Mattiello (per 4 milioni), Muratore, (4 anche lui), Caldara (3,5) e Romero (3 milioni)”.