CHI FERMERA’LUKAKU? CHIELLINI DOVREBBE TORNARE IN CAMPO 16 GIORNI DOPO L'INFORTUNIO, PER FERMARE LO STRAPOTERE FISICO DELL’ATTACCANTE DELL’INTER, LA VERA DIFFERENZA DEL BELGIO RISPETTO A 5 ANNI FA. GRAZIE A CONTE "BIG ROM" È MIGLIORATO. SE NON CE LA FA IL CHIELLO, E’ PRONTO ACERBI. NESSUNO DEI DUE VALE LUKAKU E NESSUNO DEI DUE È NEL CUORE DI MANCINI - IMMOBILE PUO’ FARE A FETTINE LA STAGIONATA E STATICA DIFESA BELGA…
-Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Cinque anni fa a Lione li abbiamo annichiliti con le armi tipiche del calcio italiano: difesa di ferro, ripartenze fulminanti, organizzazione tattica impeccabile. Il Belgio da allora è cresciuto, soprattutto nella consapevolezza, arrivando terzo al Mondiale 2018.
Ed è cresciuto soprattutto Lukaku, l'assicurazione sulla vita di Roberto Martinez, allenatore che ha una storia simile a quella di un altro Roberto, il nostro Mancini, e adesso vuole prendersi la rivincita sull'Italia, contando su un precedente incoraggiante: da allenatore del piccolo Wigan ha vinto la FA proprio beffando al novantesimo i giganti del City allenati dal nostro c.t. che poi avrebbe lasciato il posto a Pellegrini. Il catalano spera che possa finire allo stesso modo.
Sarà una partita dura, sporca, difficile, in cui conterà il gioco ma soprattutto i giocatori. E i duelli in campo. Il primo è forse il più importante e delicato e chiama in causa il nostro capitano. Chiellini dovrebbe tornare in campo 16 giorni dopo l'infortunio muscolare con la Svizzera per fermare lo strapotere fisico di Lukaku, la vera differenza del Belgio rispetto a cinque anni fa. Romelu in Italia è maturato e migliorato. Serve un fisico bestiale anche solo per arginarlo.
Se Chiellini non desse ampie garanzie, in campo andrebbe Acerbi, provato ieri tra i titolari. Dall'altra parte del campo toccherà a Immobile e, magari, successivamente a Belotti, seguendo il tradizionale rito della staffetta. Nessuno dei due vale Lukaku e nessuno dei due è sino in fondo nel cuore di Mancini. Però sono pronti a uniti.
Ciro cerca il terzo gol Europeo come solo Cassano e Balotelli nella storia azzurra e spera che l'Allianz si trasformi nell'Olimpico, il vero teatro dei sogni del laziale. Immobile deve infilarsi nella stagionata e lenta difesa belga, il cui leader è Jan Vertonghen, 34 anni, ex pilastro del Tottenham e adesso al Benfica e ha un doppio compito: tornare implacabile in area e favorire gli inserimenti dei compagni.
Belgio-Italia non sarà solo una sfida basata sulla forza. Al centro della scena risulterà decisiva la qualità di due giocatori straordinari: da una parte il nostro pensatore Jorginho, dall'altra l'acciaccato De Bruyne, il centrocampista migliore del mondo, che Martinez conta di recuperare a tutti i costi. Il brasiliano detta i tempi dell'Italia, il campione del City disegna calcio venti metri più avanti. «Ha un'intelligenza pazzesca ed è devastante tra le linee», racconta proprio Jorginho che lo vede all'opera in Premier League.
Nello stadio di Neuer, il miglior portiere del mondo, si sfidano due giganti intenzionati a raccogliere l'eredità del tedesco. Courtois è alto due metri, viene da una famiglia di pallavolisti e ha già vestito tre maglie importanti, quelle di Chelsea, Atletico e Real Madrid. Gigio, alto appena 4 centimetri in meno, ha appena firmato per il Psg e la Champions l'ha vista solo alla televisione. Mancini però non farebbe cambio. Anche dalle loro parate passa il destino di questo spareggio che ci lascia con il fiato sospeso.