LO CHIAMEREMO “LAPSUS” – “LA STAMPA”, GIORNALE DI FAMIGLIA DEGLI AGNELLI, RIPORTA DELLA CLAMOROSA DIMENTICANZA (INVOLONTARIA?) DELL’ATTUALE DS DELLA JUVENTUS, FEDERICO CHERUBINI, DAVANTI AI PM CHE INDAGANO SUI CONTI DELLA SOCIETÀ: SUL FINIRE DELL’INTERROGATORIO DEL 27 NOVEMBRE 2021, PARLÒ DI “PLUSVALENZE ARTEFATTE”. POI, PERÒ, CORRESSE IL TIRO, DICENDO CHE ERA SOLO STANCO – LO SCARICABARILE SU PARATICI…
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Giuseppe Legato per “La Stampa”
Emergono nuovi dettagli dagli atti di inchiesta sui conti della Juventus. Nel verbale di audizione reso in procura il 27 novembre 2021, l'attuale ds Federico Cherubini, "scarica" di fatto la gestione delle plusvalenze finita sotto la lente dei pm su Fabio Paratici, suo predecessore a capo dell'area sportiva, maestro e sponsor.
«Non sempre sono stato contento - ha detto Cherubini (non indagato) – delle operazioni (di mercato ndr) che abbiamo fatto. Polverizzare il mercato con operazioni sui ragazzi non andava bene. Più volte mi sono lamentato con Fabio che il valore che stavamo dando a quei giocatori non era congruo».
E alla domanda degli inquirenti («da quanti anni richiedono alla parte sportiva di fare plusvalenze da 300 milioni»») ha risposto cercando di fatto di esonerare i vertici (Agnelli in testa) dalle dinamiche specifiche sul mercato delle plusvalenze: «La pressione ce la siamo messa sempre da soli perché siamo responsabili dell'80% dei costi del club: io mi sono sempre confrontato con Fabio (Paratici ndr). Agnelli vedeva le plusvalenze quando venivano realizzate ma non c'è mai stata un'indicazione in tal senso».
Segue altra domanda: «Quindi ha deciso tutto da solo Paratici?». Replica: «Per quanto a mia conoscenza il presidente Agnelli lascia autonomia alle persone che lavorano nell'area sportiva. L'ho sperimentato io stesso in questo periodo dopo l'avvicendamento che c'è stato con Paratici».
Ancora secondo Cherubini «è stato Paratici» a decidere i termini di un'operazione finita sotto la lente degli inquirenti e cioè quella relativa alla cessione all'Atalanta del calciatore Cristina Romero. Con Agnelli, a suo dire, «si era già valutato che si doveva andare verso un progetto tecnico diverso dalle plusvalenze».
Un lapsus sul finale dell'interrogatorio vie- ne corretto subito dopo. Prima parla di «plusvalenze artefatte» (cioè esattamente la contestazione dei magistrati), poi rettifica: «Ho fatto quest'ultima affermazione all'esito di una lunga deposizione, probabilmente ero stanco».
Intanto ieri mattina Daniela Marilungo, la consigliera indipendente del cda Juve che ha lasciato, poco prima del resto del board, facendo mettere nero su bianco «l'impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza anche, ma non solo, per il fatto di ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente "agire informata" a fronte di temi di sicura complessità», è entrata alle 11 nell'ufficio del magistrato Mario Bendoni uno dei tre pm (insieme all'aggiunto Marco Gianoglio e al sostituto Ciro Santoriello) titolari dell'inchiesta sui bilanci bianconeri.
Ci è rimasta quasi per nove ore in un'audizione fiume in cui ha ricostruito tutta la vita del cda Juve dall'estate scorsa fino alle dimissioni del board quando l'inchiesta "Prisma" era nota e aveva portato a due perquisizioni e decine di interrogatori per i numero- si indagati tra cui gli ex vertici societari. Verbale blindato.
Se questa possa divenire una testimonianza chiave anche solo per la durata del faccia a faccia coi pm si comprenderà all'udienza preliminare con il deposito di questi ulteriori atti. Fatto sta che la dottoressa Marilungo, consigliera non esecutiva e indipendente della società da diversi anni, una certa credibilità su bilanci e leggi ce l'ha nel curriculum.
Già membro del Comitato Controllo e Rischi e del Comitato ESG, origini bolognesi, ha fatto parte, anni fa dello studio legale londinese Lawrence Graham Solicitors e dell'Ufficio Europeo dei Brevetti. È stata anche European Legal Analyst per Goldman Sachs, nonché responsabile dei rapporti con le istituzioni comunitarie per l'Abi. Il tempo dirà.