CORRUZIONE, SOLDI E SOCIETA' FITTIZIE: TERREMOTO NEL PENTATHLON ITALIANO - L’EX PRESIDENTE DELLA FIPM LUCIO FELICITA È STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO A 8 ANNI DI CARCERE PER PECULATO E CORRUZIONE: DAL 2007 AL 2013 AVREBBE SPESO 147 MILA EURO DELLA FIPM IN VIAGGI DI PIACERE CON LA FAMIGLIA, OLTRE AD AVER INCASSATO TANGENTI DA CHI SI OCCUPAVA DELLO SMALTIMENTO DEL LETAME DEI CAVALLI FEDERALI – MA ANCHE IL SUO SUCCESSORE FABRIZIO BITTNER NON SE LA PASSA BENE: PIOGGIA DI ESPOSTI PER SOCIETÀ FITTIZIE E SOLDI NON VERSATI SUL CONTO FEDERALE...

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Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”

 

fipm

Caduto durante la campagna di Russia, il capitano di cavalleria Silvano Abba (1911-1942) non potè celebrare la sua medaglia d'oro al valor militare. Ma fu felice per il bronzo olimpico di Berlino 1936, il primo del glorioso pentathlon moderno azzurro. I suoi eredi non se la passano bene: l'ultimo successo olimpico risale al 1984 (Daniele Masala) e ai Giochi di Tokyo 2020, per la prima volta in cent' anni, nessun maschio azzurro si è qualificato. 

 

Se il pentathlon mondiale discute su come rimpiazzare l'equitazione, quello italiano tira avanti tra inchieste, condanne e veleni con meno di 100 società e 3000 praticanti, in buona parte bambini delle scuole nuoto. Nessuna federazione ha numeri così modesti. Un pentathlon che, secondo i criteri Coni, esprime 11 atleti di livello internazionale ma curiosamente ne conta oltre 40 con lo status di atleta militare, posto e stipendio garantiti. Rispettando le proporzioni, nell'atletica gli sportivi con le stellette sarebbero 2000, non 200.

 

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L'ultimo dominus L'ultimo dominus della disciplina è stato Lucio Felicita, presidente federale dal 1998 al 2013: radiato dal Coni nel 2017 per compravendita di voti e costituzione di società sportive fittizie, Felicita è stato appena condannato in primo grado a Roma a 8 anni di reclusione (il pm aveva chiesto tre anni e 8 mesi) per peculato e corruzione: dal 2007 al 2013 avrebbe speso 147 mila euro della Fipm in viaggi di piacere (Cina, Giappone, Turchia) con moglie, figlia e cognata e in affitto di case al mare oltre ad aver incassato tangenti da chi si occupava dello smaltimento del letame dei cavalli federali.

 

Il Coni ha già commissariato due volte la federazione. L'ennesima elezione nel 2021: vince Fabrizio Bittner, ex collaboratore del centro nazionale di Pesaro con cui la federazione dovrebbe autofinanziarsi insegnando a nuotare (a pagamento) ai ragazzi marchigiani. Al commissario Coni che gli chiedeva conto di 40 mila euro incassati ma mai versati sul conto corrente federale, Bittner rispose di «averne trovati solo 7.000, in parte in monetine».

 

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«Ho fornito spiegazioni e versato il denaro - ci spiega - e non mi risulta ci siano ancora inchieste in corso». Società «istantanee» Inchieste forse no, questioni aperte sì grazie a diversi esposti appena presentati alle Procure della Repubblica. Nel 2020, alla vigilia delle ultime elezioni, sarebbero state costituite in pochi giorni 31 nuove società (votanti) che si sono aggiunte alle 76 presenti: 25 hanno curiosamente sede negli stessi quattro piccoli comuni della Sabina e nessuna ha atleti in organico. I numeri di registrazione all'Agenzia delle entrate sono progressivi, i cognomi e gli indirizzi dei dirigenti sono i medesimi. 

 

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Gli esposti evidenziano anche i presunti ricchi compensi elargiti ai membri delle 4-5 famiglie che con le loro società (alcune scomparse a elezioni avvenute) governerebbero la federazione, da cui sarebbero stati poi ingaggiati con incarichi di varia natura tecnica. Accuse ovviamente tutte da provare. Da questa «forza elettorale» tutta nuova, Bittner era stato eletto con il 57% dei voti. «Ma il sistema ora è più equo - racconta - e per esprimere voti conta di più avere atleti in attività che poltrone». Il suo primo atto da leader è stato il rifacimento dell'arredo della stanza presidenziale per la modica cifra di 11 mila euro. 

 

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«Volevo cominciare simbolicamente il rinnovo della federazione dal mio ufficio» spiega. I denari non mancano. A dispetto del flop olimpico, la Fipm mantiene intatti i contributi erogati da Sport e Salute per conto dello Stato: 3,7 milioni di euro l'anno a cui si aggiungono gli incassi dei centri federali e altri 400 mila euro di contributi di enti locali e comitato paralimpico. Ai costi per il contribuente vanno aggiunti gli stipendi di atleti e tecnici militari per oltre 300 mila euro l'anno. 

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OLIMPIADI A RISCHIO 

Altri problemi in arrivo: il comune di Pesaro vuole togliere alla Fipm la gestione dell'impianto pubblico e il demanio militare comincia a chiedersi a cosa diavolo serva concederle gratis l'enorme centro nazionale di Montelibretti (dove si fanno corsi di nuoto a pagamento) se poi la federazione paga ad altri l'affitto di piscine e palestre per i suoi atleti di vertice. 

 

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Bittner non è preoccupato: «L'introduzione della pistola laser al posto di quella tradizionale attira i giovani e presto si troverà uno sport più moderno per rimpiazzare l'equitazione. Se non ci cacciano dalle Olimpiadi (garantite fino a Parigi 2024, ndr ) il futuro è luminoso». Sempre che qualcuno non spenga prima le luci.

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tribune del pentathlon
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