COSA STA SUCCEDENDO NELLO SPORT ITALIANO? IL MINISTRO ABODI NON VUOLE SENTIR PARLARE DI PROROGA DI MALAGO’ AL CONI FINO AL 2026 E NELLA PARTITA DELLA FIGC HA MOLLATO GRAVINA, ABBRACCIANDO LA CAUSA DI LOTITO, CHE PER BEN DUE VOLTE GLI FECE PERDERE LE ELEZIONI PER LA FEDERCALCIO E LA LEGA A – LA MOSSA SULL’ISTITUTO DI CREDITO SPORTIVO – MA TRA UN’INTERVISTA TV E UN’APPARIZIONE ALLO STADIO, ABODI SI È PERSO LA LEGGE SUGLI STADI…
-Dagonews
Ultimamente nello sport italiano sta succedendo di tutto. Partiamo dal Coni. Tutti ricordano l’uscita estiva del Ministro dello Sport sul fatto che le poltrone si lasciano (“Dalla poltrona ci si deve anche alzare, la sedentarietà diventa un habitat mentale, uno schema di pensiero che alla lunga può produrre solo danni”), mentre Malagò ritornava con un medagliere pieno da Parigi.
A che serviva? “Megalò” per legge non può correre al terzo mandato, mentre con un escamotage i presidenti delle federazioni, organismi di diritto privato a differenza del Coni, possono farlo, sempre che ottengano i 2/3 dei voti. Infatti, presidenti storici come Binaghi, acerrimo nemico di Malagò e amico di Abodi, e Barelli, sono stati prontamente rieletti.
Ma perché questa differenza? Pare che Abodi, prima amico di Malagò (che l’aveva spedito al Credito Sportivo come presidente con l’avallo dei renziani dell’epoca), ora sia un acerrimo nemico del presidente del Coni.
Non sarebbe irragionevole vedere Malagò sulla poltrona più importante dello sport italiano fino alle Olimpiadi invernali 2026: una proroga che non scontenta nessuno. Infatti anche molti nella maggioranza la pensano così, ma non Abodi.
Altra partita molto complicata è quella della presidenza della FIGC, che è strettamente legata al CONI (la Federcalcio è la federazione più “pesante”). Abodi, una volta legato a doppio filo a Gravina, ora si è allontanato dall’ex presidente del Castel di Sangro e ha spinto l’emendamento Mulè facendo un favore al suo acerrimo nemico Lotito (il presidente della Lazio per ben due volte fece perdere elezioni ad Abodi: lo silurò sia per la Federazione calcio che per la Lega di A).
Abodi, ex militante del Fronte della Gioventù, è un “tuttocampista”: ha buone entrature in Vaticano, nella Forza Italia moderata, dialoga con diversi esponenti del Pd. Un’anguilla della politica che non ha mai convinto fino in fondo Giorgia Meloni per la quale non era la prima scelta come ministro dello Sport: si narra che il prescelto fosse Pierluigi Collina.
Dopo la battaglia su Sport e Salute, dove il Ministro non ha toccato palla, ora si è in attesa delle nomine del Credito Sportivo e Culturale, che è sotto l’egida del Mef. Abodi vuole avere forte voce in capitolo: ha provato a proporre come amministratore delegato Antonella Baldino, manager di Cdp che si occupa di cooperazione internazionale, divenuta consigliere al Credito Sportivo con un governo di centrosinistra. E tra un’intervista tv e un’apparizione allo stadio, Abodi si è perso la legge sugli stadi…