DIETRO L’ESCLUSIONE DI TAMBERI-JACOBS DAI PREMI DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE D’ATLETICA CI SONO LE MANOVRE DELLA LOBBY INGLESE STANCA DI ESSERE BEFFATA DAL TRICOLORE? FINALMENTE SIAMO DIVENTATI ANTIPATICI. L'ITALIA CHE VINCE NON È PIÙ BONACCIONA, ELEGANTE E DA PACCHE SULLE SPALLE. IL SUCCESSO DELL'ESTATE HA SCATENATO UN'ONDATA DI FASTIDIO E DOPO GLI APPLAUSI, I COMPLIMENTI, L'IRONIA E I DUBBI È VENUTA FUORI LA STIZZA.
-Giulia Zonca per “La Stampa”
Finalmente siamo diventati antipatici. L'Italia che vince non è più bonacciona, elegante e da pacche sulle spalle. Il successo dell'estate ha scatenato un'ondata di fastidio e dopo gli applausi, i complimenti, l'ironia e i dubbi è venuta fuori la stizza. World Athletics, la federazione internazionale dell'atletica guidata da Lord Sebastian Coe, ha annunciato i dieci finalisti per il premio al migliore dell'anno e ha escluso sia Jacobs sia Tamberi. Fuori.
Neanche uno spazio tra gli uomini d'oro nonostante il successo condiviso del salto in alto sia stato il momento più globale dei Giochi, ripreso nei talk show e nei social di mezzo mondo. Neanche un posto al sole per i 100 metri con record europeo del velocista che si è divorato il 2021.
Ha deciso una giuria di esperti con l'intento di premiare chi si è fatto notare in tutti gli ultimi dodici mesi, non chi ha firmato un singolo exploit e già il canone scelto sarebbe discutibile visto che proprio World Athletics spinge sulle emozioni, invoca competizioni spettacolari, chiede partecipazione e gesti straordinari per coinvolgere i giovani.
Va bene, prendiamo questo arido parametro. Gianmarco Tamberi si è aggiudicato Tokyo e pure la Diamond League che sarebbe un premio a punti spalmati su più uscite quindi non proprio figlio di un'estate da pena. Prima, certo, ha litigato con la rincorsa e non ha corteggiato altezze da vertigine. Fingiamo, faticosamente, che abbia un senso metterlo ai margini della contesa, del resto è assente pure il compagno di podio Barshim.
Jacobs però ha vinto gli Europei indoor e non proprio con un tempo qualsiasi, 6"47, miglior cronometro dell'anno sui 60 metri. Poi ha abbassato il record italiano dei 100, con un 9"95 di tutto rispetto (e nel mentre in giro non c'era Bolt) e, arrivato in Giappone, ha stracciato la concorrenza nei 100 metri e replicato con una seconda vittoria in staffetta. Neppure una menzione? Questo calcolo così fiscale scricchiola.
Per avere riconoscimenti magari bisogna essere stelle mondiali. Tamberi è notissimo e Jacobs ha vinto la specialità più vista di sempre. I nominati sono tutti campioni olimpici: il mezzofondista ugandese Cheptegei, l'astista svedese Duplantis, il norvegese dei 1500 Ingebrigtsen, il keniano mito della maratona Kipchoge, il triplista portoghese Pichardo, il discobolo svedese Stahl, il lunghista greco Tentoglou, il decatleta canadese Warner, il pesista americano Crouser, con record mondiali stellari, il supersonico norvegese dei 400 ostacoli Warholm che, quasi di sicuro, meritatamente, vincerà dopo aver piazzato una prova destinata alla storia.
Nella lista ci sono nomi giganteschi, altri meno popolari degli azzurri e pure talenti che non hanno esattamente lasciato l'impronta sul 2021. Sarà la manovra della lobby inglese stanca di essere beffata dal tricolore? Non siamo complottisti. È una ripicca per la pessima gestione nostrana dello sciagurato caso Schwazer? Lì ci siamo fatti male da soli. No, probabilmente è solo disabitudine a guardare dalle nostre parti. Per non considerare entrambi gli italiani ci vuole più di un criterio. Serve un errore.