LA DIFFERENZA DI QUESTO MONDIALE È NEI PIEDI DI MESSI E MBAPPÉ – SCONCERTI: “OGGI L’ARGENTINA È UNA SQUADRA DI SOLISTI CHE NON FANNO ANCORA UN COLLETTIVO. QUALUNQUE AVVERSARIO È ALLA SUA ALTEZZA. MA È VIVA E HA SEMPRE UN CAMPIONE CHE PUÒ RISOLVERLE LA PARTITA” – “SI FA OPPRIMENTE NEL FRATTEMPO LA PRESENZA DI MBAPPÉ. NON È ARGINABILE. FRA LUI E GLI ALTRI, CHIUNQUE ALTRO, LA DIFFERENZA È NETTA” – VIDEO
-Adani impazzisce al gol di Messi contro il Messico
— M4rk (@M4rkPhilips) November 26, 2022
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Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
È stata una partita non bella, ma emozionante. Nessuno sembrava aver voglia di giocare meglio dell’altro, erano entrambi terrorizzati dall’idea di perdere. Ma questo portava almeno a un agonismo alto. Non si può dire che l’Argentina sia guarita, ma ha lottato molto. Il Messico ha attaccato di più, ma non era una partita da punte. Non c’erano spazi. Forse non c’erano nemmeno punte. Serviva una prodezza, è arrivata da Messi, secondo leggenda.
L’Argentina ha vinto tirando da lontano, il Messico non è mai riuscito ad arrivare in porta. L’uomo che ha cambiato la gara è stato Fernandez per dinamismo, ordine e cattiveria, più un grande secondo gol. Molte anche le delusioni. La più evidente arriva da Lautaro, mai davvero in partita, troppo solo dentro l’area, subito attaccato dai centrali messicani. Insufficiente anche Di Maria, ubbidiente e poco altro De Paul. Ha di nuovo non giocato Dybala che a parer mio qualche volta servirebbe. Lautaro soprattutto sorprende. Senza un compagno accanto è a disagio, gli arrivano tutti palloni sporchi, gioca sempre spalle alle porta.
Manca una corretta organizzazione di gioco, ma forse non era questa la partita in cui cercarla. Oggi l’Argentina è una squadra di solisti che non fanno ancora un collettivo. Qualunque avversario è alla sua altezza, non ha risultati sicuri. Nemmeno contro la Polonia. Ma è viva e ha sempre un campione che può risolverle la partita.
Si fa opprimente nel frattempo la presenza di Mbappé. Non è arginabile. Fra lui e gli altri, chiunque altro, la differenza è netta. Ha un controllo in corsa stupefacente, e un senso del gol che entusiasma. A meno di ventiquattro anni ha segnato ai Mondiali sette gol come Pelè. È molto sicuro di sé, gestisce il campo e il pallone rapidamente, guarda la squadra, è meno egoista di prima. È diventato davvero un uomo, quindi oggi è un fuoriclasse compiuto, completo.