LA DISCESA LIBERA DI SOFIA GOGGIA - "NON SONO FIDANZATA. PENSARE DI CONVIVERE PER TUTTA LA VITA CON UNA PERSONA, NON CREDO CHE FACCIA PER ME" - "VIVO FRA UN HOTEL E UN ALTRO DA QUANDO HO 15 ANNI, MI SENTO UN PO’ UNA ZINGARA" - "GLI SCAZZI CON FEDERICA BRIGNONE? ABBIAMO 30 ANNI, SIAMO DONNE. BASTA BAMBINATE. SECONDO ME QUESTA RIVALITÀ È STATA MOLTO PIÙ “BOMBATA” MEDIATICAMENTE DI QUANTO LO FOSSE DAVVERO" - L'INFORTUNIO ALLA MANO CURATO COL PIANOFORTE, LE CANZONI DELLA VANONI MENTRE GAREGGIA E LA DIFESA DEL CLIMA: "MA NON SI PROTESTA TIRANDO VERNICE SUI MONUMENTI…" - VIDEO
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Daniele Sparisci per www.corriere.it
La mano gonfia scivola sul pianoforte.
Sofia Goggia come sta?
«Ogni mattina mi sveglio con tanto dolore, ho preso una bella tranvata. Vedremo come va nei prossimi giorni sugli sci, impugnare il bastoncino sarà impegnativo».
Che cosa suona?
«Einaudi e Max Richter».
Sofia in pista anche per l’ambiente. Poca neve, temperature primaverili, com’è il cambiamento climatico visto dalle montagne?
«Allarmante. Alcuni studi (Sofia è testimonial per la sostenibilità di Deloitte Italia ndr) paragonano l’inquinamento globale a una vasca da bagno piena: il problema non è solo chiudere i rubinetti ma anche far defluire l’acqua. Sto andando in Val di Fassa e piove anche là. Però in questa stagione ho anche sperimentato un freddo mai sentito prima».
Dove?
«In Nord America, abbiamo passato settimane a -25 C°».
C’è chi protesta contro il cambiamento climatico tirando vernice, che ne pensa?
«Quando hanno imbrattato i Girasoli di Van Gogh ho provato una grandissima rabbia. Sono gesti inutili, inquinano ancora di più perché le opere poi vanno pulite con solventi e altre sostanze».
Vale per tutto, anche per i muri del Senato?
«Sì, sì. Non sono d’accordo con le proteste vandaliche».
Torniamo a lei. Dopo una vittoria se la gode o pensa già alla prossima?
«La gara più importante è sempre quella dopo. Sono sempre sul pezzo e affamata».
È un’inquietudine di fondo?
«È tensione per raggiungere ciò che ancora non abbiamo, un movimento continuo. Chi si ferma è perduto».
Desideri per il nuovo anno, che cosa ha espresso?
«Stare bene, fisicamente e mentalmente».
Nella vita di tutti di giorni va sempre veloce come scia. Riesce mai a rilassarsi?
«Ogni tanto. Anche se il tempo, per come sono io, non è fatto per fermarsi. Però ultimamente ho trovato degli escamotage».
Per esempio?
«Stare con la famiglia, con gli amici, con il cane. Trascorrere del tempo di qualità».
È fidanzata?
«No» .
A mettere su famiglia ci pensa?
«No, perché so che cosa voglio dai prossimi quattro anni. Poi la vita è imprevedibile, prende pieghe particolari sia nel bene che nel male. Vivo fra un hotel e un altro da quando ho 15 anni, cambio posto ogni 3-4 giorni, con la valigia sempre in macchina, mi sento un po’ una zingara. Pensare di convivere per tutta la vita con una persona, non credo che faccia per me».
Magari non adesso ma dopo...
«Adesso è chiaro che no, ma non so se anche dopo sarei in grado di farlo».
Dica la verità: le storie divertenti sui social, le frasi a effetto, le studia o le vengono naturali?
«Tutto naturale. Emerge la mia semplicità. I fan capiscono che sono una di loro, una alla mano. Mi levo l’aurea della campionessa con cui mi vedono. Sono quella che affronta la discesa con la mano rotta ma anche quella che si piega dalle risate alla sagra del casoncello».
È più faticoso o più divertente essere Sofia Goggia?
«Divertente. A parte gli infortuni, ma le sofferenze insegnano ad andare oltre. Non so se ho preso o dato di più a questo sport, il conto lo farò alla fine. Però sono abbastanza orgogliosa dei miei risultati, nonostante abbia versato lacrime e sangue».
Cosa vuole dai prossimi 4 anni?
«Vincere tutto quello che posso: gare di Coppa del Mondo, coppe di specialità, medaglie mondiali e olimpiche. Provare a essere l’atleta che ancora non sono riuscita a essere».
Canta ancora mentre scia?
«Ogni tanto sì».
Colonna sonora?
«Ultimamente Celentano, “Un bimbo sul leone”, “Un mondo in Mi 7a”. Oppure Ornella Vanoni, “L’appuntamento”».
Mentre va a 100 all’ora?
«Solo quando sono felice. Mi è capitato di vincere gare cantando. Cantando nella testa, mai con la voce».
Mikaela Shiffrin ci ha raccontato che di lei ammira «il fuoco che ha dentro». E lei di Mikaela?
«Solidità e strategia, sarebbe stata un’ottima comandante militare. Avrebbe fatto fare tutte le mosse giuste alle sue truppe».
Venti successi in Coppa come Federica Brignone, siete le italiane più vincenti di sempre. Come vanno le cose fra voi?
«Devo dire... bene!».
Sono migliorati i rapporti?
«Abbiamo trent’anni, siamo donne. Basta bambinate. Non vedo ostilità particolari, secondo me questa rivalità è stata molto più “bombata” mediaticamente di quanto lo fosse davvero».
E Marta Bassino nel gruppo chi è?
«Tranquilla. Una madamin piemontese. Furba, perché sa il fatto suo ma sta sempre al suo posto».
Sofia, come si disconnette?
«Spegnendo il telefono o stando con persone che mi fanno dimenticare del telefono. Il mio lusso è non essere raggiungibile e vivere la realtà. I social sono importanti, ma la vita vera è un’altra».
Che libro ha letto di recente?
«Testi universitari, studio Scienze politiche alla Luiss. Avevo gli esami dopo St. Moritz, mi dicevano: “Ma come, vai a Roma con la mano rotta?”. E io: “Mi sono fatta un c... per quest’esame”. Ero in catalessi, ma mi ero imposta di studiare dopo allenamenti e gare. E mi sentivo pronta».
Che esame era?
«Storia delle dottrine politiche. Si partiva da una domanda a piacere».
Che ha scelto?
«Aristotele che in una frase diceva: “Mano e piede non sono nulla senza il corpo”. Ho citato il concetto degli organicisti, tutto viene prima delle parti ma le parti devono collaborare. Per poi passare al Principe machiavellico e all’impronta che vuole lasciare nella storia tramite la volontà. Ricalcando un po’ ciò che mi era successo a St. Moritz. Perché a volte la volontà va oltre le parti mancanti».
Se non avesse sciato che cosa avrebbe fatto?
«La sciatrice. No, dai: un’alternativa c’era. Da piccola ero un talento nella recitazione. Al teatro della scuola...».