UN DJOKO PERICOLOSO – ''IO NON MI VACCINERO'''. DOPO AVER DICHIARATO DI ESSERE UN “NO VAX”, IL CAMPIONE SVELA DI ESSERE UN SEGUACE DI CHERVIN JAFARIEH, UN PARAGURU E FONDATORE DI UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE CHE SOSTIENE CHE LA “PANDEMIA È UN PERIODO ECCITANTE” – DURANTE UNA DIRETTA INSTAGRAM IL TENNISTA HA FARNETICATO SPROLOQUIANDO SULLA STRAMPALATA “MEMORIA DELL’ACQUA” E… VIDEO
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Gaia Piccardi per il ''Corriere della Sera''
Che abbracciasse gli alberi, sfruttando il potere terapeutico del bosco, non era un mistero. Così come una certa ossessione per l' alimentazione, rigorosamente vegana e senza glutine, e i liquidi che entrano ed escono dal corpo: l' acqua «pranizzata» (cioè sottoposta a trattamento per arricchirla di energia vitale) e le urine, prelevate quotidianamente.
Ma quando il numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic è passato dalle bacche di goji ai consigli su come affrontare la pandemia di coronavirus, traslocando dai ragionamenti sulla dolorosa cancellazione di Wimbledon alle riflessioni da guru, anche i social (oltre 16 milioni di persone seguono il campione serbo su Twitter e Instagram) si sono ribellati.
Se all'annuncio di essere un fermo no vax («Sono contrario alla vaccinazione contro il Covid-19 e non vorrei essere costretto a vaccinarmi per poter viaggiare: se dovesse diventare obbligatorio, dovrei prendere una decisione») ha provveduto a rispondere il collega spagnolo Rafa Nadal («In un circuito devi stare alle regole: se ci obbligheranno a vaccinarci per proteggere tutti, allora anche Nole dovrà farlo se vorrà continuare a giocare»), ancora più sconcerto ha sollevato la diretta social tra il Djoker e Chervin Jafarieh, fondatore della società immobiliare Blaqk Diamond Group e appassionato di filosofie orientali, amico e consulente del fuoriclasse capace di conquistare 17 titoli del Grande Slam nell' era di Roger Federer.
Jafarieh è un tipo abbastanza originale da sostenere che la pandemia che ha ucciso quasi 300 mila persone nel mondo sia «un periodo eccitante per essere vivi» e da mettere in relazione il Parkinson dell' attore Michael J. Fox con la Diet Coke presumibilmente bevuta quando era testimonial della bevanda.
Ed è un seguace delle teorie di Masaru Emoto, controverso saggista giapponese teorico della «memoria dell' acqua». A spiegare di cosa si tratti è proprio Djokovic: «Conosco alcune persone che attraverso la trasformazione energetica, il potere della preghiera e della gratitudine sono riuscite a trasformare il cibo più tossico e l' acqua più inquinata nell' acqua più curativa.
Perché l' acqua si trasforma: gli scienziati hanno dimostrato che le molecole reagiscono alle nostre emozioni». Confortato dagli ampi cenni di approvazione di Jafarieh, Novak si è spinto oltre: «Se hai pensieri ed emozioni specifiche, nel caso siano pensieri felici, buoni pensieri, questi creano una struttura molecolare che ha un geoprisma basato sulla geometria sacra, il che significa che c' è equilibrio. Al contrario, quando si dà all' acqua dolore, paura, frustrazione o rabbia, quell' acqua si rompe».
Teorie senza alcuna validità scientifica (nemmeno le tesi di Emoto ne hanno), che anche archiviate alle voce «opinione personale di Novak Djokovic» avrebbero meritato un contesto diverso, un interlocutore più qualificato - in grado di smentire, avallare o perlomeno argomentare - un pubblico meno generico.
Tra gli spettatori della chiacchierata live, l' ex tennista oggi commentatrice tv per Nbc Mary Carillo è stata la prima a saltare sulla sedia: «Questa roba a cui sto assistendo è molto pericolosa!». Nel frattempo, infatti, rilanciata dagli account del tennista, la versione YouTube del video aveva raggiunto un' audience di 500 mila spettatori. Anche Jelena, la moglie di Djokovic, durante il lockdown (la coppia è in Spagna) è inciampata nel retweet di un cinguettio in cui si legava la diffusione del Covid-19 alla tecnologia 5G, una delle tante teorie complottiste in circolazione.
Insomma se credere nella meditazione dinamica, nella forza degli abbracci professata da Pepe Imaz (altro discusso guru che frequenta il clan del tennista) e nei precetti del maestro spirituale Osho non è peccato, una stella dello sport popolare come Djokovic dovrebbe stare più attenta alle conseguenze dei messaggi.
C' è chi chiede che gli sponsor lo scarichino, forse basterebbe un buon ufficio stampa.