LA FIFA NON SOLO SI COPRE GLI OCCHI DAVANTI ALLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN QATAR MA IMPONE IL SILENZIO A CHI VUOLE OCCUPARSENE - LA DANIMARCA VOLEVA INDOSSARE AL PROSSIMO MONDIALE UNA MAGLIETTA PER L'ALLENAMENTO PREPARTITA CON LA SCRITTA “DIRITTI UMANI PER TUTTI” E MA LA FIFA HA NEGATO L’AUTORIZZAZIONE - MOTIVO?  IL REGOLAMENTO VIETA “DI VEICOLARE MESSAGGI POLITICI, RELIGIOSI O PERSONALI IN OGNI LINGUAGGIO E FORMA ATTRAVERSO LE MAGLIETTE DA GARA, DA ALLENAMENTO” - SOLO CHE IL DIVIETO SAREBBE CIRCOSCRITTO A PARTITE E ALLENAMENTI UFFICIALI…

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P.Tom. per il “Corriere della Sera”

LA MAGLIA DELLA DANIMARCA PER I MONDIALI IN QATAR

 

«Diritti umani per tutti». La Danimarca voleva indossare al prossimo Mondiale una maglietta per l'allenamento prepartita con questo messaggio e per farlo ha dovuto chiedere autorizzazione alla Fifa, che l'ha negata, secondo fonti della federazione danese. Il regolamento vieta «di veicolare messaggi politici, religiosi o personali in ogni linguaggio e forma attraverso le magliette da gara, da allenamento» ma anche borse, borracce e tutto quello che fa parte dell'attrezzatura. La federazione danese si dice delusa, mentre Amnesty International «non comprende la decisione».

 

Il divieto sarebbe circoscritto a partite e allenamenti ufficiali, per cui se ci sarà uno spiraglio nel proprio ritiro, c'è da credere che i danesi(e non solo loro) proveranno a far arrivare il messaggio, nonostante la richiesta contenuta in una lettera della stessa Fifa, inviata a tutte le squadre, di «focalizzarsi sul calcio e di non farsi trascinare in battaglie ideologiche».

 

GIANNI INFANTINO PRESIDENTE DELLA FIFA

La Nazionale di Copenaghen, che per inserire la scritta sui diritti umani sulla maglietta aveva ottenuto l'assenso a farsi da parte di due sponsor (la lotteria nazionale e una banca), aveva già fatto parlare di sé il 29 settembre quando lo sponsor tecnico Hummel aveva mostrato l'anteprima delle maglie ufficiali per il Mondiale: una tutta rossa e una tutta nera (in segno di lutto), con lo stemma della federazione di fatto invisibile, così come il marchio commerciale. Una maglia «fantasma» in disaccordo col Qatar, che ha fatto infuriare il comitato organizzatore.