FIGLI DEL VENTO A STELLE E STRISCE – NEI 100 METRI AI MONDIALI DI ATLETICA IL PODIO È TUTTO STATUNITENSE: VINCE FRED KERLEY DAVANTI A BRACY E BROMELL  È LA TERZA VOLTA CHE L’AMERICA SI PRENDE TUTTO DOPO HELSINKI ’83 E TOKYO ’91 – IN FINALE NON HA CORSO NEMMENO UN EUROPEO – L’ASSENZA DEL CAMPIONE OLIMPICO MARCELL JACOBS, CHE HA DATO FORFAIT IN SEMIFINALE PER PROBLEMI ALL’ADDUTTORE, È STATA DEL TUTTO SNOBBATA DAGLI AMERICANI – VIDEO

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Emanuela Audisio per www.repubblica.it

 

Sono i loro mondiali. Sono i loro cento metri. Molto yankee e made in Usa. Primo secondo e terzo (1-2-3). Non c'è altro podio dello sprint se non quello a stelle strisce. È la terza volta che l'America si prende tutto dopo Helsinki '83 e Tokyo '91. Vince il texano che non ride mai e pieno di tatuaggi, Fred Kerley, 27 anni, in 9"86, quello che a Tokyo arrivò alle spalle di Marcell Jacobs.

 

Non un tempo supersonico, anche se due jet militari erano passati poco prima a rigare il cielo e a mostrare la loro potenza. Per Kerley è il primo titolo. Ai 90 metri è sembrato leggermente dietro all'altro americano Bracy che però ha fatto lo sbaglio di tuffarsi con la testa mentre Kerley ha allargato le braccia e si è buttato con il petto, toccando ai 50 metri la velocità massima di 42,90 km orari.

 

Non ha corso meravigliosamente bene il ragazzo che è cresciuto con la zia e con entrambi i genitori in prigione (droga), ma sicuramente con rabbia e quella che ha fatto la differenza. Cercava il riscatto e l'ha ottenuto, anche perché in questa stagione era stato il più veloce in 9"76.

 

"È stato incredibile, questa medaglia è la più importante, e vincerla in casa è una cosa pazzesca. Ho molto lavorato per questo e ora mi concentro sui 200 metri". Bracy, 28 anni, ha perso i 100 per un'ingenuità, terzo Bromell, che si rivela uno che si fa sfuggire i traguardi importanti, entrambi in 9"88. La giovane Giamaica, rappresentata da Oblique Seville, l'erede di 21 anni di Bolt, è quarta in 9"97, (in semifinale, nella batteria che Jacobs non ha corso era stato il più veloce in 9"90), buon segno per il futuro.

 

Finale dei 100 senza europei

È una finale mondiale dei 100 metri senza Europa. Per la seconda volta della storia, l'altra era stata ad Atene 1997. Quattro americani, un giamaicano, un canadese, un giapponese e un sudafricano.

 

Non c'è l'azzurro Marcell Jacobs che ha dato forfait in semifinale alcune ore prima per problemi all'adduttore. Peccato. Con il tempo di Tokyo, 9"80, record europeo, Marcell avrebbe vinto. L'azzurro ha seguito la gara con il suo coach Paolo Camossi e si è meravigliato dei tempi non super-rapidi.

 

Jacobs, assenza snobbata dagli americani

Ma a nessuno in Oregon è interessato molto, tanto che la corsia vuota di Jacobs, la numero 4, non è stata commentata dalla speaker dello stadio: "Passiamo oltre" sono state le sue parole quando si è trattato di spiegare l'assenza del campione olimpico mentre sul tabellone compariva la sigla di squalificato.

 

Una finale raggiunta dal club sub10" di quest'anno, tranne il canadese Brown (10"06), concorrente più vecchio con i suoi 30 anni, tutti in questa stagione erano sfrecciati sotto i dieci secondi. E così il riscatto americano è avvenuto senza che l'azzurro potesse difendere il titolo.

 

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