Matteo Pinci per “la Repubblica”
La tensione è salita, altissima. Consumando la vera resa dei conti tra l' allenatore e la squadra, dopo l' eliminazione contro lo Spezia e il caso delle sei sostituzioni, e sfociando in un principio di ammutinamento scongiurato dopo ore. Tre ne sono servite, con allenamento posticipato dalle 11 alle 14.
La squadra non ha scaricato l' allenatore, non apertamente. Ma nessuno ha apprezzato che per una svista che ha coinvolto tutto lo staff tecnico, a pagare sia stato solo il più giovane, Gianluca Gombar, il team manager ventottenne silurato dai Friedkin, che su questioni simili pretendono e a ragione che non vengano commessi errori che minano l' immagine della società.
Il tarlo del malumore collettivo parte dal capitano, Edin Dzeko. Tra lui e Fonseca la frattura non è mai stata ricomposta dai tempi dell' eliminazione di agosto contro il Siviglia. In quella contro lo Spezia, persino più umiliante dell' altra, lo ha dimostrato già in campo con frasi e gesti eloquenti all' indirizzo della panchina. Un' insofferenza ormai reciproca (Fonseca voleva cederlo per Milik) che nessuno si preoccupa più nemmeno di negare. Ma nella mattinata romana non è stato l' unico a parlare: in tanti hanno preso la parola.
Dal portiere Pau Lopez a Gianluca Mancini, uno dei leader del gruppo, fino a Lorenzo Pellegrini, il più intenso nelle istanze, vero leader della comitiva. Volevano che Fonseca si facesse portatore della richiesta di condividere la responsabilità in modo che non pagasse il giovane Gombar. Arrivando a sfiorare, al culmine della tensione, un ammutinamento collettivo. Ma per la società l' allontanamento di Gombar è irreversibile: quelli che riguardano le scelte del vertice non sono processi democratici.
Se Fonseca è ancora al suo posto è perché il club è convinto che ancora non tutto sia perduto, dal punto di vista dei rapporti: la squadra non lo ha scaricato, insomma. Certo la fiducia - del gruppo e della dirigenza - è ai minimi storici. Al punto che gli sforzi sul mercato sono concentrati sul terzino americano Reynolds (a un passo) che l' allenatore invece non ritiene strategico.
Ma la squadra è quarta e fino a dieci giorni fa ritenuta in salute. Dopo lo Spezia passeranno 8 giorni prima della partita successiva contro il Verona: un periodo sufficiente per ogni considerazione. Soprattutto se le cose dovessero andare male. Le soluzioni non mancano tra chi si propone (Mazzarri), chi spera (Jardim), chi è come Allegri è libero ma costa caro. O chi, come Sarri, ha già iniziato a trattare per liberarsi dalla Juve.
2 - I GIORNI PIÙ DIFFICILI DI FONSECA DZEKO GUIDA L'AMMUTINAMENTO
Francesca Ferrazza Matteo Pinci per “la Repubblica - Edizione Roma”
Occultare quel malessere che si è tenuto addosso per mesi ormai non è più possibile. La crisi in atto tra Edin Dzeko e l' allenatore Paulo Fonseca è emersa anche visivamente, negli ultimi istanti della grottesca eliminazione contro lo Spezia dalla Coppa Italia. Frasi, colte solo parzialmente dalle telecamere, ai compagni che avevano come oggetto la panchina. Anche ieri, nel lungo e teso faccia a faccia tra allenatore e squadra, in cui il gruppo ha sfiorato l' ammutinamento, Dzeko era in primissima fila.
È stato tra i primi a prendere la parola ( insieme a Pellegrini, Pau Lopez e Mancini) e come sempre non ha usato perifrasi. In questo momento, il centravanti bosniaco è l' unico elemento della squadra che vive in aperto contrasto con il tecnico. Che a settembre sarebbe stato felicissimo di vederlo partire per avere al suo posto Milik: i due si erano anche già scambiati alcuni messaggi, la convinzione dell' allenatore era che il polacco fosse più funzionale di Dzeko al suo gioco. E invece la convivenza forzata è stata estesa, creando la situazione attuale.
L' allontanamento del team manager Gianluca Gombar, per l' errore del sesto cambio contro lo Spezia, è diventato il pretesto per uno scontro duro tra Fonseca e la squadra. Partendo dallo sconcerto dei giocatori, legatissimi al giovane dirigente, si è passati all' analisi di quello che non va in campo e nella preparazione delle partite. E non è un mistero che sia Edin Dzeko uno di quelli ad avere un malessere maggiore nei confronti della guida tecnica, disagio mai nascosto, peraltro, adesso ancora più evidente.
I problemi per Fonseca, però, non restano solamente nello spogliatoio, visto che Pedro e Mkhitaryan sono alle prese con dei guai muscolari. I due attaccanti hanno lavorato a parte e sono a rischio per la gara di domani pomeriggio (ore 15), contro lo Spezia. Una brutta tegola, che lo staff medico spera di arginare in qualche modo, vista l' importanza soprattutto di Mkhitaryan.
Non è un buon momento per la Roma, che rivivrà subito i suoi recenti fantasmi affrontando a distanza di quattro giorni quello Spezia che l' ha umiliata con le riserve, battendola sul campo e a tavolino per gli errori fatti nel numero delle sostituzioni. Un deja vu freschissimo, che rischia di paralizzare le gambe del gruppo giallorosso, nel pieno di una crisi e con i nervi tesi. Friedkin ha liquidato la protesta dei giocatori voltandosi dall' altra parte, intenzionato a non lasciare margini a rivolte o paventati ammutinamenti, ma osservando le difficoltà di Fonseca nel gestire un momento di così alta tensione. Nel frattempo l' ad della Roma, Guido Fienga, è entrato a far parte della costituenda Media Company della Lega, di fatto allontanandosi sempre di più dalla gestione dell' area sportiva di Trigoria.
fonseca foto mezzelani gmt007 padre e figlio friedkin foto mezzelani gmt027 figlio e padre friedkin foto mezzelani gmt1 padre e figlio friedkin foto mezzelani gmt018 fonseca foto mezzelani gmt006