Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
Ci sta bene nel nuovo Napoli, Khvicha Kvaratskhelia (una fatica pronunciare il suo nome!). Destro naturale, allunga e allarga il campo. Sfrutta lo spazio con intelligenza e anche fisicità. Senza pressione e senza paura. Diremmo con personalità, ma la prima partita ufficiale con la maglia del Napoli a Verona, pur con gol e assist, non autorizza giudizi così netti.
Tatticamente ancora un po' ingenuo (o forse soltanto spensierato) ma con temperamento: arriva dalla Georgia, dove la guerra ha imposto durezza e resistenza. Petto in fuori e testa alta, l'erede di Lorenzo Insigne sembra fatto apposta per il nuovo corso varato da Luciano Spalletti.
Forza e centimetri per una manovra offensiva con soluzioni diverse. Chi è questo ragazzo, appassionato anche di basket, che esulta mimando un bimbo che dorme come fa Steph Curry il suo idolo in Nba? É il Messi della Georgia (così lo chiama il compagno di Nazionale Zuriko Davitashvili), nonostante il piede preferito sia il destro. Lui però si ispira a Ronaldo e affinché sia chiaro il concetto ha scelto il numero di maglia 77, doppiando il numero del suo «campione».
Il costo del cartellino di un calciatore solitamente è un riferimento: Kvaratskhelia ha già dimostrato di valere più dei 10 milioni spesi dal Napoli per strapparlo alla concorrenza. Con buona pace di Aurelio De Laurentiis, anche lui come tutti con una dizione non precisa del suo cognome, che lo ha ribattezzato «Zizì».
Serve esercizio e non sarà più così difficile dire «Quarazkelia» (dovrebbe essere questa la pronuncia esatta, lo ha spiegato lui sui social), difficile resta sempre scriverlo. Kvaratskhelia vuol dire carbone («Kvara») ardente («tskhelia»). Il dizionario di italiano gli è già stato regatato da un tifoso napoletano («voglio imparare in fretta», ha detto il talento georgiano) mentre raccoglie complimenti da star. Gol, assist e anche un pronostico azzeccato a Osimhen nell'occasione del gol del centravanti. Di più non avrebbe osato chiedere, eppure a sentire Spalletti il meglio deve ancora venire: «Sa fare molto di più di quello che si è visto in campo».
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