FORZA VENITE GENTE: LA SERIE A VENDE TUTTO! - LE "BIG" D'EUROPA SI LANCIANO SUI MIGLIORI CALCIATORI DELLE SQUADRE ITALIANE CHE HANNO BISOGNO DI FARE CASSA - SU OSIMHEN CI SAREBBERO CHELSEA, UNITED, PSG E BAYERN MONACO - BARELLA E MAIGNAN PIACCIONO IN PREMIER LEAGUE - ZAZZARONI: "PREFERIREMMO SEMPRE SEGUIRE UN CAMPIONATO PIENO DI CAMPIONI E GIOVANI TALENTI. CI RENDIAMO TUTTAVIA CONTO DEL MOMENTO STORICO…"

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kim min jae 8

1. OSIMHEN, MAIGNAN, BARELLA INIZIA LA CACCIA AL TESORO DELLA SERIE A

Estratto dell'articolo di Monica Colombo per il Corriere della Sera

 

[…] Il cammino delle italiane nelle Coppe ha acceso i riflettori sui campioni della serie A che, […] Tutte le big hanno pedine di pregio da preservare dalle grinfie delle potenze della Premier ma non solo. […] Kim è a un passo dal vestire la maglia del Bayern Monaco, pronto a pagare la clausola da 50 milioni esercitabile dal 1 luglio e ad accontentare il difensore con un ingaggio da 10 milioni.

VICTOR OSIMHEN

 

Garcia non vorrebbe iniziare la sua avventura senza la stella nigeriana, Osimhen, che De Laurentiis intende trattenere per altri due anni, «a meno di un’offerta irrinunciabile». Chelsea, Manchester United e Psg ma soprattutto Bayern di Monaco sono in prima fila […]

 

napoli milan maignan

I rossoneri, […] tutelano con le unghie i gioielli francesi della rosa. Il percorso in Champions ha fatto da vetrina mondiale per Maignan e Theo Hernandez. Il portiere, che secondo i rumors provenienti da Parigi non ha intenzione di rinnovare il contratto dopo l’addio burrascoso di Maldini, è sul taccuino dello United e del Chelsea. Il Diavolo non ha intenzione di privarsene e fissa in 100 milioni il prezzo del giocatore.

 

theo hernandez milan lazio

Ne servono come minimo 70 per attirare l’interesse dei manager rossoneri a sedersi al tavolo per ascoltare proposte su Theo Hernandez, il cui nome è cerchiato in rosso sui taccuini dei ds dei due club di Manchester e di Madrid. È però l’Inter, finalista di Istanbul, la squadra più di tutte sotto assedio. Rischia di essere ceduto Onana, obiettivo dei Red Devils. […]

 

ANDRE ONANA

Gli arabi hanno bussato alle porte di diversi nerazzurri ma se De Vrij ha gentilmente declinato intenzionato a prolungare l’accordo con l’Inter, e Dzeko è pronto a intraprendere una nuova esperienza in Turchia al Fenerbahce, il futuro di Brozovic è in bilico. L’Al Nassr ha offerto 15 milioni, pochi per il management nerazzurro che puntano a ottenerne 25. E’ insomma cedibile, non come Dimarco: Real Madrid e United sono sulle tracce dell’esterno che l’Inter vorrebbe trattenere (è Gosens il sacrificabile).

nicolo barella

 

Si trema soprattutto per Nicolò Barella, il centrocampista fast and furious che in Premier farebbe sfracelli. I 50 milioni del Newcastle son pochi, ma attenzione al pressing del Liverpool. Vlahovic con una storia su Instagram in cui appare abbracciato a Chiesa pare togliersi dal mercato. Ma se arriverà una proposta da 80 milioni dalla Baviera per conto del Bayern cosa risponderà la Juventus che ieri intanto ha raggiunto l’accordo per la permanenza di Milik? […]

 

2. A MENO CHE

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

ivan zazzaroni

 Osimhen? Incedibile. A meno che… non arrivi l’offerta irrinunciabile. Così Aurelio De Laurentiis (anche) ieri durante la presentazione di Rudi Garcia. Da 130 milioni in su la proposta rientra nella categoria “indecenti e da accettare senza riserve”, sperabilmente con l’aggiunta di qualche bonus. 

 

marcelo brozovic

Barella? Incedibile. «Vendiamo Brozovic», è la risposta che puntualmente esce dalla sede dell’Inter. A meno che… qualche club della Premier non si spinga fino a 90 milioni, anche 80 potrebbero bastare. Questa è la cifra che sarebbe stata indicata all’intermediario internazionale Fali Ramadani, incaricato di sondare il terreno inglese. Ramadani è tra i più attivi sul mercato italiano insieme ai soliti noti tanto cari - anzi, carissimi - ai presidenti della serie A.

DUSAN VLAHOVIC

 

Vlahovic? Resta, sussurrano alla Juve dove l’argomento è un filo scabroso. A meno che…

Non potendo più permettersi gli “incedibili”, che aggiungono stabilità e valore alla squadra, il calcio italiano con le pezze al cuore si rifugia sempre più spesso nella formuletta scacciaguai - a meno che..., appunto -; frase che in qualche modo alleggerisce il peso dell’eventuale sacrificio tecnico. 

 

I nostri club hanno capito che chiudere la gioielleria in cassaforte non ha più senso, il campo viene peraltro incontro dimostrando che si possono raggiungere le finali europee con un po’ di fortuna e pur dopo essersi privati di qualche pezzo forte.

 

milan skriniar

Proprio il concetto di inavvicinabilità al campione ha alimentato vuoti di cassa e notevoli rimpianti. Penso ad esempio a quelli dello stesso De Laurentiis che rifiutò 60 milioni dal Psg per Allan, in seguito finito all’Everton per 24; oppure i 105 messi sul tavolo dallo United per Koulibaly, poi venduto al Chelsea per 40. Quaranta li offrì sempre il Chelsea per Hysaj, che tempo dopo Lotito prese a zero. E vogliamo parlare di Skriniar? L’Inter non se la sentì di mollarlo al Psg per 55 e pochi mesi più tardi l’ha virtualmente salutato senza ricevere un euro. Dybala è un caso a parte: fu lui a tirarsi indietro col Tottenham. Risultato, 65 (milioni) potenziali a zero. Dalla Roma.

 

L’estate scorsa il nostro giornale assegnò il voto più alto al mercato del Napoli che s’era liberato di Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz, sostituiti da Kvara, Kim, Simeone e Raspadori: nell’occasione sottolineammo l’importanza delle idee, della competenza e del coraggio. Grazie allo straordinario lavoro di Spalletti, abbiamo avuto ragione.

 

KOULIBALY SPALLETTI

Da osservatori molto appassionati preferiremmo sempre seguire un campionato pieno di campioni e giovani talenti possibilmente titolari. Non vi dico le tv che pagano fiori di milioni e sognano un Ronaldo per squadra. Perciò ci auguriamo di non dover fare a meno degli Osimhen, dei Barella e dei Vlahovic. Ci rendiamo tutta via conto del momento storico e che soltanto attraverso il riequilibrio dei conti, qualche privazione solo apparentemente insopportabile e soprattutto investimenti sugli impianti il calcio italiano può restituirsi un futuro. Al ricambio generazionale dei manager del pallone non crediamo più da un secolo. Sono gli unici incedibili, ma per assenza di offerta.