FREDY GUARIN, POSA IL FIASCO! "SONO ALCOLIZZATO DA ANNI, HO PAURA DI MORIRE” - IL CENTROCAMPISTA COLOMBIANO EX INTER HA RACCONTATO LE SUE DIPENDENZE ALLA RIVISTA SEMANA: "SONO UN ALCOLIZZATO AL 100% E UN TOSSICODIPENDENTE IN VIA DI GUARIGIONE. HO PERSO AMICI E FATTO SOFFRIRE FIGLI E FAMILIARI. HO PROVATO IN DIVERSE OCCASIONI A SMETTERE, MA ORA VOGLIO PROPRIO USCIRNE" – I RINGRAZIAMENTI A ZANETTI E CORDOBA…

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Andrea Ramazzotti per gazzetta.it

 

Fredy Guarin

Fredy Guarin ha parlato a ruota libera della sua dipendenza dall'alcool alla rivista Semana. Con grande sincerità, l'ex centrocampista dell'Inter ha raccontato i momenti difficili che ha vissuto e la battaglia quotidiana che sta combattendo per uscire definitivamente dal tunnel.

 

"Purtroppo a un certo punto mi sono lasciato 'distrarre' - ha detto - e mi sono aggrappato all'alcol: ho commesso molti errori, ho preso decisioni sbagliate, ho ferito molte persone, ho fatto stare male i miei cari e i miei amici. Sui social sono stato immortalato in situazioni brutte o strane perché l'alcol è sempre stato il peggior fattore scatenante per tutto ciò che mi accadeva".

 

 

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Il Guaro, che all'Inter ha anche firmato il gol di una vittoria pesante in un derby, nel settembre 2015, è andato avanti con grande sincerità: "Sono un alcolizzato al 100% e lo ammetto. Sono un tossicodipendente in via di guarigione.

 

Sono stato un alcolizzato per diversi anni. Quando ho lasciato il Millonarios (nel 2021, ndr) ho toccato il punto più basso perché in quegli anni la mia dipendenza è diventata molto seria. Non lavoravo più in allenamento, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli. Ho perso molte cose a livello sentimentale e amoroso.

 

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È arrivato un punto in cui non potevo più continuare così. Ho dovuto chiedere aiuto, lo avevo già fatto diverse volte, ma avevo sempre una ricaduta. Ho dovuto arrendermi e chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando per rimettere a posto le cose, per riacquistare la fiducia  dei miei figli, dei miei parenti e dei miei amici. Da solo non potevo farcela.

 

Stavolta però è tutto diverso e questa è la volta definitiva (intende quella buona, ndr). Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. So già quale non è la strada e che la strada è Dio che mi dà forza ogni giorno e una vita sobria e sana, per poter dare ai miei figlio tutto l'amore che ho per loro".

 

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Quella di Guarin è stata un'intervista molto intima nella quale ha raccontato le sue paure: "Sono due: la morte e il carcere. Ho una frase tatuata, l'ho scritta io stesso: 'Ho paura della morte e del carcere' e, senza saperlo, vivevo in un carcere condannato a morte. Volete sapere se sono stato  vicino alla morte o al carcere? Sì, la verità è che in quel cammino oscuro che stavo facendo ero vicino alla morte perché non avevo rispetto, non avevo limiti, non avevo coraggio e mi lasciavo portare ogni giorno più in là in quel buco. Ho bussato alle porte dell'inferno.

 

(...)

 

GLI AMICI ZANETTI, CORDOBA E CUADRADO—  Finale con i ringraziamenti: "Ho perso tanti amici, ma altri sono rimasti al mio fianco. Ora so chi sono i miei amici veri, quelli che vogliono vedermi stare bene. Mi sono stati accanto Falcao, James Rodriguez, Juan Fernando Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Córdoba e altri che erano lì in quei momenti bui. Erano disponibili ad aiutarmi. Altri, senza dire una parola, se ne sono andati. Non erano amici".

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