Roberto Pontiroli Gobbi per Dagospia
ll biscottone the day after oppure, se vi suona meglio, the day after il biscottone. Insomma dopo la full immersion di emozioni, incazzature, o per qualcuno anche gioie, di Valencia, ecco qualche riflessione 24 ore dopo il Gran Premio del Motomondiale che, per la prima volta nella storia del torneo iridato delle due ruote, ha tenuto incollato il mondo intero davanti alla tv. Riflessioni autorevolissime. Firmate da personaggi del mondo delle due ruote e non. Persone dal comune denominatore: nessun pelo sulla lingua. Ma prima di tutto il colpo di scena, la vera sorpresa. Il resto a seguire.
GLI SPAGNOLI FISCHIANO GLI SPAGNOLI. Incredibile, ma vero. A fine gara gli spettatori, quasi tutti spagnoli, sulle tribune di Valencia si sono spellati le mani nell’applaudire Valentino Rossi, fischiando e insultando Lorenzo e, soprattutto, Marquez. E pensare che, fino al giorno prima, si era temuta la guerra civile e che Valencia si trasformasse in una sorta di Striscia di Gaza. Al punto che per salvaguardare l’ordine pubblico è intervenuto un esercito di poliziotti. Morale: almeno nelle tribune ha vinto lo sport e i tanto vituperati appassionati iberici hanno dato una lezione a tutti. Italiani compresi. Congratulazioni vivissime. Stavolta viva la Spagna.
L’ABBRACCIO TRA BIAGGI E LORENZO. A Valencia è andato anche Max Biaggi che a fine gara ha abbracciato Lorenzo. Non c’è da stupirsi. Il campione romano, è risaputo, non ha mai amato Rossi. Gli attriti non si contano. Nel 2001 a Barcellona, sulle scale per salire il podio, tra i due ci furono spintoni. Vennero separati, altrimenti sarebbe stata rissa. Lorenzo e Max, invece, sono amici fraterni. Il maiorchino nel 2012 si recò appositamente a Magny Cours per festeggiare l’ultimo titolo vinto dal romano in Superbike con l’Aprilia; domenica Biaggi ha ricambiato la visita al suo carissimo amico. Tutto normale, nulla da ridire.
GIACOMO AGOSTINI. “Come italiano sono dispiaciuto che Rossi abbia perso il titolo. Ma analizzando con distacco e obiettività la situazione, purtroppo Valentino ha pagato alcuni errori. Innanzitutto le dichiarazioni al veleno fatte giovedì nella conferenza stampa di Sepang. Tali dichiarazioni hanno provocato una catena di ripicche, come il duello con Marquez sfociato nella ginocchiata con la successiva penalità inflittagli dalla Direzione Gara e la coalizione spagnola a Valencia. E’ la sua lingua ad aver causato l’autogol.
L’unica cosa che non mi spiego è perché Marquez non abbia nemmeno tentato di passare Lorenzo. Tanto, anche se fosse arrivato secondo, il maiorchino avrebbe vinto ugualmente il titolo. In definitiva Rossi, mi dispiace dirlo ma è così, questi dispetti se li è cercati. Resta il fatto che il Gran Premio di Valencia è stata una brutta, bruttissima pagina di sport”.
POLO SESTI, PRESIDENTE FMI. Il numero uno della Federazione Motociclistica Italiana è molto amareggiato. Giustamente. "Subito dopo il Gp della Malesia - fa osservare - mi sono schierato a difesa di Valentino Rossi perché da italiano, ma soprattutto da sportivo, trovo fondamentale salvaguardare i valori di lealtà che in quella gara sono venuti meno. Fra l'altro in linea anche con il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Dopo Valencia faccio i miei complimenti a Lorenzo per un mondiale comunque meritato e a Rossi per la sua straordinaria rimonta che purtroppo non è bastata. Adesso, però, dopo tanto clamore e tanti veleni, ritengo che chi governa il Motomondiale debba riflettere e adottare ogni contromisura per disinnescare, con regole più precise, certi atteggiamenti o manovre sospette. Se entrano in pista altri interessi o personalismi si snatura l'essenza dello sport. E ciò non deve succedere”.
Carlos Checa e Genesio Bevilacqua
GENESIO BEVILACQUA. L’industriale titolare di Ceramica Althea a Civita Castellana è il team owner di una scuderia di punta nel mondiale Superbike, il campionato per moto derivate di serie gestito dalla stessa Dorna, padrona della MotoGP. Genesio nel 2011 con la Ducati ha vinto quattro mondiali, due piloti con lo spagnolo Carlos Checa in SBK e il romano Davide Giugliano in Superstock e i relativi campionati Marche.
Bevilacqua, vicinissimo a gestire le moto ufficiali BMW, è noto per essere uno sportivo puro. Quello che pensa lo dice. Zero peli sulla lingua. La sua analisi è spietata. “Le gare - sottolinea - non si giudicano con il tifo o con la passione ma solo e unicamente col cronometro. Rimanendo scevri da ogni forma di tifo o campanilismo, Rossi a Sepang ha fatto una scorrettezza e come tale andava sanzionata, pertanto non è credibile come soggetto offeso. Detto ciò Valentino anche senza penalità non sarebbe andato oltre il quarto posto, al massimo il terzo. Quindi non avrebbe mai vinto il mondiale. E’ un dato oggettivo.
Vi spiego: Lorenzo per tutto il week end ha tenuto un passo inavvicinabile a tutti. E anche Marquez e Pedrosa. Il cronometro parla chiaro. I primi tre in gara giravano fisso sul piede di 1’31’’3, 1’31’’4, massimo 1’31’’6. Rossi in rimonta, e a pista libera, girava mediamente oltre mezzo secondo più alto, 1’32’’1, 1’32’2, 1’32’3. Comunque non è mai sceso sotto l’1’32’’. Pertanto, alla luce dei fatti, non avrebbe mai vinto. Avrebbe perso il mondiale comunque. Anche se fosse partito in prima o seconda fila. Da appassionato me ne dispiace. Ma la realtà è questa”.
ROBERTO NOBILE. Il sovrintentende Antonio Parmesan di “Distretto di Polizia’’ e il giornalista Tv Nicolò Zito nella serie Montalbano è un ex pilota, avendo corso nella velocità dal ’68 al ’72. “Come italiano mi dispiace per Rossi, un pilota per cui stravedo, Obiettivamente devo dire però che il campionato di Lorenzo non è stato rubato. Lo ha meritato. Piuttosto sono dispiaciuto per lo sport. Un capitolo vergognoso per il motociclismo quello di Valencia”.