IL GIALLO PANTANI SI TINGE DI HOT - SENTITO DAL PM IL TASSISTA CHE ACCOMPAGNÒ LE ESCORT NEL RESIDENCE IN CUI ALLOGGIAVA IL PIRATA - A CHIEDERE DI RINTRACCIARLO ERA STATA TONINA, LA MAMMA DEL CICLISTA TROVATO MORTO IL 14 FEBBRAIO 2004 – LE DUE DONNE SAREBBERO ENTRATE E USCITE DAL MOTEL CON UN MAGLIONE E UN MARSUPIO POCHE ORE PRIMA DEL DECESSO DI PANTANI: CHI SONO? PERCHE’ NON RINTRACCIARE ANCHE LORO?

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Enea Conti per https://corrieredibologna.corriere.it/

 

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A diciotto anni dalla morte di Marco Pantani prosegue l’inchiesta della procura di Rimini sul decesso del campione di Cesenatico, trovato morto in una stanza del residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio del 2004. Alla vigilia dell’anniversario, i carabinieri – che indagano sui fatti – hanno ascoltato un tassista, ritenuto un super testimone, che nel 2017, parlando ai microfoni della trasmissione di Italia Uno «Le Iene» aveva raccontato di aver accompagnato nello stesso residence in cui alloggiava Marco Pantani, Le Rose di Rimini, due escort.

 

Si tratterebbe di due giovani che – stando a quanto testimoniato – sarebbero entrate e uscite nel motel dopo pochi minuti con un maglione e un marsupio poche ore prima del decesso del ciclista. Su quanto raccontato dal tassista (originario di Cesenatico) ai carabinieri vige il massimo riserbo. Non è stato tuttavia un incontro lampo, ma un’audizione molto lunga, pare addirittura più di tre ore.

 

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Le indicazioni di Tonina Pantani

A prescindere dal racconto fornito dal super testimone ai carabinieri si tratta comunque di un passaggio importante. All’inizio di febbraio Tonina Pantani, la madre del campione di Cesenatico, accompagnata dall’avvocato Florenzo Alessi (nominato legale di famiglia alla fine del 2021) era stata ascoltata dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo. In quell’occasione aveva depositato una nuova memoria e fornito nuovi elementi che potrebbero essere utili alle indagini. Con una richiesta particolare, quella di rintracciare le due escort entrate nella stanza del residence le Rose il 14 febbraio del 2004 poche ore prima il decesso del ciclista.

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«O è un mitomane o qualcuno sa qualcosa»

I carabinieri hanno quindi dato credito alle indicazioni di Tonina Pantani rintracciando il tassista. Lo stesso avvocato Florenzo Alessi aveva spiegato all’inizio di febbraio che era importante ascoltarlo. “Raccontare di aver accompagnato queste ballerine o escort che fossero è inquietante. O siamo di fronte a un mitomane o di fronte a qualcuno che sa qualcosa”. La stessa madre del Pirata aveva fornito elementi utili a identificare il tassista.

 

Le inchieste precedenti

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Questa è la terza inchiesta sulla morte di Marco Pantani. Nella prima, aperta all’indomani della morte del Pirata, Fabio Miradossa, accusato di aver consegnato a Pantani la dose letale di droga, patteggiò quattro anni e dieci mesi, mentre Ciro Veneruso, che quella dose l’avrebbe procurata, fu condannato a tre anni e dieci mesi. La Cassazione assolse un terzo imputato, Fabio Carlino, che, al contrario di Miradossa, non accettò il patteggiamento.

 

Fu proprio una dichiarazione di Miradossa, fatta pervenire dalla commissione parlamentare antimafia alla procura di Rimini, a far riaprire la terza inchiesta contro ignoti per l’accusa di omicidio. Miradossa sostenne allora che il Pirata era alla continua ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, quando un controllo antidoping fermò il Pirata che stava per vincere il Giro d’Italia.

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MARCO PANTANI
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