GRATTAMOSE: SE SINNER PASSA CONTRO MEDVEDEV È A UN PASSO DALLA VITTORIA DELLO US OPEN - TRA JANNIK E LA SEMIFINALE A NEW YORK, TRAGUARDO MAI RAGGIUNTO, C’È SOLO LO "SCACCHISTA" RUSSO: IL MATCH HA IL SAPORE DELLA FINALE ANTICIPATA VISTO CHE IL TABELLONE È STATO TERREMOTATO DALLE USCITE DI DJOKOVIC E ALCARAZ - IN QUESTA STAGIONE È LA QUARTA VOLTA CHE I DUE SI AFFRONTANO, MA L’ALTOATESINO ARRIVA ALLA PARTITA CON UNA VALANGA DI VITTORIE: NESSUNO SI È PORTATO PIÙ MATCH DI LUI A CASA NEL 2024 E…
-Estratto dell'articolo di Gaia Piccardi per www.corriere.it
[…] C’è ancora lo scacchista di Mosca Daniil Medvedev sulla strada tra Jannik e la semifinale a New York, il traguardo mai raggiunto, l’ultimo tabù a livello Slam da rompere. Questo, l’Open Usa, era il Major che il numero uno pensava di espugnare per primo, e non solo per averne raggiunto il tabellone principale nel 2019, fresco maggiorenne, nell’anno in cui aveva ancora l’età per Next Gen, il Master Under 21 che avrebbe conquistato poco dopo, prove tecniche di campione.
Nessuno ha vinto come Jannik Sinner, nel 2024. 51 match su 56, cinque finali su cinque, 127 set su 155, eppure gli imprevisti non sono mancati: dai guai fisici, agli errori arbitrali, alla storiaccia della positività da cui è stato prosciolto.
[…] Chi vede in Sinner-Medvedev atto 13 (5-7 i precedenti) una finale di New York anticipata, ha le sue buone ragioni per pensarlo. Un tabellone terremotato dalle uscite di Djokovic (che tornerà nel girone di Davis, rinvigorito come sempre dalla bandiera) e Alcaraz, lasciato a corto di emozioni da una finale olimpica incandescente; il re-match dell’Australia, la finale che Jannik sbranò in rimonta quasi sorprendendo se stesso per la velocità con cui era arrivato a ficcare le unghie nel primo Major della carriera: un dritto lungolinea che aveva spaccato la palla, poi il tuffo a pancia in su sul centrale di Melbourne per guardare le stelle, come quando era bambino e si lasciava andare di schiena sulla neve.
La storia, lo stile, il gioco, i pensieri: ci sono più di sei gradi di separazione tra il ragazzo prodigio italiano e il giocatore che sembra uscito dalla penna di Dostoevskij, la salvezza solo attraverso la sofferenza di un tennis storto e mai ortodosso, delitto e castigo: spesso di se stesso. «Con Daniil ci conosciamo molto bene: sarà una partita mentale, dovrò alzare il livello nei momenti importanti» è la previsione di Sinner. «Se voglio batterlo, so che dovrò dare il meglio di me» risponde Medvedev. In questa stagione è la quarta volta che si affrontano (2-1 Italia), la terza sul veloce all’aperto, che a Jannik piace come la moquette di casa. È lo snodo dell’ultimo Slam ma anche il bivio di uno stato d’animo per Sinner. Se vuole tornare a divertirsi, stasera può farlo.