JURIC RISCHIATUTTO! ROMA-TORINO SARA' DECISIVA PER LE SORTI DEL TECNICO SEMPRE PIU’ DEAD MAN WALKING: SE SALTA NON TORNA DE ROSSI. COME MAI I FRIEDKIN NON VOGLIONO IL RITORNO DI DDR, INVOCATO DALLA CURVA, NONOSTANTE IL CONTRATTO DA 3 MILIONI A STAGIONE? QUAL E' IL MISTERO CHE AVVOLGE L'INCOMPRENSIBILE ESONERO E IL RINNOVATO OSTRACISMO NEI CONFRONTI DEL TECNICO DI OSTIA? (DAGOREPORT) - TRA I NOMI IN BALLO ROBERTO MANCINI, MAX ALLEGRI E LA NEW ENTRY VINCENZO MONTELLA
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Luca Valdiserri per il Corriere della Sera - Estratti
Ivan Juric ha la partita di stasera contro il Torino (di sicuro) e la trasferta di Verona domenica (forse) per invertire la rotta e tenersi la panchina della Roma. Almeno fino alla prossima crisi. La vera notizia, però, è un’altra: in caso di esonero dell’allenatore croato non ci sarà il richiamo di Daniele De Rossi ma sarà cercato un terzo tecnico per portare a termine la stagione, dentro un elenco di nomi italiani e stranieri. La speranza, naturalmente, è che Juric possa vincere tutte e due le partite contro le squadre che ha allenato in passato, prendendo quanto meno tempo. Nessuna medicina è migliore del successo.
Richiamare De Rossi è sembrata a quasi tutti la scelta più logica, ma non a Dan Friedkin. Per il presidente, probabilmente, è sembrata solo la più facile, non la migliore.
Questo spiega in parte anche il perché del licenziamento di De Rossi dopo solo quattro giornate di campionato. I dubbi partivano da più lontano, cioè dalla conclusione della stagione passata, quando la Roma si era fermata dopo un inizio eccellente.
Così c’è da credere che i Friedkin, in un frangente così difficile, non siano convinti del ritorno di DDR. Giusto o sbagliato lo dirà il campo, ma chi mette i soldi di solito decide e chi conosce Dan Friedkin in altri campi lavorativi lo descrive come un decisionista capace anche di andare controcorrente.
Così, almeno per adesso, avanti con Juric, che ieri non si è nascosto dietro a un dito: «Sono stati giorni di litigi pesanti. Meglio che sia successo presto, così abbiamo tempo per capire cosa bisogna fare.
Per il mio carattere meglio questo tipo di scontri che sentire parlare dietro. Il mio tipo di gioco? Prima di Firenze abbiano preso 5 gol in 7 partite e il Torino l’anno scorso ne ha presi 36 mentre la Roma 46.
Se i miei calciatori non sono convinti possono dirmelo e me ne vado, ma non è così.
Vogliono fare bene e migliorare».
(...)
Qualche cambio, comunque, ci sarà: forse Le Fée e Koné insieme per contrastare il passo del centrocampo granata. Hermoso è squalificato ma è più probabile rivedere ancora Hummels in panchina e Angelino come «braccetto» sul centro sinistra. Gli unici che sono sicuri al 100% di una maglia da titolare sono Svilar, Ndicka, Dybala e Dovbyk. Pochi ma sembrano tanti in una Roma che ha perso in campo le sue certezze.