LACRIME DI JOYA - ALDO GRASSO SUL PIANTO DI DYBALA DURANTE L'ADDIO ALLA JUVE: "NON È VERO CHE IL CALCIO È UNO SPETTACOLO ARIDO PER UOMINI CHE NON DEVONO CHIEDERE MAI. ABBIAMO VISTO UN MONDO CHE SI SVELA, È COME SORPRENDERE UN CAMPIONE NELLA SUA NUDITÀ INTERIORE. UN GESTO RUBATO, QUASI PRIVO DI PUDORE, CHE SERVE A RIDARE ALL'EVENTO UN RESPIRO PIÙ LIEVE, UNA DIMENSIONE PIÙ TERRENA..." - VIDEO
-Da quest’inquadratura è alta cinematografia pic.twitter.com/oEPASY1Vrg
— Pogmachia (@rabiotmachia) May 17, 2022
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Doveva essere la festa d'addio per Chiellini e invece la tv ci ha mostrato altro, una «scena madre»: Dybala non ce l'ha fatta a trattenere l'emozione e, dopo essere stato celebrato dai compagni, s'è sciolto in un pianto liberatorio dinanzi all'ovazione dei tifosi dell'altra squadra di Torino. Un pianto incontenibile, irrefrenabile, inaspettato.
Siamo portati a credere che lo sport professionistico sia uno spettacolo arido, per uomini che non devono chiedere mai, che non devono piangere mai. Quasi che lacrime ed emozioni siano segno di debolezza, di fragilità, di umano troppo umano.
Una lacrima che scorre o un'emozione che esplode è un mondo che si svela, è come sorprendere un campione nella sua nudità interiore. Un gesto rubato, quasi privo di pudore, che serve a ridare all'evento un respiro più lieve, una dimensione più terrena.
Momento cruciale nella parabola di un campione. Quando neppure gli occorre di dimostrare di essere il più forte. Quando gli basta il tocco fragile di uno stato d'animo per stringerci alla sua emozione.
Chissà quante squadre saranno pronte a ingaggiare Dybala (potrebbe anche fermarsi a Torino, vestire altri colori, farlo per rivalsa e non per soldi), eppure dai bianconeri non sarebbe andato via.
Ma la società, nelle vesti di Maurizio Arrivabene (l'uomo che alla Ferrari ha vinto pochino) e di Andrea Agnelli (entrambi fischiatissimi dal pubblico), aveva programmi differenti, dopo l'investimento fatto per Vlahovic a gennaio.
Difficile dimenticare la scena: ovazione per Chiellini, con scenografica passerella, e titoli di coda per Dybala, con i compagni a consolarlo in un abbraccio che è andato oltre il cameratismo.
Le lacrime parlano, ma non sono parola, nemmeno gesto, affiorano dagli occhi e, significativamente, scorrono per dirci qualcosa. Come ha scritto Emil Cioran, «al giudizio universale verranno pesate soltanto le lacrime».