“IL CASO JUAN JESUS? UNA SCIOCCHEZZA PIU’ GRANDE DI QUELLA DI ACERBI L’HA COMMESSA CHI LO HA ASSOLTO” – MARCO TARDELLI VA ALL’ONU PER PARLARE DI CALCIO E VALORI MENTRE IN ITALIA SI DISCUTE DI RAZZISMO SUI CAMPI – “JUAN JESUS AVEVA SISTEMATO TUTTO, PERDONANDO IL DIFENSORE DELL’INTER GIÀ IN CAMPO. LUI È IL VERO VINCITORE. ACERBI? A VOLTE BASTA DIRE “HO SBAGLIATO” – “ALLEGRI? IL BILANCIO È POSITIVO CON LA QUALIFICAZIONE IN CHAMPIONS”. E SU DE ROSSI E PELLEGRINI…
-Giorgio Marota per il Corriere dello Sport -Estratti
In un pallone che fa acqua da più parti a causa di varie infiltrazioni chiamate razzismo, violenza e malcostume, la vera sfida è raccontare ai giovani la faccia pulita di questo sport. Ci proverà anche quest’anno Marco Tardelli, campione del mondo con 81 partite in Nazionale, invitato all’Onu per raccontare alle nuove generazioni che «il calcio ha tutti i difetti della nostra società, ma i suoi valori sono i valori della vita e io resto convinto che unione, solidarietà e inclusione non siano parole vuote». Il suo celebre urlo a Spagna ‘82 si è trasformato in un grido di pace, un invito al rispetto reciproco.
Ne è convinto anche dopo il caso Acerbi-Juan Jesus?
«I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire “ho sbagliato” e non “sciacquatevi la bocca” come ho letto sui social».
Ritiene l’assoluzione dell’interista da parte del giudice sportivo una decisione ingiusta?
«Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea».
È una storia in cui perdono tutti.
«Non tutti. Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore».
Spalletti in Nazionale parla continuamente di valori e di rispetto della maglia azzurra. Lo racconterà agli studenti che vedrà all’Onu?
«Luciano è una persona seria e onesta e per quello che l’azzurro ha rappresentato nella mia vita sono felice che pronunci certe parole. Ovviamente sì, la Nazionale è qualcosa di altissimo e prezioso. Ora però deve scegliere chi portare agli Europei».
Qualche consiglio?
«Saprà farcela da solo. Però gli manca il fuoriclasse, ed è un problema»
Saremo all’altezza di Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Olanda?
«E perché no? Nei momenti che contano sappiamo sempre cavarcela, io credo in questa Italia».
Si parla spesso del rapporto tra giovani e risultati. Secondo lei, quelli bravi è meglio tenerli in U21 per conquistare una qualificazione all’Europeo o farli salire in Nazionale maggiore per giocare delle amichevoli?
«Quelli bravi devono andare su. E non mi piace quando poi tornano giù, perché scendono con un’altra testa. L’obiettivo primario dev’essere la Nazionale maggiore, vale più di qualsiasi trofeo giovanile».
Siamo protagonisti fino all’Under 20, poi il processo di crescita dei ragazzi sembra interrompersi. Perché?
«Perché i club non danno opportunità e i ragazzi smettono di giocare. Questo è un problema enorme, purtroppo».
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Come giudica il triennio di Max?
«È stato circondato da tante negatività extra-campo e quelle influiscono. Nonostante questo, è andato sempre in Champions. Anche da lui mi aspetto qualcosa in più, ma il bilancio è decisamente positivo».
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A proposito di grandi centrocampisti: l’avvio di De Rossi la sorprende?
«No, perché Daniele è un ragazzo intelligente che ti entra nella testa e nell’anima. Ha capito la situazione dello spogliatoio, diciamo che ha aperto le gabbie e i giocatori hanno iniziato finalmente a dare tutto quello che avevano. Una cosa però mi ha sorpreso: il rendimento di Pellegrini. Non capisco cosa non andasse prima con Mourinho».