“LA DROGA STA CAMBIANDO MIA FIGLIA, STA SCIVOLANDO VERSO IL BARATRO. UN GIUDICE DEVE PRENDERSI L’IMPEGNO DI DISPORNE IL RICOVERO COATTO” – L’URLO DI DOLORE DELL’EX MISS ITALIA NADIA BENGALA CHE PARLA IL GIORNO DOPO LA CONDANNA A 10 MESI DELLA FIGLIA DIANA SCHIVARDI: “È INCOSCIENTE. NON CAPISCE QUELLO CHE LA STA ACCADENDO. STA CAMMINANDO SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO. DA SOLA IO NON CE LA POSSO FARE A SALVARLA”
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Giulio De Santis per il Corriere della Sera - Estratti
«Diana è una ragazza sensibile e intelligente. La droga però la sta cambiando, sta scivolando verso il baratro. Per salvarla, l’unica strada è ricoverarla. Un giudice deve prendersi l’impegno di disporne il ricovero coatto. Di sua spontanea volontà, non andrà mai. E allora sarà la fine. Da sola io non ce la posso fare a salvarla».
Nadia Bengala, 62 anni, miss Italia nel 1988, è una mamma disperata. E accetta di parlare il giorno dopo la condanna a 10 mesi della figlia Diana Schivardi, 28 anni, accusata di aver tentato di rubare all’interno di alcune auto e di essersi scagliata contro chi ha provato a fermarla. Bengala ha seguito il processo mentre la figlia non si è presentata.
Perché non c’era?
«Mia figlia vive in una realtà tutta sua, purtroppo. Io le dedico ogni minuto del mio tempo. Lo faccio con amore, perché lei ne ha bisogno. Le spiego, ma lei è lontana, non credo abbia afferrato quanto è grave la condanna e i motivi che ne sono all’origine. Certo non è stata indifferente. Anche per lei è stata una giornata dolorosa. Però c’è ancora un distacco. Lei ha bisogno d’aiuto, ma anche io ne avrei bisogno per tirarla fuori da questo incubo».
Lei è delusa perché il giudice non ha disposto il ricovero coatto. Pensa che sia la soluzione ai problemi di Diana?
«Mia figlia è incosciente. Non capisce quello che la sta accadendo. Non vede che sta camminando sull’orlo del precipizio. Sta scivolando piano piano verso il baratro e da lì non risalirà mai più. Questa condanna, dove è stabilito che è solo in parte capace di intendere, non le serve. Soltanto se verrà obbligata a stare in una comunità, dove specialisti la possano seguire giorno per giorno allora capirà quanto è grave la sua condizione. Io ne ho pagati tanti di specialisti. Ma si è dimostrato tutto inutile, perché lei non ha percepito di essere in un vicolo cieco».
«La colpa è della droga, obnubila il cervello. Lei vede cose non esistono. La sua realtà è appannata dagli stupefacenti. È necessario che le cada questo velo per riprendere il controllo della sua vita. Altrimenti finirà in guai molto più seri e dolorosi di quelli che sta affrontando oggi».
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Secondo lei, perché Diana si è accostata alla droga?
«Non so dare una spiegazione precisa. Penso che ci sia stata una forma di malessere interiore, che mi è sfuggita. Ma è anche vero, che la vita è fatta d’incontri, conoscenze, amicizie. Quelle sbagliate fanno danni irreparabili. Magari all’inizio appaiono brave persone, e solo dopo cade la maschera. Qualcuno le avrà detto prova e lei ha scelto di assecondarlo. Chi lo ha fatto, era un disgraziato. Certo lei era predisposta».
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